M. Bison non è più il nemico finale di tutte le trame, ma questo non significa affatto che lo si possa prendere sottogamba
Impegnandovi a dovere potrete sbloccare anche dei costumi aggiuntivi... anche se nel caso di Blanka si potrebbe parlare di costumi e basta!
Con SF4 gli sviluppatori sono riusciti in un'impresa affatto facile: trasporre il gameplaying immediato e trascinante di SF2 nelle moderne tecnologie e introducendo nuovi elementi non sbilancianti. Il risultato è molto, molto superiore alla temuta “minestra riscaldata” di cui abbiamo fatto menzione in sede di Preview: per quanto un giocatore occasionale possa ancora una volta avere l'illusione di poter sopravvivere con le mosse più semplici, basta una sola partita alla difficoltà intermedia per rendersi conto che padroneggiare le mosse speciali e le caratteristiche peculiari del lottatore è assolutamente indispensabile per trionfare. D'altra parte, gli sviluppatori sono riusciti a valorizzare Super e Ultra rendendole piuttosto accessibili, sebbene giustamente non immediate.
E. Honda è un avversario temibile: non fatevi ingannare dalla sua stazza e tenetevi alla larga dalle sue manacce
Cos'altro dire di Street Fighter IV? Certamente che per apprezzarlo veramente bisogna venire a patti con la scelta stilistica affinata negli anni: chi è cresciuto a pane e picchiaduro 3D potrebbe non trovarsi a suo agio con un concept così diverso, così “primitivo” se vogliamo, e chi è abituato a vedere realizzazioni grafiche sempre più realistiche potrebbe trovare urtante l'aspetto “tozzo” di Ryu e Ken, o la sproporzione tra le gambe e il resto del corpo di Chun Li, o la pettinatura improbabile di Guile, o in generale tutte le innaturalità della saga, a partire dal fatto che si sparano palle di fuoco ogni mezzo secondo. Ma Street Fighter è così, così è sempre stato, e se così non fosse... beh, semplicemente non sarebbe più Street Fighter! E nel suo essere sé stesso, Street Fighter ha vinto ancora.
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Inutile girarci intorno: Street Fighter IV è la risurrezione di un capolavoro, vale a dire il secondo capitolo della serie. È veramente encomiabile come gli sviluppatori siano riusciti a ricreare la giocabilità immediata ed adrenalinica, eppure piena zappa di elementi tattici, che ha reso celebre il precursore, inserendo nel contempo altri elementi, affinati nei capitoli della serie Alpha, che vivacizzano il gameplaying senza snaturarlo di una virgola, ma rendendolo anzi più travolgente. La realizzazione grafica in 3D con un ottimo cell-shading (nonostante l'azione si svolga comunque su un piano bidimensionale) e la consueta cura nei doppiaggi e nei temi musicali sono la tipica ciliegina su una torta dal ripieno ottimo ed abbondante. Se tutte le “minestre riscaldate” fossero così...



