E' questo, però, l'unico grande neo di un gameplay decisamente rodato e ben definito capace ancora una volta di coinvolgere il giocatore di turno, trascinandolo al centro di una trama ben congegnata, ricca di colpi di scena e avvincente come pochi. Un sistema di gioco aiutato anche da un comparto artistico modellato attorno al concetto del voler tenere costantemente in apprensione il giocatore, dosando sapientemente la tensione e disponendo sullo scacchiere dosi di adrenalina alternate a sequenze invece di relativa calma dove la tensione riesce lentamente a scemare senza scomparire mai del tutto. In questo Monolith trova manforte da un comparto audio-video creato ad arte per il raggiungimento di questo obbiettivo. In particolare gli effetti sonori si dimostrano realizzati magistralmente, riuscendo a trarre vantaggio anche dal “semplice” utilizzo del silenzio. Camminare per i corridoi bui di ambienti grondanti sangue con il solo rumore dei propri passi e il ronzio delle luci riesce a ricreare un costante clima di tensione, in perenne attesa del successivo evento che sicuramente attende il giocatore dietro l'angolo (buio, ovviamente).Peccato che tecnologicamente parlando F.E.A.R. 2 non possa guardare dritto negli occhi i suoi più diretti concorrenti. Il motore grafico è l'ennesima evoluzione dell'ottimo LithTech che però inizia realmente a mostrare il peso degli anni. Pur presentando ambienti più vasti rispetto al precedente episodio e discretamente più variegati, F.E.A.R. 2 sembra essere almeno un passo indietro nell'utilizzo di effetti grafici di ultima generazione in particolare nell'illuminazione degli ambienti che sembra essere piuttosto distante da quanto visto in altre produzioni concorrenti. La produzione Monolith sembra quindi soffrire di una certa piattezza nella gestione delle texture che tende a rendere meno “impattanti” gli ambienti di gioco. Ottima la prova, invece, del motore fisico, assegnato ancora una volta all'HAVOK. Le routine che muovono gli oggetti sullo schermo e il ragdoll dei soldati sono decisamente convincenti e contribuiscono ad aumentare il realismo complessivo.
Il multiplayer di F.E.A.R. 2, per quello che abbiamo visto, si lega ancora ai vecchi canoni di “quakiana” memoria, come il capture the flag, il team deathmatch e modalità che si rifanno molto da vicino alle azioni di "Innesca la bomba-disinnesca la bomba" che abbiamo imparato ad amare da Counter-Strike in poi. Niente di veramente innovativo, quindi, anche se l'utilizzo dei mech ha sempre un certo fascino. Tuttavia il multiplayer di F.E.A.R. 2 rispecchia quanto di buono visto anche nel primo episodio e si rivela uno dei punti di forza dell'intero prodotto Monolith.
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F.E.A.R. 2 è il classico gioco che “Si ama o si odia”. Chi è rimasto affascinato da quel mix di horror paranormale e FPS messo in campo da Monolith qualche anno fa, allora si sentirà come a casa, grazie soprattutto ad un sistema di gioco che seppure con qualche novità si ripresenta con gli stessi punti di forza e le stesse debolezze. Chi invece non ha amato le vicende di Alma, troverà pochi spunti di novità per iniziare ad amarlo, complice anche un comparto grafico sicuramente non all'altezza delle ultime produzioni. Per quanto ci riguarda abbiamo apprezzato il bagno di sangue regalatoci da Monolith & Warner. Il taglio cinematografico dell'intera produzione e la struttura forse un po' “vintage” del gameplay di F.E.A.R. 2 sono però quanto di meglio si possa chiedere in questo momento per chi vuole ritrovare quella strada maestra del genere FPS da cui le attuali produzioni sembrano aver ormai preso le distanze.



