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Recensione Return to Castle Wolfenstein

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (4 dicembre 2001)
Return to Castle Wolfenstein - Immagine 51
I.A. - INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Non potevo esimermi dal dedicare un piccolo paragrafo all'IA delle creature che popolano i livelli di Return to Castle Wolfenstein, in quanto essa appare estremamente curata e svolge un ruolo fondamentale nel gioco, inculcando nel giocatore la sensazione di trovarsi di fronte a delle entità tutt'altro che stupide. Certo, la strada da fare è ancora molta e gli stessi nazisti di RTCW sono lungi dall'essere perfetti (basti pensare che spesso, pur sentendo spari nell'aria o ricevendo una bomba in mezzo ai piedi, non fanno una piega), ma il passo avanti svolto dai coder della Gray Matter è notevole e sostanziale, differenziando nettamente il loro gioco dagli altri simili presenti sul mercato. Finalmente abbiamo a che fare con degli esseri che non non restano impassibili di fronte ai nostri colpi ma tendono a comportarsi in base a precise variabili caratteriali (paura, coraggio, forza, fatica, ecc.) che li portano ad agire di conseguenza a seconda delle situazioni in cui si vengono a trovare. Prendiamo i nazisti dei primi livelli: se ci vedono da lontano sarà difficile che si buttino da soli contro di noi (la loro variabile PAURA deve essere molto bassa), mentre è più probabile che vadano alla ricerca di rinforzi, nel qual caso spariranno per un po' per poi tornare più decisi e sicuri di prima per farci le feste; se invece non hanno la possibilità di cercare aiuto, è molto probabile che si chiudano in qualche stanza o si riparino dietro ad un muro o in un angolo aspettando poi di vederci per crivellarci di colpi, proprio come faremmo noi al loro posto... altre volte si lanciano addirittura da scale o passerelle pur di venire ad impallinarci, e in certe situazioni restano nascosti fermi ed immobili, senza fare rumore, fino a quando non gli si passa davanti. Una volta ho quasi giocato con uno che mi rincorreva attorno ad un pilastro (ci giravo intorno mentre lui mi inseguiva), dopodichè mi sono voltato per inseguire a lui, e lui si è comportato nel mio stesso modo, girando a sua volta attorno al pilastro... notevole, non c'è che dire! Davvero un buon termine di paragone per gli altri shooter che verranno.

COMMENTO
Signore e Signori, Return to Castle Wolfenstein è veramente un gran gioco: tutto è stato curato nei minimi particolari e la supervisione della id Software nei confronti della Gray Matter si vede e si sente tutta, a partire dal filmato introduttivo per arrivare al più piccolo ed insignificante dettaglio.
D'altra parte, poteva un gioco che si apre con il marchio id in bella mostra rivelarsi un mezzo fiasco? Certo che no, e anche senza andare a vedere per forza di cose chi e perchè ha creato questo gioco, Return to Castle Wolfenstein rimane un bellissimo sparatutto in soggettiva, tanto che sono sicuro diventerà ben presto un classico entrando di diritto nella Storia dei videogiochi (quella con la “S” maiuscola). Mentre lo giocavo mi è passato più volte per la testa il recente Clive Barker's Undying, insieme al grande Quake 2: infatti Wolf eredita dal primo una grande atmosfera e caratterizzazione dei personaggi, la linearità delle missioni, una splendida grafica e uno stupefacente sonoro, e dal secondo l'azione veloce (anche se non velocissima) ma leggermente “ragionata” tipica del capolavoro della id, con pochi, banali enigmi e tanti nemici in posizioni strategiche pronti ad agire al minimo rumore o “sentore” di pericolo. E tuttavia, le differenze con i sopracitati titoloni ci sono, e non sono di poco conto: come già detto, infatti, Wolf si contraddistingue per un'Intelligenza Artificiale dei nemici stupefacente, laddove Quake 2 falliva invece miseramente, e inoltre riesce addirittura ad inglobare livelli che sembrano estrapolati dai più gettonati “Stealth Game” di questo periodo, tra cui non posso non citare No One Lives Forever e soprattutto Hitman. Ma attenzione, perché nonostante alcune “escursioni” nel genere degli Stealth, Return to Castle Wolfenstein rimane sempre e comunque un classico shooter in prima persona, con molti nemici da sforacchiare e ben poco tempo da destinare all'utilizzo della materia grigia.
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A seconda del grado di difficoltà selezionato, i soldati avranno una mira più o meno precisa
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Il castello di Wolfenstein in tutto il suo splendore
Return to Castle Wolfenstein - Immagine 9
Quando appare sullo schermo la mano, significa che possiamo interagire con l'oggetto che abbiamo di fronte
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