Il gioco è diviso in capitoli con checkpoint al loro interno: a livello normale abbiamo 3 vite per ogni capitolo ed è possibile guadagnarne altre aiutando i feriti o trovando le videocamere sparse in giro. A livello difficile invece avremo una sola vita da parte per ogni sezione. Alla prima run il gioco dura circa 7 ore al netto dei tentativi errati, ma vista la quantità di sezioni o addirittura capitoli da rigiocare possiamo tranquillamente dire che il gioco dura oltre 9 ore. Sopra la media degli attuali titoli retail quindi, ma nonostante ci siano degli obbiettivi che possono spingere ad una seconda run, la rigiocabilità è molto scarsa in quanto il tutto risulta molto lineare e scriptato. Nonostante i rimandi a Manhunt e Silent Hill, la stessa trama lascia a desiderare (il finale ha un suo senso ma non dà soddisfazione) e tutto il gioco sa di potenziale inespresso.
Sarebbe stato interessante dare al giocatore la possibilità di esplorare più liberamente e di provare strade secondarie ed appigli alternativi, ma al contrario è tutto un fiorire di barriere, ostacoli insormontabili, muri invisibili (coadiuvati da una telecamera che si piazza strategicamente a non farci vedere il nulla che ci blocca) e tanti punti potenzialmente scalabili ma che risultano inservibili, perché dobbiamo seguire le strade imposte dagli sviluppatori e solo quelle. Persino l'utilizzo del rampino (che troveremo durante l'avventura) è limitato a pochi momenti specifici; sebbene la gestione dinamica dello swing ci ricordi quella del sottovalutatissimo remake di Bionic Commando, tutto il resto non è all'altezza della libertà di approccio ludico offerta dai livelli avanzati del titolo Capcom. Inoltre come già accennato sarebbe stato bello vedere un terremoto dinamico che modificasse lo scenario o ci ostacolasse nelle scalate, ma non abbiamo neanche quello: in tal senso i vecchi ispiratori di I Am Alive sulla vetusta PS2 erano superiori.
Tecnicamente parlando, il gioco non brilla particolarmente rispetto ai titoli “boxati”, in quanto nonostante il massiccio uso di filtri, nebbie e persino sunshafts (non belli come in Bulletstorm, comunque) il motore grafico non è molto performante: la risoluzione è bassina con scalette e antialias ben visibili, il frame-rate si assesta intorno ai 30fps con qualche calo. Gli ambienti sono in teoria suggestivi e ben realizzati, ma la palette tende troppo al grigio/marroncino rendendo il tutto molto monotono. I filtri sono un po' invadenti: abbiamo infatti nebbia e blur sin troppo marcati, atti a nascondere i limiti tecnici di una città spoglia e con orizzonte altrimenti visibile; inoltre a sporcare l'immagine è presente un pesante filtro “noise” realizzato maluccio che tuttavia non riesce a dissimulare le scadenti texture che adornano fondali e personaggi. Intendiamoci, per un gioco Live Arcade il versante visivo è comunque notevole quanto a complessità ed impatto, ma se fosse un gioco boxato potremmo tranquillamente parlare di comparto grafico mediocre. Le sbavature sono numerose, come texture e decal mal applicate (crepe di cemento sui vetri?), modelli dei personaggi approssimativi e qualche sporadico pop-up all'orizzonte. L'accompagnamento sonoro è adeguato, con musiche ed effetti più che sufficienti, mentre la localizzazione italiana offre dei sottotitoli di buon livello ad accompagnare i discreti dialoghi in inglese.
12
7
I Am Alive restituisce la palpabile sensazione di trovarsi in uno scenario post-apocalittico, una metropoli distrutta ed irta di insidie. Purtroppo l'offerta ludica non brilla a causa una struttura estremamente lineare e ripetitiva, quando il setting avrebbe invece permesso una grande libertà nell'esplorazione e negli approcci. Gli amanti dei vecchi trash-cult Disaster Report e Raw Danger troveranno pane per i loro denti, soprattutto al prezzo ridotto concesso dal formato digitale, ma gli altri giocatori vedranno solo un titolo tanto accattivante nelle premesse quanto rigido e limitato nella sostanza. I sottili richiami a Manhunt e Silent Hill amplificano solo la sensazione di potenziale inespresso. Tuttavia I Am Alive merita un plauso per il coraggio, per l'atmosfera e per la morale di fondo. La furia degli elementi è solo una scusa per l'autodistruzione del genere umano che stiamo perpetrando.



