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Recensione Rayman 3: Hoodlum Havoc

Paolo MulasDi Paolo Mulas (6 marzo 2003)
Rayman 3: Hoodlum Havoc - Immagine 1
Tre non è solo dal punto di vista teologico il numero perfetto, ma anche in altri campi quali il cinema, la musica, e la letteratura, segna la definitiva consacrazione dell'artista. Nel campo videoludico sono molti i brand ad aver toccato il numero 3, con risultati a dir poco altalenanti; se da un lato il terzo episodio di Turok è stato l'inizio della sua parabola discendente, o con la terza avventura di Lara Croft che Tomb raider ha assunto in senso negativo la parola commerciale, dall'altro lato Warcraft 3 è uno degli ultimi capolavori per pc, e in tempi più remoti Super Mario Bros3 fu lo splendido canto del cigno del Nes.

Dopo una premessa di questo tipo è normale che ci apprestiamo a valutare un titolo che vede accanto al suo nome, comparire quel numero compreso tra il due e il quattro; signori e signore ecco Rayman 3. Dopo una lungimirante carriera che lo ha visto debuttare sull'Atari Jaguar , per poi traghettare praticamente su ogni console esistente (Playstation, Nintendo 64, Gba, Dreamcast, ps2) con relativo seguiti, conversioni e spin off vari, l'eroe di casa Ubisoft debutta prima di tutte tra le console a 128 bit, sul Gamecube.
Rayman 3: Hoodlum Havoc - Immagine 2
Rayman 3: Hoodlum Havoc - Immagine 3
Rayman 3: Hoodlum Havoc - Immagine 4
Un lum di nome Andrè
Il crocevia dei sogni sembra proprio un luogo felice: tutti vivevano nella più assoluta calma e tranquillità, forse anche troppo, tanto è che s'iniziava ad annoiarsi, fino a quando un Lum rosso di nome Andrè trascinato da manie dittatoriali si trasformò in un Lum nero, seguito da centinaia di altri lum che con i loro bizzarri costumi andarono a formare il terribile esercito degli Hoodlum, ancor oggi impegnati a diffondere tutta la loro cattiveria per queste lande pacifiche.

Chi sarà l'unico in grado di fermarli?
Una trama che non rimarrà certo ricordata per la sua epica, che però esce fuori dei soliti schemi (principessa rapite, mondi da salvare), e col progredire del gioco riesce ad offrire interessanti e divertenti spunti, per un gioco come questo, spiccatamente comico, che basa buona parte del divertimento, oltre che sul gameplay naturalmente, sulle gag e sulle battute dei personaggi davvero surreali.
Rayman è, infatti, conscio del suo ruolo di eroe protagonista, e non mancano poi simpatici interventi di Murphy (il nostro tutor) i quali come si legge dal manuale, sono (con ironia naturalmente) disapprovati dalla stessa Ubisoft.
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