Tiscali

Recensione XIII

Andrea CaniDi Andrea Cani (2 gennaio 2004)
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Se dovessimo stilare una classifica delle software house più prolifiche nel corso del 2003, UbiSoft entrerebbe senza troppi sforzi nella top ten. Una line-up robusta che comunque non ha mai relegato in secondo piano l'elemento più importante: la qualità. XIII, shooter in prima persona tratto dal fumetto di Jean Van Hamme e William Vance, abbraccia in pieno la filosofia portata avanti dalla casa transalpina; produrre titoli di sicuro richiamo per il grande pubblico senza lesinare sugli sforzi atti a dar vita a prodotti validi. Inutile girarci troppo attorno. XIII è un buon gioco che pur non apportando novità fondamentali per il genere, riesce a divertire ed a tenere incollato il giocatore allo schermo fino al termine dell'avventura. Ma andiamo con ordine. Nel gioco impersoniamo un uomo privo di ogni ricordo del proprio passato. Il risveglio in una spiaggia senza memoria di ciò che si è fatto la notte precedente (mancasse solo quello) e con un mal di testa fortissimo può voler dire soltanto due cose: che la notte appena trascorsa si è festeggiato l'addio al celibato dell'amico più caro o che si è coinvolti in un intrigo dalle proporzioni internazionali dal quale sarà estremamente difficile uscirne vivi.
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Il tempo di scartare la prima improbabile ipotesi e veniamo soccorsi dalla bagnina di turno e accompagnati all'interno di un casolare, solo per svenire tra le sue braccia durante il tragitto. Il risveglio successivo non è dei più felici. A quanto pare la casa è circondata da loschi individui armati, la bagnina viene crivellata da colpi di mitra e noi ci troviamo a doverci difendere con le nostre mani e inspiegabilmente con la perizia di un uomo perfettamente addestrato nell'arte del combattimento. No, decisamente non si è trattato di una addio al celibato. Fugati gli ultimi dubbi e con in mano pochi indizi, rappresentati da un numero XIII tatuato sulla clavicola sinistra e da una chiave di una cassetta di sicurezza, ci muoviamo con decisione per scoprire tutto sul nostro passato e su ciò che ci sta succedendo.

XIII, come detto in precedenza, è uno shooter in prima persona di vecchia scuola, condito con una serie di elementi che, se non altro, riescono a portare una ventata d'aria fresca nel genere. La chiara ispirazione fumettistica non è servita semplicemente per trarre spunto ed attingere a piene mani da personaggi e situazioni, ma entra nel vivo del gameplay integrandosi con esso. Ed ecco che l'avvicinarsi di un nemico viene avvertita non solo per mezzo dell'udito ma anche grazie ai suoni onomatopeici riprodotti su schermo con scritte di dimensioni via via crescenti in base all'intensità del rumore prodotto. Il “tap tap” generato dai passi dei nemici è affiancato dai vari “crash, boom, bang”, prodotti da urti, spari ed esplosioni. Una scelta stilistica originale, e non fine a se stessa, che trova una collocazione ben precisa per l'economia del gioco. Le tavole di Vance e Hamme hanno pure ispirato in modo pesante la narrazione della storia principale. Gli intermezzi tra una capitolo e l'altro della storia, così come le scene clou durante le fasi di gioco, vengono raccontate con tavole che dinamicamente si susseguono su schermo. Colpire a morte un nemico, per fare un semplice esempio, genera una serie di vignette che ne raccontano in modo elegante la dipartita. La spina dorsale del gioco è comunque quella classica; dovremo esplorare ambienti tridimensionali con una visuale in prima persona, eliminare gli avversari che dovessero mettersi tra noi e il nostro obiettivo per mezzo del ricco arsenale bellico che avremo a disposizione e, di quando in quando, risolvere qualche semplice enigma che non va troppo oltre il canonico trova l'oggetto e usa l'oggetto nel luogo opportuno.
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