Pz si presenta al pubblico con una veste grafica che di sicuro non ridisegna il genere ma che è comunque sufficientemente dettagliata per dare al titolo un buon realismo e un fattore immersivo di sicuro rilievo. La realizzazione dei modelli poligonali e degli ambienti di gioco è di buona fattura, anche se ovviamente un maggior numero di poligoni (specie sulla console di casa Microsoft), non avrebbe sicuramente fatto storcere il naso a nessuno. E' da rimarcare soprattutto la realizzazione dei fantasmi non tanto per la quantità di poligoni applicata, quanto per la varietà dei modelli e per la loro capacità di “freddare” redattori con decine di Survival Horror alle spalle. Se poi siete dei maniaci delle citazioni, allora troverete pane per i vostri denti, visto che in Project Zero, alcuni dei mostri sacri della cinematografia horror nipponica trovano dei piccoli omaggi sotto forma di “cameo”. Non stupitevi, infatti, se uno dei fantasmi del gioco è rappresentato da una bambina con lunghissimi capelli a coprirle il viso, oppure se uno degli enigmi cardine ruota ad un pozzo in pietra (chi ha visto The Ring sa' di cosa parlo). Nota di demerito va invece data ai filmati d'apertura, non tanto per il contenuto, quanto per la realizzazione tecnica, con i segni visibili della compressione mpeg a “sporcare” la qualità delle immagini.
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