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Recensione Liberogrande International

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (23 marzo 2001)
Insomma siamo lontani anni luce dal realismo del nuovissimo ISS Pro Evolution 2, dove le azioni hanno un senso logico e le squadre non corrono dietro al pallone senza criterio. Nonostante ciò bocciare totalmente Liberogrande sarebbe sbagliato. Quella sensazione di esserci, di fare parte di una squadra e di dover lottare, quasi da solo, per raggiungere lo scopo, è unica e permette di soffermarsi in maniera più "leggera" sulle imperfezioni del titolo. Anche il gioco a due è divertente, soprattutto se si sceglie di schierarsi all'interno dello stesso team. Dopo pochi minuti i due nuovi compagni di squadra inizieranno a chiamarsi a voce, come se fossero sul terreno di gioco e, al primo passaggio ritardato, inizieranno a volare parole poco gentili. Anche qui qualche difettuccio non manca, con una visuale in split-screen fin troppo ristretta e alcuni rallentamenti durante le fasi di gioco più concitate
Liberogrande International - Immagine 3
I nomi dei giocatori sono ripresi da quelli reali, ma sono stati modificati visto che mancava la licenza ufficiale
La longevità e l'attrattiva del titolo vengono comunque innalzate dalla possibilità di creare il proprio calciatore. A quel punto l'immedesimazione raggiunge i massimi livelli perché non solo si controlla un unico atleta, ma questo può avere in tutto e per tutto le caratteristiche di chi tiene in mano il joypad, nome compreso. E allora chi rinuncerebbe a una partita a San Siro con la maglia dell'Italia, magari di fianco a Vieri e Del Piero?

ASSOLTO PER ECCESSO DI ORIGINALITÂ
Per questi motivi all'interno della diatriba che vede opposti chi condanna il gioco per le sue pecche e chi lo esalta per l'originalità, pensiamo che ci si possa schierare nel secondo gruppo. Ovviamente il titolo Namco è dedicato a chi ha una visione del calcio un po' distorta, derivata direttamente dai cartoni animati di Holly e Benji, dove l'eroe di turno si faceva carico delle sorti della squadra e tentava con ogni mezzo di portarla alla vittoria. Possono poi apprezzarlo i più piccoli che, spinti dalle partite disputate all'oratorio, dove ognuno insegue la sfera senza preoccuparsi di nient'altro, potranno ricreare il loro alter-ego virtuale e condurre i propri compagni al successo
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