Nei primi istanti di gioco è il principe a fare gli onori di casa illustrandoci passo passo tutte le azioni fattibili durante l'avventura, e basta poco per accorgersi di come l'atmosfera si sia ingigantita, proprio come il gameplay, che nel passaggio dal 2D al 3D ha subito un notevole aumento di spessore. Il castello, i duelli e le trappole sono dei rimandi fin troppo espliciti alla prima creazione di Jordan Mechner, ma le potenzialità delle nuove console a 128 bit regalano al giocatore possibilità inimmaginabili. Il gameplay riprende anche il concetto di linearità proprio dell'opera originale, ma non si può considerare un difetto quel che effettivamente non si percepisce. Il giocatore è catapultato in un susseguirsi di azioni a catena tale da rendere ogni passaggio di gioco un livello a sé, dove trovare la strada per proseguire comporterà una serie di operazioni, prima tra tutte quella di dover sfruttare il binomio strutture architettonichedoti del principe. Tutto questo grazie all'enorme palcoscenico montato su misura dagli sviluppatori, un castello di proporzioni bibliche capace di dar libero sfogo al lato ginnico del nostro eroe.
Quel che nei primi istanti di gioco è un semplice correre sui muri ed evitare trappole, arriva in seguito a un vero e proprio rompicapo, dove solo un'attenta analisi delle possibilità offerte dall'ambiente circostante porterà al prosieguo dell'avventura. Ma il gameplay piano piano si articola sempre più, si ingarbuglia e trova un nuovo personaggio con cui interagire, la donzella di nome Farah. Le somiglianze che a primo acchito potrebbero ricordare il duo Ico/Yorda, piano piano sbiadiscono poiché il principe in confronto al ragazzino della SCEA ha una marcia in più, se non due, e Farah non interpreta il ruolo della donzella indifesa quanto più quello di spalla, o di braccio destro che dir si voglia. E se con Ico a tempo debito avevamo parlato di “una di quelle fiabe che si raccontano ai bambini che ogni sera si infilano nel pigiama del sogno prima di scomparire sotto le lenzuola della notte, una fiaba di amore e poesia”, qua siamo di fronte a una novella di nuova generazione, con scontri, slow motion, controllo del tempo in stile Blinx, corse sui muri di matrixiana memoria o combattimenti Hong Kong style. E l'unica comunanza rimane quella del lieto fine.
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