Recensione Hostile Waters - Antaeus Rising

Ben congegnata appare la console di gioco con cui gestire le diverse squadre e mezzi: sul lato destro dello schermo terremo sott'occhio il livello di energia del nostro mezzo, sul lato sinistro avremo una mappa della zona e nella parte alta compariranno le icone dei nostri alleati, facilmente richiamabili all'uso. Il comparto grafico trae vantaggio da un motore tridimensionale in grado di implementare egregi effetti luce, scie di razzi o fumo post-esplosione, solido nella maggior parte delle occasioni, ma in leggera crisi nelle situazioni più concitate di guerra. Ottime le texture che ricoprono i modelli poligonali in scena, ma l'eccessivo impiego del fogging da parte degli sviluppatori, oltre che agevolare il frame rate del titolo, farà storcere non poco il naso ai puristi dell'estetica. Le ambientazioni a teatro delle battaglie constano di un discreto numero di poligoni, colori accesi e buone differenziazioni ambientali, con cicli di sole/luna che dureranno all'incirca quindici minuti (capiterà spesso di incominciare una missione di notte e terminarla alle prime ore dell'alba)EXIT MUSIC (FOR A FILM)
Sotto tono, purtroppo, il sonoro, mai troppo coinvolgente o saltuariamente inesistente, con digitalizzazioni di esplosioni del tutto nella norma. Hostile Waters- Antaeus Rising, in definitiva, si mostra la pubblico come un titolo intuitivo e semplice, immediato e coinvolgente, ma non privo di interessanti spunti strategici dove l'intelligenza e l'arguzia del giocatore garantiscono il successo. Un titolo, in sostanza, che può inserirsi a testa alta al fianco dei vari Battlezone, Incoming e Carrier Command. Un titolo che, tra l'altro, vanta tra le menti che hanno creato il concept di gioco un certo Warren Ellis, eccelso esponente dei "comic book" (Transmetropolitan anyone?).