Tiscali

Recensione Samurai Warriors 4

Omega Force ci riporta nel Giappone del XVI Secolo
Tommaso Alisonno Di Tommaso Alisonno(23 ottobre 2014)

Sengoku Musou 4

Nell'arco del XVI Secolo il Giappone attraversò un periodo decisamente turbolento, in cui lo Shogun - principale governatore nominato dall'Imperatore - non fu in grado di imporre la propria autorità: ne seguì una violenta e complessa guerra tra i vari Daimyo (generali) in quello che fu poi chiamato periodo Sengoku, ossia degli stati belligeranti. Così come per la Guerra dei Tre Regni in Cina, che rivive in Dynasty Warriors, anche il periodo Sengoku ha la sua saga Musou, che in Occidente è per l'appunto nota come Samurai Warriors.

Samurai Warriors 4, pur non essendo il primo titolo Musou ad affacciarsi sulla generazione PS4, è il primo ad essere stato sviluppato parallelamente sulle tre piattaforme Sony (DW8XLCE e WO3U sono infatti porting adattati al nuovo hardware). Il team Omega Force ha pertanto messo in campo tutta l'esperienza accumulata coi precedenti esperimenti, sia in termini tecnici sia per quanto riguarda le novità del gameplay, con un occhio di riguardo anche per gli spin-off portable, cercando di prendere il meglio e poi spingendosi anche oltre. Ma andiamo con ordine.

Il GamePlay di Base: SORPRESA!

Dopo l'esperimento (...fallito...) del renbu-system di DW6, il team di sviluppo ha ormai consacrato come intoccabile il tradizionale power-system, quello ossia che prevede di concatenare attacchi veloci e poi concludere la combo con 1-3 attacchi potenti. Ma è davvero così intoccabile? Parrebbe proprio di no, visto che il team gli ha affiancato una nuova serie di attacchi: le mosse Hyper. Queste consistono in una serie di scatti veloci sul campo di battaglia, molto efficaci contro i gruppi numerosi di nemici minori, ma inutili contro i generali (basta una parata per farci “rimbalzare”).
  • Samurai Warriors 4 - Immagine 2
    I Sanada da giovani
  • Samurai Warriors 4 - Immagine 3
    Musou da arciere in arrivo
  • Samurai Warriors 4 - Immagine 4
    L'editor in azione - mi somiglia?

La differenza tra una serie di attacchi normali e una Hyper è data dal primo tasto premuto: iniziando con Quadrato eseguirete attacchi normali e potrete continuare e concludere la combo con Triangolo, mentre facendo il contrario eseguirete la sequenza Hyper, completandola a sua volta con una tecnica apposita. Con due soli tasti, insomma, la gamma delle combo è pressoché raddoppiata. Rimane naturalmente l'indicatore del Musou, il quale una volta riempito permette di effettuare una mossa devastante che rende il personaggio invulnerabile: aumentando di livello si avranno a disposizione più segmenti di Musou, ma l'entità della mossa non cambierà.

Ereditata da DW8 arriva anche la barra dello Spirito, ossia un indicatore che si riempie più lentamente del Musou ma che se attivato fa entrare il personaggio in uno stato di Furia, con velocità, danni e resistenza aumentati; in stato di Furia è inoltre possibile effettuare l'attacco True-Musou. L'indicatore dello Spirito può essere speso anche parzialmente per eseguire un attacco in scatto che segua l'attacco potente (qualcosa di simile a quanto visto in DWGundam). Infine, uno dei tasti laterali è preposto all'uso di una “abilità speciale”, la quale dipenderà tantissimo dal personaggio: potrebbe essere ancora una volta una forma di attacco, oppure una difesa speciale, o un temporaneo power-up, o ancora un contrattacco.

Rimane il tasto della parata, con in più la possibilità di effettuare schivate agendo sull'analogico destro mentre lo si tiene premuto. Onnipresente è anche il tasto di salto, nonché quello per chiamare il cavallo. Ma una delle innovazioni più interessanti è la possibilità, mediante il tasto Options, di cambiare personaggio: a meno che non stiate giocando in multiplayer, infatti, scenderete in battaglia con due personaggi, controllandone uno alla volta e lasciando l'altro alla cura dell'IA, a cui potrete però impostare ordini di massima dalla mappa di gioco. Inutile dire quanto questo possa essere utile quando l'azione si sviluppa su più fronti contemporaneamente.

Progressione e Missioni

Dal punto di vista della progressione, permangono i classici livelli di esperienza che incrementano i valori di attacco/difesa del personaggio e sbloccano via via nuove mosse nelle combo, ma c'è spazio anche per una personalizzazione più sottile. I quattro tipi di attacco (Normale, Potente, Hyper e Speciale) potranno infatti essere rinforzati separatamente semplicemente utilizzandoli ripetutamente: a tal proposito, nella “scheda” del personaggio troveremo il livello di upgrade ottenuto in ciascuno di questi parametri. Va da sé che un PG molto dinamico tenderà a potenziare più facilmente le forme di attacco Normale o Hyper, uno robusto la Potente, un mago la Speciale.

Facendo un passo indietro e tornando all'Esperienza, un'altra innovazione sono le cosiddette “Missioni” che si attiveranno nel corso degli scenari: queste sono di fatto delle situazioni che il giocatore è chiamato a fronteggiare con urgenza, a volte per permettere alla trama di proseguire, altre volte per ottenere dei vantaggi strategici - ad esempio, sconfiggendo degli assassini prima che raggiungano il loro bersaglio. Ciascuno di questi obiettivi, se raggiunto, viene premiato con esperienza bonus al termine dello scenario.

Modalità di Gioco

Il gioco offre tre modalità principali: la Storia, la Libera e la Cronaca. Nella prima, potremo ripercorrere gli eventi del turbolento periodo Sengoku in 12 “Leggende” incentrate sulle varie famiglie o fazioni che hanno militato: inizialmente solo alcune di queste storyline saranno disponibili, mentre le rimanenti si sbloccheranno portando a termine queste prime. Ciascuna Leggenda conta dai 4 agli 8 scenari, talvolta con bivi e “What If”, e propone per ciascuno di essi un roster limitato di personaggi tra cui scegliere la coppia con cui cimentarsi. In modalità Libera potrete rigiocare una qualsiasi battaglia già affrontata in Storia, ma senza alcun limite nella scelta del personaggio.
La gamma delle combo è pressoché raddoppiata

Ben diversa la modalità Cronaca, nella quale saremo chiamati a creare un personaggio tramite l'apposito editor e vivere in prima persona la sua storia nel Giappone dell'epoca. Muovendo il nostro alter-ego sulla mappa potremo partecipare a svariati tipi di battaglie, aiutando o entrando in conflitto coi vari personaggi del Roster, fino a conquistarne la fiducia e annetterli al nostro gruppo sottoforma di alleati (e poterli utilizzare come personaggio secondario). L'editor è inizialmente limitato ad alcuni tipi di armi specifiche, ma portando al massimo l'affinità con un eroe si renderà disponibile il suo peculiare stile.

Nel corso della Cronaca, potrete volta per volta decidere il percorso da seguire, sia “geograficamente” partecipando ad una battaglia piuttosto che un'altra, sia dal punto di vista di un minimo di RPG, con dialoghi a scelte multiple e la possibilità di scegliere il proprio “Cammino” tra guerriero, storico, brigante, spadaccino ed altro ancora. Non mancheranno i negozianti presso cui potenziare le proprie armi o “riforgiarle” in modo da renderle disponibili ad altri personaggi, nonché acquistare nuovi capi d'abbigliamento per l'editor.
Samurai Warriors 4 - Immagine 6
Oichi danza sul campo di battaglia

L'Impatto Tecnico

Graficamente parlando, il team Omega Force è riuscito a conciliare spettacolarità e leggerezza: dovendo realizzare un gioco che fosse sostanzialmente lo stesso su piattaforme di tre fasce differenti, alcune scelte risultano piuttosto “furbe” ma assolutamente funzionali; sotto il profilo della qualità grezza, ad ogni modo, l'hardware di PS4 è stato indubbiamente sfruttato. Gli ambienti sono decisamente vasti, ben ricreati, zeppi di dettagli ed elementi ben curati, sebbene alla fin fine i punti attivi si limitino ad alcune casse sfondabili per raccoglierne il contenuto e a poche scale su cui arrampicarsi. I modelli sono ben realizzati, dettagliati e testurizzati, e le animazioni sono fluide.
Alcune scelte grafiche risultano piuttosto “furbe”

Certo, dispiace vedere ancora alcune “sbavature” come mantelli o altre parti di equipaggiamento che compenetrano il modello, ma nel complesso il risultato è veramente ottimo e il frame rate si mantiene sempre elevato. Tra le scelte “furbe” citiamo il fatto che la barra della vita dei nemici compare solo quando questi sono entro una certa distanza, oppure il fatto che negli intermezzi dialogati i personaggi rimangano sempre in pose “di default” anziché avere un'interazione più realistica - qualcosa di testato in Samurai Warriors Chronicles su portable.

Molto buone anche le musiche, tutte realizzate in modo da strizzare l'occhio alla tradizione Giapponese, utilizzando cioè strumenti come il Koto, i flauti e i tamburi, ma allo stesso modo interpretate in chiave moderna; unica pecca: il tema dei menù è decisamente troppo ripetitivo. Ottimi i doppiaggi, realizzati esclusivamente in lingua Giapponese - una scelta già effettuata in WO3 e che il pubblico Occidentale ha dimostrato di apprezzare. I testi sono disponibili esclusivamente in Inglese.
Samurai Warriors 4 - Immagine 8
Questo non si degna neppure di sguainare la spada

Un'Ottimo Musou, Ma...

Il primo impatto con SW4 è veramente ottimo: a monte della realizzazione tecnica, il gioco riesce a reinterpretare il gameplay in maniera accattivante grazie all'introduzione degli attacchi Hyper, portando il battle-system a nuovi livelli. Inizialmente può nascere la sensazione che sfrecciare sul campo di battaglia con le mosse Hyper renda il gioco banale, ma in realtà ci si rende conto ben presto che per superare i nemici più tosti queste siano totalmente inutili e che pertanto è bene dedicarsi e potenziare anche le altre forme di attacco. Il roster conta adesso 55 personaggi ufficiali - più l'editor - tutti egregiamente differenziati eppure tutti altrettanto “potenti” alla prova delle armi.
La difficoltà è orientata verso il basso

Eppure un difetto c'è: il gioco ha un livello di difficoltà orientato sempre più verso il basso: nonostante abbiamo ignorato il consiglio del gioco stesso, che all'inizio esorta a partire dal livello “Easy”, a difficoltà “Normal” non abbiamo praticamente mai avuto particolari problemi - salvo una singola volta in cui abbiamo affrontato una missione “a dieci stelle” con un PG di livello 1 (riuscendo comunque a superarla). Soprattutto, abbiamo notato che l'IA dei nemici è restia ad utilizzare l'attacco Musou, limitandosi a qualche attacco sporadico che, pur essendo doloroso, raramente può metterci in crisi. E' pur vero che ci sono altri due livelli di difficoltà - Hard e Nightmare - ma avremmo gradito una sfida più interessante anche al grado standard: un regalo ai neofiti?

Per completare tutte le campagne non basterà una manciata di ore: tra animazioni, dialoghi, filmati e battaglie vere e proprio, infatti, avrete bisogno all'incirca di una ventina di ore prima di vedere la scritta “cleared” su ciascuno scenario. Questo però non sarà che l'inizio: oltre ai succitati livelli di difficoltà superiore, infatti, potrete rigiocare gli scenari anche solamente per provarli con differenti personaggi, e alcune delle missioni extra si attiveranno solo in questo caso. In più, non bisogna dimenticare che c'è tutta la modalità Cronaca ad attendervi, la quale ha forse proprio nella sua lunghezza l'unico difetto: la presenza dell'editor istiga infatti alla creazione di personaggi su personaggi che potreste avere problemi a sfruttare a dovere.

In conclusione, Samurai Warriors 4 dimostra di essere un ottimo gioco della serie Musou, realizzato in modo da invogliare i neofiti a calarsi nelle guerre del periodo Sengoku in forza della sua difficoltà modesta ma che può fare la gioia dei fan di lunga data grazie al sistema sapientemente rinnovato e coi livelli di difficoltà superiore. La serie continua a crescere e ha trovato in questa generazione di console terreno decisamente fertile.
8,5
Un gran bel Musou: con l'introduzione delle tecniche Hyper, Samurai Warriors 4 porta il battle-system a nuovi livelli pur senza snaturarne il concept, e nella realizzazione tecnica riesce a fondere in sé elementi ottimi e scelte “furbe” che tengono il tutto particolarmente leggero. Con l'unico difetto di essere forse un po' troppo “ammiccante” per i neofiti, con l'invito ad impostare la difficoltà in Easy e una sfida non particolarmente dura neanche in Normal, segna comunque un ottimo traguardo, o per meglio dire una nuova tappa per una serie in continua crescita.
voto grafica8
voto sonoro8
voto gameplay8,5
voto durata8,5