Tiscali

Recensione Call of Duty

Manuel Orrù Di Manuel Orrù (16 novembre 2003)
Call of Duty - Immagine 1
Il menù principale del gioco.
Un altro fps arriva sui nostri schermi e, novità fra le novità, è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale: Call of Duty non giunge sotto silenzio fra le braccia dei più attenti della comunità videoludica, nonostante l'attenzione per questo titolo si sia svegliata solo di recente.
Vediamo se tutte le attese sono state ripagate...

Soldato Semplice Jack Martin (101° Airborne) USA


Nei panni di un paracadutista americano, aviotrasportato del 101° Airborn', avremo il compito di completare una serie di missioni per ripulire il territorio prima dell'avanzata degli alleati nel cuore dell'Europa. Jack Martin (interpretato dal giocatore) è solo un soldato semplice, non ha molti gradi sulle spalle ma tanta paura di morire, e l'unico modo per stemperare questo senso di angoscia è dividerla con i soldati che compongono il suo team. Nel gioco oltre a non farsi ammazzare bisognerà fare molta attenzione a difendere anche i nostri compagni, che saranno fondamentali per portare a casa la pelle.

Così come le vicende della Seconda Guerra Mondiale assumono un diverso aspetto a seconda del punto di vista degli eserciti che vi hanno preso parte, anche la campagna di Call of Duty è divisa sostanzialmente in tre parti: la parte Americana, Inglese e Russa, che si svolgeranno sotto forma di missioni da affrontare in sequenza, ognuna ambientata cronologicamente nel periodo di tempo a cavallo del D-Day (6 Giugno 1944 per i più smemorati).
I panni che indosserete saranno quelli più che mai scomodi dei soldati di fanteria, impegnati in azioni fra le più svariate, che vanno dalla conquista e la difesa di un villaggio fino agli atti di sabotaggio da compiere dietro le linee nemiche. Prima di ogni missione, una lettera del vostro comando (e, occasionalmente, una serie di diapositive) vi illustrerà gli obbiettivi principali della missione, obbiettivi che comunque possono cambiare dinamicamente durante l'azione (possono essere comunque richiamati su schermo premendo il tasto TAB), e le possibili resistenze che potrete incontrare durante lo svolgimento dei vostri compiti.

Call of Duty - Immagine 2
Il briefing avviene tramite dei brevi scritti (lettere, diari, ecc.) all'inizio della missione: è sempre possibile, comunque, richiamare l'elenco degli obbiettivi della missione durante l'azione di gioco.
Call of Duty - Immagine 3
Un assalto ad una casa in fiamme.

In vostro aiuto, durante l'azione di gioco, verrà l'ampio arsenale disponibile per ognuna delle parti in causa, ricostruzioni perfette dei veri fucili, mitragliatrici e amenità varie in uso all'epoca presso gli eserciti americano, inglese e russo, e, in casi estremi, potrete anche raccogliere le armi dei soldati tedeschi caduti. Sarà comunque possibile trasportare solo due fucili (o lanciarazzi o altro) contemporaneamente.
La fase di gioco, che come abbiamo già detto è divisa in missioni, numerose ma relativamente brevi, “prende in prestito” dagli altri titoli del genere parecchi particolari: è difficile, infatti, notare in Call of Duty qualche elemento veramente innovativo, ma gli sviluppatori della Infinity Ward, molti dei quali, è utile ricordarlo, avevano già lavorato su Medal of Honor, sono riusciti a ottenere un buon mix dei pregi di altri giochi.

Sergente Evans (22 Rgt SAS) UK


Utilizzati per la prima volta nel corso del secondo conflitto mondiale, i SAS, ribattezzati dai tedeschi come ';Diavoli Rossi' a causa del basco rosso che completava la loro uniforme, i soldati inglesi erano una selezione di pochi ma ottimi combattenti chiamati ad operare in azioni di rappresaglia o sabotaggio, famosissima la missione in difesa del ponte Pegasus sul fiume Caen in Francia.
Avvincente anche gli scontri a bordo di mezzi e l'utilizzo di armi speciali come la contraerea all'interno di un aeroporto nemico.

Call of Duty non nasconde la sua impostazione prettamente arcade, in virtù del fatto che l'azione è spesso frenetica e non sono poche le sparatorie molto affollate a cui vi troverete a partecipare e che rappresentano, in effetti, uno degli aspetti più divertenti dell'intero gioco; ciononostante il ritmo imposto non è mai troppo veloce né troppo lento.

Vi troverete, unica novità di rilievo rispetto a Medal of Honor, a lavorare spesso in squadra per portare a termine la missione, ma i vostri compagni, pur rappresentando una potenza di fuoco a volte non trascurabile presentano una funzione più scenografica che sostanziale e non vi toglieranno mai le castagne dal fuoco, svolgendo per voi gli obbiettivi della missione. Ad aumentare il realismo del gioco contribuisce il fatto che, prendere la mira in movimento, risulta molto complicato a causa dell'allargarsi del mirino posto sull'arma: di conseguenza è spesso molto utile combattere da fermi, magari dietro un solido riparo, prendendo esempio in questo proprio dai compagni di squadra che da questo punto di vista posseggono una buona intelligenza artificiale.
Call of Duty - Immagine 5
Come sempre le esplosioni sono spettacolari: in questo caso è saltata una MG-42.
Call of Duty - Immagine 6
Sparare col fucile sulla spalla permette una maggiore precisione di tiro.
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