Grazie per i commenti

Citazione Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
Devo dire che questo è stato uno dei capitoli che ho apprezzato di più finora.
Soprattutto l'ultima parte, con Crilin e Soya, come il giovane pelato ripensi a Goku, le motivazioni per cui nonostante una perdita così grave sia riuscito ad andare avanti, tutto molto ben scritto.
Poi mi ha fatto ridere la conclusione, con Crilin ormai perso , era proprio ciò che mi sarei aspettato.
Crilin è talmente serio e convinto nella sua "cucciolaggine amorosa" che non può che risultare comico a chi lo guarda dall'esterno (cosa che succede anche nell'universo "principale", con 18). Ti fa venire sempre da commentare "che doooolce" e farci una bella risata sopra.

Citazione Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
Yamcha pollo dell'anno; ma si trovano nella stessa città di Bulma?
Sì, purtroppo per Yamcha, ma anche per Bulma! Vivono tutti (anche Soya e sorelle, ma non Crilin che, come si è detto, la sera torna a dormire alla Kame House) nella Città dell'Ovest, dove è stata fondata la Nuova Scuola della Tartaruga.

Citazione Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
Interessante anche il fatto che Goku abbia sempre un occhio di riguardo per i suoi amici, ma non può parlarci?
Basandomi sul manga direi di no. In generale ho dato per assodato che tra il regno dei morti e quello dei vivi non ci possono essere contatti nè comunicazioni, se non autorizzati dalle autorità divine per motivi eccezionali. Da come viene raccontata la storia nel manga, mi pare che nei 7 anni fra Cell e Majin Bu Goku non abbia mai contattato i vivi se non quando doveva avvertirli che si sarebbe presentato al Tenkaichi... però da come reagisce vedendo Goten la prima volta, mi pare che fosse al corrente della sua esistenza. Nella mia storia comunque ho immaginato che Goku fosse più curioso, o meglio più "ansioso" di seguire i suoi amici, perchè ha lasciato prematuramente e involontariamente la vita terrena. Nell'universo "principale", invece, si è quasi suicidato, quindi l'abbandono nella vita mortale è stato meno traumatico, psicologicamente parlando.