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Recensione Martian Gothic Unification

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (6 novembre 2000)
Signore e signori, ecco a voi un vero Survival Horror, e viene spontaneo chiedersi cosa ne sarà dei videogame quando i designer avranno finito di pescare dal fondo più torbido delle loro fantasie malate
Questo Martian Gothic: Unification miscela un po' di Alien con qualche suggestione alla Total Recall. È un po' Sphere con una piccola aggiunta di Leviathan. In ogni caso, come avrete capito, è un claustrofobico adventure in visuale isometrica ambientato in un'inquietante e fatiscente base sulla superficie del pianeta Marte. L'anno è il 2018. La base era stata costruita dalla NASA per indagare nel passato del pianeta rosso, dietro la convinzione che Marte fosse stato, un tempo, un pianeta in grado di ospitare forme di vita batteriche. Ma da dieci mesi ogni comunicazione radio con la terra è cessata
Martian Gothic Unification - Immagine 1
Notare il portello alle spalle di Kenzo e ditemi se non sembra la porta di una cattedrale. Questo gioco di "Gothic" ha anche l'architettura, a parte il nome
L'ultimo, confuso messaggio parla di un "arca di Pandora" (il mitico baule da cui, secondo la leggenda greca, una volta aperto fuggirono tutti i mali che affliggono l'umanità, lasciando, nel fondo, in contraccambio, la sola speranza) e di tutto il male dell'antico pianeta che si è riversato sugli uomini
Per scoprire quale terribile mistero si cela dietro questo inquietante messaggio, la Allenby, la corporazione che ha costruito Vita Base, la colonia su Marte, invia uno shuttle sul pianeta rosso con un equipaggio composto di soli tre membri: Kenzo, una specie di "Data" di Star Trek umanizzato e ironico, Matlock, il duro del gruppo, e Karne, un'esponente del gentil sesso, senza nessun accento sulla gentilezza. Al gruppo è stata impartita una direttiva essenziale che era contenuta nell'ultimo messaggio ricevuto da Vita Base: "Rimanete separati.. E rimarrete vivi"
I nostri eroi non hanno la più pallida idea del significato di questo ammonimento, che in effetti cela il segreto più tremendo dell'avamposto, ma accedono comunque alla colonia separatamente, da ingressi diversi
UNO PER TUTTI
Questo l'esordio, asciutto e concreto, di Martian Gothic Unification. Nessun roboante filmato in raytracing, nessuna presentazione clamorosa ma solo una schermata del pianeta rosso immerso nel buio cosmico. Sembra quasi un libro horror, e in effetti anche l'atmosfera e lo script del gioco conferma quest'impressione. Le battute dei personaggi hanno una profondità notevolissima per un gioco per console e rivaleggiano senza tanti problemi con i più adulti e ponderosi adventure per PC compatibili (quale questo gioco originariamente era, essendo stato convertito solo in seguito per PSX). Dietro ogni battuta (molte delle quali campionate e recitate gran bene) c'è molto di più di quanto le parole dicano esplicitamente. C'è la psicologia del personaggio, la sua storia, le paure, gli scopi. Se avrete tempo per soffermarvi sui doppi sensi e le elissi di Martian Gothic trarrete il massimo dal gioco in termini di coinvolgimento ed atmosfera. D'altraparte, scordatevi pure di finire questo titolo in una settimana. Martian Gothic è tosto, veramente difficile. Resident Evil, Parasite Eve... nessun altro gioco vi pone di fronte a enigmi così sottili ed incessanti. Dovrete fare attenzione a ogni minimo dettaglio, a ogni accadimento. Questo è un survival horror cerebrale. Non mancano scene terrificanti, zombi e mostruosità di varia natura da abbattere a colpi di arma da fuoco, ma la maggior parte dell'azione avviene all'interno della vostra materia grigia