Un'altra importante novità introdotta in Splinter Cell Blacklist è la netta divisione tra i tre stili di gioco. Maxime Beland ci spiega infatti come con l'evolversi della serie, gli utenti si siano affezionati a differenti approcci al gameplay, con da un lato i puristi dello stealth e dall'altro gli amanti dell'approccio più diretto. Nascono così tre categorie battezzate Ghost, Panther e Assault che raccolgono tipi peculiari di azioni in gioco che se soddisfatte garantiranno soldi e potenziamenti finalizzati al miglioramento dello stile stesso. Ad esempio superare alcune guardie senza farsi notare, nascondendosi nell'ombra significherà soldi ed incremento delle qualità Ghost, colpire alla testa il nemico con la pistola silenziata potenzierà le capacità Panther, uscire allo scoperto e massacrando gli avversari col fucile a pompa significherà punti per Assault. Il meccanismo è semplice ed allo stesso tempo efficacie, incentivando il giocatore a godere a fondo del titolo nel modo che preferisce. A fine missione una schermata riassuntiva evidenzierà i punti esperienza ed i soldi raccolti per le tre categorie.
Finalmente abbiamo preso in mano il pad ed iniziato la campagna single player. L'incipit prende il via dopo un lungo filmato iniziale che getta le basi per un plot apparentemente basato sulla classica crisi mondiale scatenata da un gruppo di terroristi. Tralasciando la trama, sulla quale potremo disquisire in fase di recensione, la prima missione funge tipicamente da tutorial, illustrando le basi del gameplay gettandoci da subito nel vivo dell'azione. Il sistema di controllo riprende quanto visto in Conviction, mescolando comandi tradizionali da sparatutto in terza persona e input contestuali. Sam Fisher si muove con grande fluidità nei livelli di gioco, passando da una copertura all'altra semplicemente direzionando lo sguardo verso l'obiettivo e premendo il tasto suggerito dall'interfaccia. Avvicinarsi ad un nemico da dietro attiva la possibilità di eliminarlo, scegliendo tra colpo letale o stordimento. Accostarsi ad una porta permette ovviamente di aprirla (o di chiuderla per nascondersi), ma spostando lo sguardo verso terra, si potrà scegliere di sbirciare dentro prima di fare irruzione. Insomma, grazie ad un design studiato con intelligenza, il gameplay riesce nel non facile intento di permettere da un lato grande varietà di azioni senza per questo richiedere intricate sequenze di comandi, gestendo il tutto con pochissimi input.
A inizio partita si sceglie classicamente il livello di difficoltà, ma farà piacere sapere ai giocatori più esigenti della presenza di due livelli superiori a quello normale. Questi, detti Realistico e Perfezionista, rendono l'esperienza davvero hardcore. Giocando la build abbiamo già osservato una sfida dettata verso l'alto, con Sam Fisher poco resistente ai proiettili. Nonostante la presenza dell'approccio Assault, infatti, non pensiate di poter affrontare i nemici a viso aperto, ma sarà comunque d'obbligo sfruttare le coperture per nascondersi e riprendere il fiato, magari facendo perdere le proprie tracce. L'IA si comporta piuttosto bene, riproponendo quanto già visto in Conviction in termini di percezione dell'ambiente e del giocatore stesso. Farsi notare farà apparire difatti una sagoma del protagonista, indicando l'ultima posizione notata dai nemici. Durante la prova abbiamo notato un'ottima realizzazione dei livelli, che incentivano l'improvvisazione, assecondando praticamente ogni scelta compiuta dal giocatore.
Gli elementi più interessanti del predecessore fortunatamente sono stati mantenuti anche in questo seguito
La prima missione dopo il prologo ambientata a Benghazi presentava un incedere lineare ma allo stesso tempo discretamente aperto per garantire strade alternative. Il ritmo è ottimo, nonostante si parli di un titolo stealth, con trovate interessanti che spezzano il tradizionale incedere. Abbiamo testato nella missione successiva un approccio Assault, forti di un fucile a pompa decisamente potente. Blacklist riesce nel non facile intento di funzionare anche scegliendo questa strada, sebbene l'esperienza di gioco rimanga distante dai classici sparatutto in terza persona, richiedendo comunque una buona dose di strategia. Si fanno allo stesso tempo notare maggiormente alcune magagne dell'intelligenza artificiale, che in parte inficiano l'esperienza, ma una rifinitura del codice potrebbe già ovviare a tali mancanze. La fine del livello cambiava totalmente registro coinvolgendo il giocatore in una fuga a perdifiato sotto l'attacco di un drone, schivando fiamme, esplosioni e detriti vari. Da quanto provato, sembra che gli sviluppatori abbiano introdotto diversi di questi piccoli momenti per variare un po' l'azione, senza per questo stravolgere il gameplay principale fortunatamente.
Gli sviluppatori hanno inserito alcune interessanti varianti che spezzano il naturale procedere delle missioni
L'SMI sarà l'hub centrale dal quale si potrà accedere ad ogni missione, sia single player che online
Splinter Cel Blacklist ci ha piacevolmente sorpresi. La prova ha messo in mostra un titolo solido e ben realizzato, capace allo stesso tempo di non tradire la natura stealth della serie rinverdendo contemporaneamente l'offerta con idee interessanti. Il gameplay sebbene estremamente alterato dall'utilizzo di comandi contestuali, risulta fluido e godibile, senza per questo far sentire il giocatore preso troppo per mano. Gli utenti più smaliziati troveranno soddisfazione grazie ai livelli di difficoltà aggiuntivi, mentre l'integrazione con le modalità online grazie all'SMI CI è parsa una scelta azzeccata. Manca ormai poco più di un mese all'uscita, restate con noi per i prossimi aggiornamenti e la recensione finale.