TUTTA LA GRAFICA DEL MONDO
Inutile girarci intorno, dopo aver visto Dreamcast e PlayStation 2 ormai, in genere, bisogna fare un attimo mente locale per analizzare in modo imparziale la grafica della vecchia PlayStation. Ma Grind Session è l'eccezione che conferma la regola e ci sbalordisce con una grafica che non richiede al giocatore di adattarsi alle limitate capacità dell'amato 32-bit Sony. I personaggi sono di dimensioni enormi ed estremamente dettagliati. Tutti i particolari egocentrici del loro abbigliamento, dai cappellini, agli short, alle T-Shirt extralarge, ogni dettaglio è stato riprodotto con fedeltà e precisione. Le arene sono di dimensioni abbastanza notevoli e, soprattutto risultano ricche d'ostacoli e oggetti d'ogni tipo che aumentano in modo considerevole il numero di poligoni sullo schermo. Chi teme animazioni legnose e movimenti innaturali può tirare un sospiro di sollievo: Grind Session è la fiera del motion capture e questa tecnica è stata usata più massicciamente che mai per riprodurre fedelmente ogni singola movenza degli skater. Niente più personaggi surgelati sulla tavola di skateboard, basta con le acrobazie con forza di gravità zero: in Grind Session il peso e le leggi della fisica sono quasi palpabili e vi faranno correre un brivido sulla pelle, quando vedrete i vostri skater avvitarsi nell'aria ad una decina di metri dal suolo. Unico elemento dolente nel reparto grafico: il frame rate, che si blocca a 30 quadri al secondo