Nel complesso si ha questa continua sensazione di discontinuità. Tra auto meravigliose ed altre mal rifinite, tra circuiti cittadini ammirevoli ed altri con un impatto tutt'altro che positivo, tra attenzione al particolare e gravi e grossolane dimenticanze o imbarazzanti implementazioni.
Le componenti dinamiche delle vetture, come gli alettoni che si alzano, sono una chicca davanti alla quale ci togliamo il cappello
Non manca l'ultima di casa Ferrari, la 458 Italia. Ma fa quasi piangere il cuore l'assenza completa di marchi come Porsche.
La stessa discontinuità la ritroviamo anche nell'apparato audio.
Un brivido percorrerà la schiena di ogni patito di automobili quando acquistata una nuova auto assisteremo alla sua accensione con il rumore ottimamente campionato in maniera fedele.
La stessa fedeltà la ritroviamo in pista quando porgiamo l'orecchio e decifriamo le frequenze con attenzione. Ogni modello ha il suo rumore originale. Il problema semmai sta nel bilanciamento.
Anche se siamo finalmente riusciti a liberarci dello stridore continuo dei pneumatici, non possiamo fruire di un audio totalmente immedesimante. Questo perché è stato mal calibrato il campionamento per quel che concerne l'audio dall'abitacolo.
Nella maggior parte dei modelli da noi testati, di cui abbiamo un riscontro nella realtà, presentano un audio decisamente irrealistico per la posizione ricoperta dal pilota. Sembra quasi di essere più vicino ai dettagli meccanici rotativi del motore, magari vicino alla cinghia, o all'unità motrice in genere. In questo modo c'è una presenza di tutti i rumori metallici del propulsore e dei fruscii che è più facile avvertire se si è nel cofano piuttosto che nell'abitacolo.
Mancano i rumori cupi, i bassi che sanno riscaldare l'animo fin dentro alle vertebre.
Solo spostandosi sulla visuale da “dietro la vettura” si riacquista parte di quella rombosità, cui è giusto ambire, ovviamente grazie agli scarichi. Purtroppo anche nei replay manca il boato del passaggio delle vetture, manca l'onda d'urto assordante, coperta sin troppo dall'eco degli spifferi dell'attrito con l'aria.
Alcune vetture fortunatamente sono riuscite meglio di altre, ma sentir miagolare il V8 all'interno dell'M3, dobbiamo ammetterlo, ci ha un po' depresso.
Niente da dire invece sulla tracklist, che pur non facendo ricorso a nomi da “tripla A” come certi titoli Electronic Arts, sa miscelare tracce adeguate all'azione con un'ottima base ambient-jazz per i menù.
3D OR NOT 3D?
A cura di Claudio Saiu
Come risaputo, GT 5 supporta la nuovissima modalità 3D, attivabile ovviamente se avete a disposizione una TV predisposta. Abbiamo quindi indossato per voi gli occhialini per verificare la bontà di questa opzione del gioco, regalandoci uno scorcio di quello che potrebbe essere il futuro del videogioco. La modalità 3D si può attivare direttamente dal menù del gioco e ci offre 2 opzioni per trovare la regolazione che più si adatta alle nostre esigenze, ovvero il “parallasse” che ci permette di regolare l'intensità dell'effetto tridimensionale (valore di default 3/10, un po' piattino) mentre la convergenza ci permette di regolare il punto in cui l'immagine sinistra e quella destra si incrociano nello schermo (valore di default 0.0).
Trovare una configurazione che si adatta bene a ogni singolo giocatore e alla distanza da cui si guarda il monitor non è semplice e richiede diversi tentativi, quindi armatevi di pazienza. Nel test che abbiamo effettuato con un Samsung 40” UEC8000XP abbiamo usato come valori di parallasse 8/10 e di convergenza 0.65 riuscendo a trovare una soluzione ai problemi di tearing che affliggono il 3D di GT5 non perfettamente regolato.
Durante la sessione di gioco la resa di questa modalità è di quelle che riesce a sorprendere anche il più navigato dei videogiocatori. Forse non siamo ancora ai livelli di poter migliorare le traiettorie da impostare grazie a una migliore percezione della distanza, ma la sensazione di essere all'interno dei bolidi guidare aumenta notevolmente rispetto al 2D classico. Avversari, muretti, cartelli stradali che si parano a noi, ci lasceranno più volte con l'espressione inebetita e, soprattutto la visuale interna, restituirà una palpabile sensazione di profondità dando l'illusione che il cruscotto scenda realisticamente verso il cofano e che non sia invece "spalmato" sulla pista.
Recuperare i tempi sul giro a cui siamo abituati è questione di pochi giri, tuttavia in sessioni di gioco prolungate un po' di fatica si fa sentire soprattutto nei momenti in cui l'occhio si sposta ripetutamente tra pista, indicatori e distrazioni varie nei panorami delle piste, quindi al momento consigliamo un pizzico di moderazione nella durata della sessioni d gioco 3D.
Dopo questa esperienza tornare al classico "bidimensionale" lascia un po' l'amaro in bocca sebbene, lo diciamo chiaro e tondo, il 3D di questo gioco sia ancora piuttosto lontano dalla perfezione. Non è decisione facile per un giocatore di PS3 scegliere se upgradare verso un monitor 3D solo per questo titolo, tuttavia chi già possiede tali requisiti non rimetterà gli occhialini nel cassetto prima di aver completato tutto il gioco.
La Nascar è una piacevole variante, ma non rappresenta l'esperienza delle stock car in modo completo.