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Recensione Rayman 3: Hoodlum Havoc

Paolo MulasDi Paolo Mulas (6 marzo 2003)
Rayman 3: Hoodlum Havoc - Immagine 8
La difficoltà dell'essere platform
Diciamo la verità, il genere dei platform “puri” ha subito più di una contaminazione con l'avvento delle generazioni a 32 bit prima e 64 bit poi . Con l'avvento della terza dimensione, inoltre, si è visto un incredibile fino a poco tempo fa avvallamento in uno stesso gioco, di più generi; in questo panorama quindi di incroci e di miscugli, Rayman3 è uno degli ultimi rappresentanti dei platform 3d (lo stesso Super Mario Sunshine è “inquinato” da elementi adventure), ma nonostante ciò offre comunque numerosissime variazioni al semplice tema delle piattaforme.
Gli stessi combattimenti sono legati al genere degli sparatutto, con possibilità di agganciare il nemico, adottando anche i classici spostamenti laterali (strafe in gergo) tipici degli sparatutto in prima persona, ma non mancano sezioni dove dovremo guidare la nostra scarpa, controllare robottoni giganteschi stile Mech, ma pure pattinare in lunghissime piste contorniate da luci e suoni psichedelici. Un'altra interessante novità è quella legata al sistema di punteggio: ogni volta che si elimina qualche nemico o si raccoglie qualche oggetto comparirà la modalità combo. Più azioni saranno unite velocemente tra loro e più il punteggio aumenterà permettendoci cosi di disputare numerosi livelli bonus o video inediti.

Al contrario del precedente episodio, Rayman non acquisirà nessun potere avanzando nel gioco, ma tutte le nuove mosse saranno difatti disponibili da subito per un periodo di tempo determinato. Sotto forma di lattina, infatti, i nuovi power up, si fanno da subito apprezzare per loro originalità e varietà: i guanti a rampino per aggrapparsi ai lum volanti (nel prequel era possibile farlo di default), casco elicottero che permette di volare più in alto, pugni rinforzati e rotanti e addirittura il siluro pugno. In quest'ultimo controlleremo in prima persona il nostro guanto, per l'occasione trasformato in un missile che potremo indirizzare a nostro piacimento verso nemici e meccanismi altrimenti irraggiungibili.
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Lo Zelig dei videogames
Il gioco fin dalle prime battute, diverte e si lascia piacevolmente giocare, grazie soprattutto ad una buona immediatezza ed ad una curva di apprendimento ben calibrata.
Il gioco non è mai frustrante, sono rari i passaggi davvero impegnativi, però non possiamo nemmeno considerarlo un gioco facile data la quantità elevata di segreti che nasconde. Al contrario degli altri esponenti del genere, Rayman3 manca di un anticamera dal quale accedere poi a tutti i livelli, ma gli stage si susseguono uno dopo l'altro, quasi per dare un filo logico da seguire: se da un lato il giocatore riesce più facilmente ad immedesimarsi in un avventura continua, dall'altro i livelli non sono in realtà realmente collegati fra loro, ma paiono dei compartimenti stagni. Anche molti personaggi, non sono molti approfonditi e caratterizzati, appaiono, recitano la loro parte (generalmente come boss) e poi si defilano quasi come se non fossero mai esistiti. I nemici, davvero numerosi sono dotati di una buona intelligenza artificiale, corrono per ripararsi dai nostri colpi, attaccano spesso in coppia, e sono ben caratterizzati come movenze e pattern. I boss ottimamente realizzati, sono davvero giganteschi, tanto da occupare spesso tutta l'area dello schermo; ma le dimensioni non devono preoccupare più di tanto, dato che dopo pochi minuti di studio il più delle volte si scoprirà il loro punto debole per batterli.
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