Ecco un esempio di battaglia. Si riconosce subito la suddivisione in righe e colonne dei due territori
Il nerbo delle truppe è costituito dai soldati di base, che occupano una sola casella. Ve ne sono di tre diversi tipi (per altrettanti colori). Allineandone tre del medesimo colore in orizzontale si ottiene un muro, un semplice sbarramento protettivo; in verticale, si creerà una formazione offensiva. La parte del leone viene però recitata dalle truppe avanzate, elite (che occupano due caselle) e campione (quattro). Se ne possono selezionare due a scelta, sulle cinque a disposizione. Per servirsene, occorre caricarle (ossia, posizionargli al disotto) rispettivamente con due e quattro soldati di base dello stesso colore (il colore delle avanzate è casuale). Più difficili da utilizzare ma molto più potenti, le avanzate si sbloccano col proseguio della storia e non sono disponibili in quantità infinita, bensì bisogna comprarle presso appositi "rivenditori" con la moneta di Clash of Heroes (oro, gemme o minerali). I muri e le unità attive si collocano automaticamente sulle righe superiori dello schermo (di conseguenza, le inattive traslano verso il basso). Le attive trascorrono un tot di turni in attesa, aumentando ad ogni giro i propri punti di danno di un poco, quindi si lanciano all'attacco.
Riguardo le azioni che il giocatore può compiere, egli può spostare l'ultima unità di ciascuna colonna, a patto che sia inattiva. Oppure, distruggere una unità inattiva, in modo che quelle successive scalino di posizione verso l'alto e, magari, si allineino ai propri affini. Infine, se ha patito troppe perdite, può richiamare sul campo rinforzi a volontà. Si possono eseguire solo tre mosse per turno ma, avvalendosi di specifici accorgimenti, si riesce a guadagnarne qualcuna extra. Un esempio è la combo, che avviene quando si attivano sia un muro che una formazione offensiva in un colpo solo, un virtuosismo per cui si ha diritto ad una mossa extra. Per completare la disamina vanno citati l'incantesimo, una poderosa magia personalizzata che si può lanciare solo dopo aver riempito una apposita barra di hp, e i manufatti, oggetti al cui equipaggiamento consegue un potenziamento.
La battaglia invita ad una breve ma decisa riflessione fin dalle battute iniziali, quando l'esercito si schiera in modo casuale sul terreno e quindi bisogna spendere le prime mosse per riordinarlo. In ogni momento capiterà di dover scegliere se erigere un muro piuttosto che optare per un'altra formazione, oppure perdere più tempo per scatenare un temibile campione. Cambiando la razza o anche solo il tipo di avanzate, varia sensibilmente l'approccio tattico. Se si aggiunge la presenza di ulteriori regole, quali fusioni, collegamenti fra truppe ecc... Che per necessità di sintesi non stiamo a spiegare, si coglie tutta la profondità del gameplay di Clash of Heroes. Il più grande pericolo, la lentezza, è scongiurato all'origine: nonostante la natura a turni, i ragionamenti riescono infatti immediati e rapidi e il ritmo si mantiene sostenuto.
Così pure la ripetitività: molti scontri prevedono obiettivi diversificati, del genere distruggere un bersaglio posto su una colonna specifica, o sconfiggere un singolo, grande nemico (un boss) o altro. Senza dimenticare le quest collaterali, in primis i diabolici puzzle: si tratta di attivare il massimo numero di formazioni in un solo turno, sfruttando in pieno gli artifici come combo et similia. All'apparenza facile, il puzzle esige invece un cospicuo tributo di materia grigia onde essere risolto.
Il sistema di controllo permette di utilizzare sia il pennino che i tasti, o entrambe le cose insieme. La configurazione è comoda, trascorso un minimo intervallo di adattamento si comanderà l'esercito senza incertezze. Purtroppo però, nell'ipotesi di un errore (infrequente, ma plausibile), non è consentito ripetere la mossa. L'impossibilità di correggere uno sbaglio accidentale, che arriva perfino a pregiudicare ingiustamente una vittoria, è da considerarsi un difetto grave.
Accanto alla modalità principale è prevista altresì la battaglia veloce, una trovata ideale per la "partitella e via" sebbene la limitata IA faccia calare nettamente il livello di sfida. Ben più interessante il multiplayer, per cui è sufficiente una sola scheda. L'amico possessore di DS imparerà in fretta le meccaniche di Clash of Heroes e presto opporrà una fiera resistenza. I personaggi selezionabili sono dieci, i cinque protagonisti più i relativi compagni nella storia. Nel gruppo assortito si segnala qualche pesante sbilanciamento, a favore di chi detiene un incantesimo più efficace degli altri.
Sul versante tecnico, lo schermo ospita una grafica bidimensionale priva di pretese, non troppo distante dai videogames dei primi anni '90. Se si eccettua qualche sfondo ispirato, complessivamente il comparto visivo resta sempre sottotono, ma si salva perché lo stile semplice adottato risulta funzionale alla rappresentazione delle molteplici unità in uno spazio tanto ristretto. Sul fronte sonoro la situazione migliora per merito delle musiche che, da buona tradizione RPG, denotano varietà e cura.
In conclusione, Clash of Heroes va apprezzato soprattutto per la fase di combattimento intensa, ragionata ma mai per questo lenta o noiosa, dove la fortuna assume rilievo marginale (per lo più all'inizio), lasciando il posto alla capacità di elaborare la tattica adeguata al momento opportuno. Il gioco si risolve pressoché interamente negli scontri: tolti essi, residua una struttura ruolista un po' fragile, ove l'esplorazione e l'interazione avrebbero potuto conoscere un maggiore sviluppo. Fermo restando che la battaglia, da sola, valga il prezzo del biglietto.
7,5
L'elogio della semplicità. O, se preferite, del gameplay. Fatto sta che questo Clash of Heroes parte da una formula elementare, quella che ne caratterizza il sistema di combattimento a turni, ed intorno ad essa costruisce una esperienza di stampo ruolista. L'universo di Might & Magic rappresenta uno sfondo più o meno interessante (fattore soggettivo, dipende anche da quanta dimestichezza si abbia con la saga) ma, ad essere sinceri, la storia, i luoghi e i personaggi possono pure rimanere in secondo piano: la battaglia calamita ogni attenzione ed è giusto che sia così.



