S'è a lungo parlato di Starcraft 2 come di un gioco fortemente "multiplayer-oriented", e possiamo dire che queste affermazioni si sono rivelate tutt'altro che campate in aria, ma ciò non ha impedito a Wings of Liberty di sfoggiare una componente single player a dir poco strepitosa, tanto da offrire sufficienti motivi di interesse e appagamento anche a chi di gioco online non vuole proprio sentirne parlare. Come già anticipato, le 26 missioni che vi separeranno dagli agognati titoli di coda della campagna in solitaria sono incentrate (pur con qualche piacevole intermezzo che ci guardiamo bene dall'anticiparvi) sui Terran, mentre per metterci alla guida di Zerg e Protoss al di fuori di multi e schermaglie contro l'IA, dovremo attendere i prossimi due episodi della trilogia, pianificata a cadenza annuale. In questa prima fase dell'arco narrativo, ritroviamo nei panni di protagonista una volto noto come Jim Raynor.
L'ex sceriffo di Mar Sara si trova ora al comando dei Randagi, un organizzazione ribelle votata alla lotta senza quartiere contro il corrotto governo del Dominio, presieduto dall'imperatore Arcturus Mengsk, che con l'inganno, negli eventi narrati nel primo Starcraft, aveva ottenuto proprio dal buon Jimmy un aiuto decisivo nella propria ascesa al potere. Raynor, diviso tra un idealismo sempre più messo alle corde, il desiderio di vendetta verso Mengsk e i sensi di colpa legati al destino dell'ex commilitona (e forse qualcosa in più) Sarah Kerrigan, catturata dagli zerg e trasformata nella temibile Regina delle Lame; si troverà alle prese con diverse gatte da pelare sulla strada del colpo letale ai danni del Dominio: colonie in pericolo, antichi artefatti, inquietanti profezie, e molto altro.Dopotutto, chi ha mai detto che organizzare una rivoluzione sarebbe stata una passeggiata? Se l'illustre predecessore datato 1998 ha fatto della granitica sceneggiatura uno dei suoi più clamorosi punti di forza, Wings of Liberty si domostra brillantemente all'altezza: nelle 25 ore che -stimiamo- vi terranno occupati nella storyline principale non avrete motivo di non rimanere incollati allo schermo, assorbiti dal susseguirsi continuo di intrecci, colpi di scena e pennellate di classe varie che il solido plot, degno di una grande produzione hollywoodiana, ha in serbo per voi. Siamo pronti a scommettere che, giunti al finale, sarete già in spasmodica e irrefrenabile attesa per il prossimo capitolo.
Peraltro, registriamo con una certa soddisfazione la possibilità di scegliere di volta in volta l'ordine con cui effettuare le missioni, suddivise a loro volta in diversi tronconi narrativi. Una scelta che
accentua di molto il senso di linearità -che pure in questo genere sarebbe stato tranquillamente perdonabile- pur non ostacolando in alcun modo lo sviluppo della trama. Non mancano nemmeno, in determinate circostanze, autentici bivi in cui saremo chiamati a decidere da che parte schierarci in battaglia. Un elemento invero ancora piuttosto embrionale, dato che le conseguenze delle nostre azioni risulteranno narrativamente ininfluenti, resta comunque una feature da tenere d'occhio.
Le sorprese non finiscono qui; Wings of Liberty vanta anche l'introduzione di una contenuta ma riuscita cornice gestionale: portata a termine la prima infornata di missioni, Raynor guadagnerà l'accesso a un'armeria e a un laboratorio, e per ogni incarico portato a segno riceverà compensi spendibili potenziando permanentemente unità e strutture e assoldando squadre mercenarie, e completando di volta in volta gli obiettivi bonus, avrà a disposizione "punti ricerca" mediante i quali potrà sfruttare a proprio favore ricerche sulla biologia Zerg o le avanzate tecnologie Protoss. Volete applicare la rigenerazione cellulare dello Sciame ai vostri carri armati? Oppure automatizzare la raccolta di gas grazie a fonti di energia aliene? Avete di che sbizzarrirvi.
Che dire infine della campagna in sé? Beh, è da vedere per credere. Se la scelta di limitare il campo a una singola fazione poteva apparire come un azzardo, Blizzard ha risposto con un capolavoro di game design: la varietà con cui ci troviamo a che fare è semplicemente qualcosa di mai visto in un RTS, si fatica (e pure vanamente) a trovare due missioni uguali tra di loro, e la qualità di esse non conosce cali nè semplici incertezze. Wings of Liberty in singolo è paragonabile a una corsa in ottovolante, un'esperienza emozionante e divertente dal primo momento all'ultimo, che con ogni probabilità vi divorerete tutta d'un fiato o quasi, questo anche grazie a una curva di difficoltà calibrata in modo da offrire una sfida perennemente adeguata, senza lasciare spazio alcuno a frustrazione e al contempo evitando di regalare nulla. Non importa quanto possiate essere esigenti, con Wings of Liberty la noia è un concetto -giusto per stare in tema- alieno.