DA UN PERAMELE A UNA DONNOLA
Come dovrebbero sapere anche i sassi, Naughty Dog è il team di sviluppo responsabile dell'ideazione e creazione dei primi tre episodi di Crash Bandicoot, dal 1996 in avanti. L'ultima versione del gioco, distribuita in questi giorni anche in Italia, è stata infatti sviluppata da Traveller's Tales, proprio perché i ragazzi di Andy Gavin e Jason Rubin sono da svariati mesi (anni?) al lavoro su Jak and Daxter, titolo che ci apprestiamo a recensire e che dovrebbe donare a PlayStation 2 quel marchio, quella mascotte e quel gioco di piattaforme tipico che sono sempre mancati alle console Sony..
Le premesse per un successo sono maggiormente convincenti rispetto al passato storico di Naughty Dog: se Crash Bandicoot arrivò sul mercato con una struttura di gioco già innegabilmente vecchia (Mario 64 era realtà e i mondi 3D il nuovo panorama da esplorare), Jak and Daxter si propone quanto mai al passo coi tempi, offrendo finalmente un convincente universo fantasy da esplorare in lungo, in largo e soprattutto... "in profondità"!
Con Jak and Daxter il gruppo statunitense esplora l'ennesimo anfratto del mondo animale, proponendo una donnola (o topo muschiato? Le interpretazioni sono molteplici) come co-protagonista. Il passaggio dal peramele (Crash) a Dexter perde in unicità, ma è un aspetto su cui si può chiudere un occhio! Assieme a Dexter si presenta ai giocatori Jak: due gambe e un ciuffo biondo, ovvero il belloccio di poche parole che il giocatore muove alla scoperta di ognuno dei quattro angoli del mondo di Jak and Daxter. Il piccolo e peloso topo muschiato ricopre unicamente il ruolo di spalla di Jak, dato che a tutti gli effetti rimane sempre accoccolato attorno al collo del suo amicone avventuriero, offrendo qua e là spunti comici e poco altro. Se la vostra idea di "duo eroico" è quella di Banjo e Kazooie, per quel che riguarda Jak and Daxter fareste meglio ad adattarvi alla situazione