Amore, mh? Una miniera d'oro per scrittori, musicisti e quant'altro.
Lì per sé non disprezzo il concetto di amore, anzi, lo trovo piuttosto normale. E' un modo come un altro per affiancare una sfera spirituale ed astratta alle provate reazioni chimiche e alla psiche umana, nonché un ottimo modo per cercare di evadere dall'intrinseca inadeguatezza e dal senso di mediocrità della vita - anche se a tal proposito credo sia un rimedio temporaneo e fugace - che si insidia in ogni essere umano. Poi, che esista realmente uno tale stato d'animo è a discrezione del lettore, io faccio parte della barca dei disillusi da cui è difficile tornare indietro.
Ciò che odio di questa parola è l'uso consueto che se ne fa, è terrificante la frequenza che se ne fa di essa nei romanzi, nei film e nelle canzoni. Tutto ciò per rinforzare una storia spesso debole, una relazione priva di complicità e passione che viene sorretta da inesistenti pilastri sentimentali che l'amore dovrebbe creare. Ovviamente ciò si ripercuote poi sulla cultura popolare, facendo diventare questo termine sempre più superficiale e stra-abusato, con il quale ognuno può improvvisarsi un individuo dall'animo profondo e gentile, magari ispirandosi proprio a quelle blande storie senza arte né parte. Bleah.
Sempre in termini artistici, trovo che una love story davvero ben fatta possa aggiungere molto perché può offrire numerosi punti di vista e facilità l'affezionarsi ai protagonisti, segno che anche un cliché può dare i suoi frutti se trattato con maturità.
Sì, sono leggermente OT, ma di discutere su basi inesistenti o sconosciute perché riguardano la vita altrui che ovviamente non posso conoscere proprio non mi andava, ho preferito virare un po'.