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Recensione Il Padrino: The Don’s Edition

l primo free-roaming per PS3 è il porting di un titolo già uscito per PS2!
Marco ModugnoDi Marco Modugno (10 aprile 2007)
C'era una volta in America... Sono passati più di trent'anni ma l'epopea de “Il Padrino”, resa immortale dai romanzi dell'italoamericano Mario Puzo e dai tre lungometraggi di Francis Ford Coppola, interpretati magistralmente da star del calibro di Marlon Brando, Robert Duvall e James Caan, non sembra ancora pronta ad essere relegata nel polveroso armadio dei ricordi. Trasformate in veri e propri classici da generazioni d'estimatori, le storie della famiglia Corleone sono stati e sono ancora oggi fonte d'ispirazione morale (sic!) per i membri delle gang dei ghetti neri americani. Se si vuole infatti credere a quanto dichiarato da diversi “gangsta rapper”, intervistati in uno dei filmati bonus allegati a questa versione del gioco, personaggi del calibro, è il caso di dirlo, di Snoop Doggy Dog e Puff Daddy, tra gli altri, hanno fatto dei concetti di onore, rispetto e famiglia caratterizzati nei romanzi di Puzo e, soprattutto, nei film della saga, le loro massime di vita.
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 1
Portarsi dietro un intero gruppo di fuoco della Famiglia aiuta, ma costa caro!
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 2
Il divieto ai minori di 18 anni è pienamente giustificato
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 3
Con un proiettile nel ginocchio, non andrai da nessuna parte!
Da italiano, mi chiedo se ci sia davvero da andare orgogliosi d'aver esportato un'etica del genere. Meglio essere ricordati e apprezzati per le Ferrari e le scarpe di Ferragamo, secondo me, che per aver dato i natali a veri criminali sanguinari come i capimafia degli anni Venti e seguenti (Il Padrino è ambientato a partire dal secondo dopoguerra), alle quali gesta Puzo s'ispirò per i suoi personaggi.
Dal momento che, però, il crimine simulato sui nostri monitor paga eccome, mi ritrovo anch'io a spezzare una lancia a favore di giochi come Mafia e Il Padrino, rispetto ad altri blockbuster come le serie GTA e True Crime potendo contare, i primi due, perlomeno su una base di ricostruzione storica, invece di puntare soltanto sulla violenza tout-court, fine a sé stessa e al divertimento del giocatore. In ogni caso, ben venga per gli uni e per gli altri il divieto ai minori di 18 anni. Gioco da una vita e non per questo sono diventato un criminale. Tuttavia percepisco chiaramente le suggestioni spesso sottili che l'eccesso di violenza può provocare su chi, ancora giovane, è ancora alle prese con la costruzione della sua morale personale e con la distinzione tra bene e male. Il Padrino, come GTA, è un gioco per grandi e tale deve rimanere. Punto.

Crimine vuol dire free-roaming, oggi giorno, e Il Padrino della EA non fa eccezione a questa regola, regalandoci un'esperienza virtuale davvero appagante in una New York anni Quaranta magistralmente ricostruita. I quartieri della Grande Mela sono, come nel film, suddivisi tra le famiglie mafiose di maggior prestigio, con i Corleone che, all'inizio della storia, controllano a mala pena la zona di Little Italy, contenendo le ingerenze di acerrimi nemici come i Tattaglia e gli Stracci. La trama si apre con un antefatto nel quale il vostro vecchio, fedele collaboratore di Don Vito Corleone (Marlon Brando, che nella versione originale doppiava sé stesso, pochi mesi prima della sua scomparsa), finisce impallinato dagli scagnozzi di una banda rivale. Voi, imberbe fanciullo, assisterete alla scena impotenti, venendo consolati da Don Vito sulla possibilità, a tempo debito, di ottenere la vostra vendetta.

A questo punto si comincia a fare sul serio. Grazie al programma MobFace, una sorta di editor dell'aspetto simile a quello presente in Oblivion, potrete modificare a piacimento (no, le creste da mohicano e i piercing nasali non sono consentiti!) l'aspetto del vostro alter ego, Aldo di default (ma il nome può essere cambiato), il suo vestiario e il suo taglio di capelli e barba. Gran parte di questi parametri sono poi modificabili accedendo alle botteghe di sarto o barbiere nel gioco. Nulla quindi vi vieta d'iniziare vestito con gli umili stracci di un camallo per poi circolare, più avanti, in doppiopetto gessato e borsalino, come nella migliore tradizione mafiosa. Da quel momento in poi, reclutati dai Corleone grazie all'intercessione di mammà presso Don Vito, in occasione del matrimonio della figlia Connie (episodio tratto dal film, come molti che seguiranno), potrete intraprendere la lenta ascesa verso i vertici della famiglia, fino ad aspirare a diventarne, in un giorno lontano, il Don assoluto.
Il porting PS3 del gioco si avvale dello stesso gameplay visto nella versione PS2, PC e Xbox, con poche varianti riguardanti la grafica (già implementate nelle release per Xbox 360 e Wii), che nelle console next-gen è arricchita da effetti speciali più belli e da un'ancor migliore rappresentazione dei volti, davvero somiglianti agli attori dei film, dei personaggi principali della trama, dalle missioni incluse originariamente nell'espansione Corleone e dalla presenza della stazione e del porto, che fanno da collegamento, appunto, con un pool di livelli aggiuntivi che prolunga la longevità complessiva del titolo. Infine, gli utenti Wii e PS3 possono avvalersi della possibilità di reclutare, a pagamento s'intende, uno stuolo di pistoleri della famiglia per affiancarli nel completamento delle missioni più ardue.
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 4
I metodi del nostro alter ego non sono proprio da Orsoline!
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Qualche bella scazzottata, tra una sparatoria e l'altra...
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E' ora di chiudere il conto. Diamoci dentro, picciotti!
Il sistema di comandi di combattimento “Black Hand”, inoltre, basato su una serie di combinazioni ottenibili attraverso le due levette analogiche del pad, depauperato dalla vibrazione, assente dal controller Sony, viene però arricchito dalla possibilità di utilizzare l'opzione SixAxis per effettuare alcune “fatalities” o colpi speciali (tipo scaraventare il nostro avversario oltre un parapetto o attraverso una vetrata!).
Visto che la grafica nel suo complesso, non regala emozioni da lacrime agli occhi (secondo me era più bello da vedere Mafia della Gathering of Developers, che oltretutto implementava una città più grande, completa di dintorni, e molti più veicoli, dotati di un modello di guida più divertente e realistico) e che il gioco, tranne pochi dettagli, è essenzialmente lo stesso già visto girare su altre piattaforme, il suo acquisto è appetibile solo per chi non ha avuto ancora occasione di provarlo.
Per chi se l'era perso, infatti, Il Padrino rappresenta un'occasione davvero apprezzabile di sperimentare un free-roaming di ottimo livello sulla nuova PS3, ancorato su solidissime basi storiche ed epiche ed arricchito da moltissimi filmati bonus, da sbloccare un po' alla volta, che vi consentiranno di rivedere con piacere tante scene del film, e di metterle a confronto con gli analoghi momenti del gioco, che vi vedranno protagonista o testimone, aumentando il vostro coinvolgimento nella trama.

La varietà delle missioni assegnate, giocabili in un ordine libero e senza vincoli di tempo, è garantita proprio dall'articolata trama del film. Vi toccherà sottomettere al pizzo attività commerciali, eseguire assassini su commissione, ricambiare favori, impadronirvi di autocarri o magazzini pieni di merci, minacciare commercianti, corrompere sbirri e regolare conti con i nemici della famiglia, spostandovi da una parte all'altra della città a bordo di auto e camioncini “presi in prestito” dove capita. In pieno stile GTA, potrete salvare solo nei rifugi sicuri di volta in volta sbloccati, nei quali potrete anche recuperare la salute persa e nascondervi quando l'interesse della polizia per la vostra persona si fa un po' troppo pressante.
Lo spessore e l'adeguata lunghezza della storia, in ogni caso, arricchita dal pacco di espansione, è talmente buona da far dimenticare, in definitiva, tutti i difetti maggiori del gioco, a partire dal motore grafico datato, e dal modello di guida inferiore a quello dei concorrenti diretti, fino alla totale assenza di multiplayer.
Impagabile, inoltre, la colonna sonora, caratterizzata dai magnifici e struggenti fiati delle musiche originali di Nino Rota, alternate ad un doppiaggio impeccabilmente recitato. Il massimo, comunque, sarebbe giocarlo in inglese originale visto che tutti i maggiori attori del film, da Brando a Duvall e a James Caan hanno doppiato sé stessi nella realizzazione del videogioco, ricreando alla perfezione il clima di coinvolgimento del film del 1972.

In un panorama di titoli d'esordio monopolizzato dalla solita pletora di giochi di guida, sparatutto adrenalinici, picchiaduro e titoli sportivi di richiamo non sempre all'altezza delle aspettative, Il Padrino si dimostra, nonostante i limiti tecnici, un ottima scelta possibile, caratterizzato da un gameplay vario e avvincente, al punto che molti di voi, giocandolo, proveranno l'irresistibile tentazione di noleggiare e rivedere il dvd del film.
Che aspettate, allora, picciotti? “Leave the gun,... take the cannoli!”.
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 7
La distorsione visiva del calore è uno dei pochi effetti “next-gen” evidenti
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Continuate così e diverrete molto popolari, nel quartiere...
Il Padrino: The Don’s Edition - Immagine 9
Ora avrai finalmente ragione nel dire che ti prendo per il collo!