Tiscali

Recensione Prince of Persia: Le sabbie del tempo

Giuseppe SchirruDi Giuseppe Schirru (11 novembre 2003)


The Sands of Time
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Ma veniamo ora al fattore più rivoluzionario del gioco, ovvero le sabbie del tempo. Grazie al prezioso pugnale omonimo, sferrando il colpo di grazia ai vari avversari o attraverso delle fonti disseminate lungo tutto il castello, sarà possibile raccogliere le sabbie del tempo, necessarie per utilizzare tutti i comandi del tempo, come il rallenty, il rewind, il mega bloccaggio e altro ancora. Grazie al primo comando, sicuramente il meno utile ma il più spettacolare, potremo vivere l'azione rallentata, sia per semplificare e rendere più chiari passaggi di combattimento a dir poco intricati, sia per evidenziare qualche spettacolare acrobazia. E se lo slow-motion ricorda da vicino titoli quali Matrix o Max Payne, più originale è l'idea del rewind, comando in grado di salvarci da quelle situazioni nelle quali, in altri giochi del medesimo genere saremo spacciati:

capiterà abbastanza frequentemente che, dopo un errore di valutazione o nella foga di un meccanismo a tempo, si sbagli un salto, magari andando a finire irrimediabilmente in un baratro, o su punte di metallo aguzze, o contro qualsiasi sorta di trappola o trabocchetto nel nostro tragitto, terminando irrimediabilmente la nostra energia. Ebbene, grazie alla pressione di un tasto e all'utilizzo della leva analogica saremo in grado di riportare l'azione all'inizio, come se stessimo riavvolgendo una videocassetta. Questo comando è utilissimo non solo nelle fasi acrobatiche, ma anche durante una battaglia nella quale abbiamo
ingenuamente abbassato la guardia a discapito della nostra preziosa vita, per riportare la scena all'inizio di quella sezione e evitare quindi l'errore. Infine, grazie al massiccio accumulo di sabbie, specie durante i combattimenti potremo effettuare il mega bloccaggio, per congelare tutti i nostri i nemici e renderli inermi per alcuni istanti, al fine di ammazzarne qualcuno o di recuperare energia grazie alle preziose fontane. Ma queste non sono le uniche azioni fattibili, e nel gioco avrete modo di gustarvi ben altro.
Prince of Persia: Le sabbie del tempo - Immagine 16
Prince of Persia: Le sabbie del tempo - Immagine 17

The make up, of make up artists
Basta una manciata di secondi per rendersi conto di quale sia la caratura del lavoro profuso dai programmatori in fase realizzativa. Se il concept di gioco è davvero buono, il reparto grafico non è da meno, capace di esaltare l'atmosfera orientale intrisa di profumi con locazioni degne di un sultano, tra sotterranei bui e misteriosi, passando per castelli dall'architettura quasi visionaria, complessa e di proporzioni colossali. Il motore grafico, un'evoluzione del JADE (lo stesso di Beyond Good & Evil) è una vera e propria perla, capace di far girare tutto questo ben di Dio a 30fps costanti e senza incorrere in incertezze, se non in rarissimi passaggi di gioco. Per sottolineare questa magnificenza grafica è bene iniziare dai fondali dall'aspetto quasi disarmante, capaci di causare stupore anche nei videogamers più esperti e meno impressionabili. Lo scenario è quello del castello del re di Persia, una reggia gigantesca, un maniero di proporzioni bibliche dalle sembianze tipicamente medio-orientali: ci troveremo di fronte a delle vere e proprie meraviglie architettoniche. La magica atmosfera, specie quella notturna pare immersa in una leggera foschia, quasi un'impalpabile polvere magica solcata dal bagliore delle lucciole. Negli interni del castello potremo ammirare gigantesche camere da letto, corridoi pieni di veli di seta che ondeggiano al passaggio dei personaggi, titanici saloni intricati ed articolati, immense scalinate e ovunque una quantità di elementi di fondale enorme.
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