La macchina stupisce immediatamente per la sua leggerezza: la mancanza di un corpo ottico, una componentistica e una batteria sicuramente più avanzate tecnologicamente e una distribuzione ottimale dei pesi fa sì infatti che il feeling sia molto più agile rispetto alla sorella PSP, nonostante una dimensione d'insieme superiore (ma uno spessore inferiore). A parte lo schermo OLED da 5”, però, tutto in PS Vita rimane più ridotto: sia la croce direzionale, sia i quattro canonici tasti Croce, Cerchio, Quadrato e Triangolo. Il primo impatto in questo senso può generare qualche dubbio (leggasi “ho le dita che sembrano cotechini, come pensano che riesca a...?”), ma è bastato poggiare i polpastrelli sui comandi per rendersi conto che il feeling è positivo - anche se naturalmente andrà analizzato gioco per gioco.Più ampi rispetto a PSP i due tasti laterali L ed R: una scelta saggia che permette un accesso agevole sia a chi ha dita ridotte sia a chi le ha più lunghe. Un minimo di pratica richiede invece il grip sul lato posteriore, data la presenza del touchpad (di cui parleremo più avanti): è pur vero che al momento pochi giochi ne fanno un uso particolarmente prolisso, e che pertanto usarlo come punto d'appoggio non è “grave”, ma la presenza delle aree ruvide è studiata per una specifica posizione da padroneggiare per evitare falsi comandi.
Posizione ottimale che evidentemente è stata accuratamente studiata dei tecnici Sony anche per quanto concerne la gestione degli altoparlanti: questi infatti offrono il massimo rendimento proprio quando la console è impugnata, sfruttando le barriere offerte dalle mani sia come “cassa di risonanza” sia come “canale” per dirigere il suono verso l'utente - afferrare la macchina in altra maniera da invece luogo a una distribuzione più dispersiva del suono. Ovviamente, per prestazioni di qualità superiore è sempre consigliato l'uso delle apposite cuffie.
Veniamo ora agli stick analogici - due, come sicuramente tutti quanti saprete. Abbandonata la “zigrinatura” del cursore di PSP, questi sono adesso una versione ridotta e appiattita di quelli del Dualshock, con tanto di copertura ruvida sovrastante - anche se non sono “cliccabili” (niente tasto L3 ed R3, per intenderci). Date le dimensioni ridotte (al pari degli altri tasti) è piuttosto ovvio che non possano fornire una corsa particolarmente lunga, ma in compenso sin dalle prime prove di gioco abbiamo registrato una sensibilità notevole - ovviamente ancora una volta da analizzare caso per caso.
È innegabile che due stick analogici aprano notevoli porte al gameplay (indimenticabile l'intervento di Ken Levine di Irrational alla conferenza Sony presso l'E3 2011, che a questo proposito costruì ponti d'oro alla console), ma come è noto le caratteristiche tecniche della macchina non si fermano qui. Ecco pertanto che lo schermo anteriore è un multitouch capacitivo, che trova larga applicazione soprattutto dal punto di vista dei menù: niente di più semplice ed intuitivo, piuttosto che scartabellare col direzionale tra le icone, del poggiare il polpastrello sull'opzione desiderata per una frazione di secondo, o sfogliare le pagine con un dito.