Le passeggiate sui muri e sui tetti saranno un ottimo metodo per esplorare le mappe correndo il minimo rischio
Rikimaru, storico protagonista di Tenchu, in questo gioco è il maestro ninja che vi assegna le missioni
Svolta questa (mica tanto) formalità, ed eventualmente superato l'esaustivo tutorial, ci troveremo nella nostra base d'operazione, ossia il cosiddetto “villaggio ninja”: “villaggio” è sicuramente un'esagerazione, i quanto le strutture disponibili saranno solamente due, vale a dire il negozio (dove operare le succitate variazioni al look e alle caratteristiche del personaggio) e la capanna di Rikimaru, dove il maestro Ninja ci proporrà le missioni. Queste saranno un totale di cinquanta, giocabili a tre livelli di difficoltà, anche se naturalmente andranno a rendersi disponibili man mano che completeremo le precedenti. Scelta dell'equipaggiamento, rapido briefing, qualche secondo di caricamento e finalmente eccoci sul campo di missione.
Il vostro ninja avrà a disposizione svariate tecniche e movimenti, dei quali i più comuni saranno salti e capriole, avanzate a fil di muro, e naturalmente eventuali corse ai ripari qualora scoperti. Una serie di indicatori in basso a sinistra ci segnaleranno lo stato della nostra “individuabilità”: quanto siamo visibili ad occhio nudo, quanto rumore stiamo producendo, quanto è distante il nemico più vicino.
I ninja sono assassini silenziosi, pertanto il metodo consigliato per eliminare i nemici è quello di strisciare silenziosamente alle loro spalle e infilar loro una spada tra le scapole, ma non mancheranno armi a distanza come shuriken, cerbottane o granate, così come la possibilità di affrontare i nemici a viso aperto con le più classiche tecniche di spada. Il repertorio di mosse si completa con la possibilità di strisciare sotto alcune strutture (Red Ninja docet?), la necessità di nascondere i cadaveri prima che vengano rinvenuti, l'onnipresente rampino per appendersi alle pareti nonché (simpatica novità) la particolarità di poter estrarre o riporre volta per volta la spada nel fodero: il gioco considera infatti più “visibile” un ninja con l'arma estratta, ma è anche vero che in caso di pericolo dover recuperare “il ferro” potrebbe comportare perdite notevoli di tempo; parimenti, tenere la spada nel fodero ci permetterà di compiere attacchi stordenti, utili soprattutto per porre in temporanea immobilità dei civili da risparmiare. A missione conclusa riceveremo anche una valutazione che terrà conto del tempo, degli obiettivi, delle uccisioni, di missioni speciali, eccetera: tutti elementi che si tradurranno in denaro (e alla lunga punti Xbox).
Ecco, in questo caso è consigliabile un fuga precipitosa, in quanto è decisamente sconsigliabile affrontare quattro avversari alla volta sono
Analogo, seppur non certo negativo, il commento per quanto concerne il parco audio: se da un lato possiamo contare sui sempre graditi doppiaggi in lingua originale (accompagnati da traduzioni in Italiano perfette), e se è vero che gli effetti sonori sono piuttosto buoni, è anche vero che la colonna sonora risulta un bel po' fiacca, e se si fa eccezione per il tema del menù e quello dell'Intro si riduce a pochi brani “giapponesizzanti” estremamente simili tra loro.
Il sistema di controllo non è immediatissimo, ma la possibilità di ripetere eventualmente il tutorial consente di padroneggiarlo appieno in tutte le sue sfaccettature nell'arco di una serata. Le missioni appaiono all'inizio un po' ostiche, complice la poca dimestichezza col gioco in sé, e sebbene in seguito si riesca a venirne a capo con discreta agilità, tendono a farsi volta per volta sempre un po' più impegnative. Il sistema di missioni non successive ma selezionabili (Shinobido docet?) è estremamente utile se si è a caccia della perfezione (e dei premi) ma purtroppo rende la trama più labile e banale, in quanto solo alcune di queste sono “obbligatorie” e le vicende narrate costituiscono un filo conduttore piuttosto insoddisfacente. Inoltre, una volta che avrete ucciso una mezza dozzina di mercanti/ladri/sacerdoti/samurai/ninja, avrete trafugato quattro o cinque tra piani ed insegnamenti segreti, avrete attraversato due o tre posti di blocco, comincerete a trovare le missioni ripetitive, difficoltà a parte. Infine, ultimo elemento fastidioso, ogni volta che selezionate “riavvia missione” questa viene ricaricata da capo, e se per caso ne fallite una dovrete ritornare al Villaggio Ninja e ripetere il briefing piuttosto che poterla immediatamente ritentare, con una noiosa perdita di tempo in caricamenti.
A risollevare la situazione interviene il MultiPlayer, possibile tanto in rete locale quanto online tramite il servizio Xbox Live. In questa modalità, fino a quattro giocatori possono collaborare in missioni Co-op: il Villaggio Ninja diviene la lobby in cui riunirsi, alcuni comandi permettono di inviare dei messaggi preimpostati, ed eventualmente i punteggi accumulati dai singoli partecipanti andranno ad accumularsi nella classifica ufficiale sul server. Indubbiamente è a questa peculiarità, più che al SinglePlayer (visto più che altro come una lunga sessione di allenamento del personaggio), che gli sviluppatori hanno puntato: la stessa ampia personalizzazione del proprio ninja è indice che volevano ritrovare a spasso sui server gli assassini più differenti e peculiari.
Anche se non doveste, o non voleste, cimentarvi nel gioco online, c'è però da dire che cinquanta missioni non sono affatto poche, e la possibilità di giocarle in tre livelli di difficoltà le rende appetibili per un gran pubblico e per lungo tempo. Il gioco è pertanto promuovibile: non sarà un capolavoro, ma compie il suo dovere di divertire ed è realizzato discretamente. Rimandato a settembre solo per l'assenza di una trama più accattivante...
Un samurai va a farsi benedire; riuscite a scorgere, in fondo alla strada (tra le gambe del ninja) uno scintillio? Si tratta di un oggetto da raccogliere
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Tenchu Z è un prodotto alla fin fine valido che richiede un supporto hardware di ultima generazione solo per alcuni elementi qua e là e presenta una mole di missioni di difficoltà crescente con gli unici difetti di essere molto simili l'una all'altra e di essere legate da una storia di fondo piuttosto banale. Ovviamente, la sua vera ragion d'essere risiede nella possibilità di crescere il proprio personaggio, personalizzarlo e poi utilizzarlo nel MultiPlayer, ed in questo campo segna un importante precedente, dato che questa opzione è sicuramente meno comune in uno stealth game piuttosto che in altri generi.



