Esattamente come succedeva in Grim Fandango, infatti, riuscire a muovere il proprio personaggio all'interno dello scenario è un'operazione estremamente macchinosa e si ha sempre l'impressione che ci si trovi a correre attraverso corridoi invisibili, contro le pareti dei quali Guybrush immancabilmente sbatte senza riuscire a procedere. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che per ruotare su se stessi si impiegano diversi secondi il risultato è un controllo impreciso, lento e spesso frustrante, soprattutto in quei momenti di stallo in cui si rivisitano continuamente le stesse locazioni alla ricerca di un valido indizio
SUONI E COLORI PER UN RITORNO AL PASSATO
Fortunatamente, nonostante il drastico passaggio al 3D, i disegnatori di Fuga da Monkey Island sono riusciti magistralmente nell'intento di mantenere intatta l'atmosfera del gioco, dando vita a scenari che nulla hanno da invidiare ai piatti fondali dei passati episodi. L'uso dei colori, i disegni fumettosi e le architetture irregolari fanno da contorno perfetto a una trama già di per sé capace di trasportare il giocatore nel piratesco Mar dei Carabi