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Recensione Spec Ops: The Line

You wan'da step into My World It's a sociopsycothic state of bliss...
Luca Gambino Di Luca Gambino(3 luglio 2012)
Anche il feeling con le armi non è del migliore dal momento che si ha quasi sempre la sensazione di sparare con la stessa arma e una volta prese le misure al rinculo di un AK 47 (ad esempio) si potrà facilmente copincollare la compensazione a tutte le altre presenti nel gioco. Non tantissime, in verità, ma comunque sufficienti per dare una parvenza di varietà. Interessante la possibilità di interagire con alcuni elementi del fondale, riuscendo, per ad esempio, a riversare sul nemico quintali di sabbia o sbriciolare le immense vetrate dei grattacieli da usare come armi "alternative" sui nostri avversari. La sabbia, per esempio, sarà una costante nel corso di tutta la nostra avventura. A parte le continue tempeste che tenderanno a rappresentare una interessante variabile (ancora di più nel multiplayer), la sabbia darà al giocatore la possibilità di sfruttarla a proprio vantaggio nel corso del conflitto a fuoco, studiando anche ingegnosi espedienti (come il lancio di una granata, per esempio) per far si che finisca negli occhi dei nostri avversari lasciandoli quindi maggiormente esposti ai nostri colpi.
Spec Ops: The Line - Immagine 7
Si, anche io ho fatto una comparsata, lo ammetto.
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I collezionabili ci rivelano alcuni retroscena della trama
Spec Ops: The Line - Immagine 9
Preparatevi a molte scene forti.
In ultimo è da segnalare l'estrema linearità d'azione, cadenzata da sistematiche "action bubbles" che si attiveranno nel momento in cui i vostri personaggi raggiungere un determinato "trigger point", evidenziato dal fatto che vedrete gli avversari fuoriuscire dai propri nascondigli (a volte anche a cottimo) e prendere le posizioni di battaglia. Tutto molto finto.  Intendiamoci, strutture di gioco simili si ritrovano ormai in ogni shooter moderno (affianco anche all'assenza cronica di medikit) ma il problema di Spec Ops (e non di Modern Warfare, per dirne uno) è che il prodotto Activision riesce a nascondere meglio le proprie magagne. In Spec Ops invece la nostra "sospensione" dell'incredulità è continuamente messa a dura prova e dopo poco, purtroppo, decade del tutto, portandosi dietro anche le buone intenzioni narrative.
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Siamo quasi alla resa dei conti.
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Lo sguardo spiritato del nostro protagonista non promette niente di buono.
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Come detto, gli sviluppatori non si sono tirati indietro nel prendere in esame gli aspetti più truci della guerra.
Una linearità di fondo evidenziata anche dalla costruzioni dei livelli che permettono di guardare come un turista sui binari questa splendida Rapture insabbiata. Oltretutto, la cosmesi del gioco non è certamente delle più eccelse, a causa di un insieme di texture piuttosto piatte, povere di dettagli e una costruzione poligonale per lo più molto spoglia, forse per concentrare maggiori sforzi sulla ricostruzione scenica dei grattacieli di Dubai in via di disfacimento. Non conosce maggior successo il versante audio che si fregia sicuramente di una colonna sonora di tutto rispetto e spesso "a tema" (Il tema "Nowhere to run, nowhere to hide nel pieno della battaglia è un esempio lampante) ma che si rovina con un doppiaggio "da caserma" che a lungo andare riesce a sottrarre tensione, facendolo diventare più una macchietta umoristica che altro.

Non poteva poi mancare il multiplayer che per alcuni aspetti sembra rifarsi a quanto recentemente visto in Ghost Recon Future Soldier, epurato da tech gadgets e, buon per lui, dai fastidiosi e sistematici spawn kills. Un tentativo discreto che prende a pieni mani, anche qui, da Call of Duty proponendone il classico sistema di crescita + perks assortiti in salsa Third Person Shooter con annessi e connessi e la simpatica variabile delle tempeste di sabbia che per qualche decina di secondi rendono particolarmente difficile mirare, se non direttamente avere una visibilità accettabile. Purtroppo è piuttosto evidente il downgrade grafico che rende ancora meno attraente il comparto estetico del gioco. Peccato.
Spec Ops: The Line - Immagine 13
A volte un RPG risolve tanti di quei problemi...
Spec Ops: The Line - Immagine 14
In alcuni frangenti il sistema ci consiglierà l'approccio più corretto.
Spec Ops: The Line - Immagine 15
Qui si può scegliere se sparare direttamente a ogni singolo soldato..
12
6
Spec Ops parte, sulla carta, con ambizioni non indifferenti. Se tutti i competitors puntano alla superficie della "guerra moderna", il prodotto Take 2 mira invece ad entrare nelle teste di chi, armi alla mano, è costretto suo malgrado a combatterle. Il tema è sicuramente scottante (specialmente in USA) e tutto sommato, almeno da un punto di vista strettamente narrativo, è anche trattato con dovizia di particolari. Il problema è che il gioco riesce veramente ad essere poco empatico e fallisce nel tentativo di porre il giocatore al centro della vicenda umana del protagonista sullo schermo. Colpa, forse, di una "recitazione digitale" (possiamo chiamarla così) piuttosto piatta, di un doppiaggio in italiano anch'esso poco enfatico e dei "tempi" del videogioco che tendono a diluire troppo anche le fasi più drammatiche del gioco. A questo aggiungete anche un sistema di gioco di sicuro non originale, qualche problema con i comandi, una grafica non certo di primo livello, un'avventura non lunghissima e un multiplayer che perde punti contro i soliti noti. Basta?
voto grafica6
voto sonoro6
voto gameplay6
voto durata6