Tiscali

Recensione Legacy of Kain: Soul Reaver

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (18 febbraio 2000)
Qualche anno è ormai passato dall'apparizione sul mercato di Blood Omen: Legacy of Kain, un arcade adventure che ricordava molto da vicino i vecchi gdr per SNES e che, grazie anche alla sempre popolare figura dei vampiri, ottenne probabilmente risultati di vendita al di sopra dei propri meriti. Le copie vendute, in effetti, furono talmente tante da convincere la Eidos a realizzare il seguito oggetto di questa recensione (oltre ad una versione PC del primo episodio, tecnicamente piuttosto imbarazzante e velocemente dimenticata dai giocatori): da Blood Omen, però, molte cose sono cambiate. Sono cambiati i programmatori, è cambiato il tipo di gioco, il protagonista e l'intera struttura portante del titolo. E', insomma, rimasta solo la parte migliore del precedente capitolo, l'ambientazione molto accurata e cupa del reame di Nosgoth
Legacy of Kain: Soul Reaver - Immagine 1
Ma che bel Faccione...
Anche qui, però, ci sono molte novità: il regno infatti, dopo essere stato governato da Kain per un millennio, è ormai spartito tra i suoi luogotenenti e i loro clan che, nel migliore dei casi, considerano gli esseri umani come una spiacevole seccatura. Il più fidato e potente tra i soldati di Kain risponde al nome di Raziel, il quale purtroppo un bel giorno ha la brutta idea di voler superare il proprio maestro, evolvendosi senza il suo permesso e facendosi crescere un bel paio di ali da pipistrello. Condotto al cospetto di Kain, Raziel subisce la brutale giustizia del signore di Nosgoth, e viene gettato nel lago dei morti (per chi non fosse molto ferrato in materia, l'acqua è piuttosto fatale per i vampiri). La storia di Raziel non è comunque finita qui: dopo mille anni, un'entità dagli strani poteri che ha il compito di regolare il passaggio delle anime nell'aldilà risveglia il corpo martoriato del non morto e, contando sulla brama di vendetta di Raziel, gli affida il compito di abbattere Kain e i propri fratelli, in modo da liberare le loro anime e ristabilire il normale corso delle cose
Qui, all'interno dell'abisso, comincia il compito del giocatore, che vi vedrà impegnati innanzitutto ad apprendere i concetti basilari per la sopravvivenza (forse sopravvivenza non è esattamente la parola giusta) a Nosgoth. La prima cosa che si deve capire è che Raziel non è altro che un'anima defunta, una carcassa putrescente, un cadavere ambulante e, quindi, anche il solo fatto di palesarsi nel mondo dei mortali gli costa energia. Per reintegrare le proprie forze, il nostro non può fare altro che assorbire le anime dei suoi nemici o tornare nel regno spirituale e rifornirsi da li, per poi usare uno dei tanti portali che lo ricondurranno tra i vivi. Secondariamente, è importante capire in che modo si possano uccidere i vampiri che ci ritroveremo di fronte, che sono vulnerabili unicamente ad acqua, fuoco e luce. Una volta esposti a uno di questi elementi (oppure se riuscite ad impalarli), la loro anima sarà libera dai loro involucri mortali e Raziel potrà nutrirsi con tutta calma