Vabbè ormai lo sapete, che quando dico "stasera posto", intendo "domani mattina"... buona lettura!
Episodio 51: Battaglia nella mente di Gogeta
Un paesaggio triste e desolato faceva da sfondo ai recenti avvenimenti di Namecc. La razza dei namecciani era praticamente estinta dai devastanti attacchi degli invasori, e i loro villaggi giacevano ora come silenziosi e tetri cimiteri. Pochi e smunti sopravvissuti si davano alla fuga solitaria, verso i posti più riparati. Il cielo era cupo di nuvole, per tutte le polveri sollevate nei numerosi scontri che si erano succeduti. L’intero pianeta si apprestava a diventare l’ultimo sepolcro della resistenza strenua e coraggiosa al ritorno del Demone.
Kupile attendeva di affrontare il proprio destino, al fianco di Muri; entrambi immobili.
I pensieri di Kupile erano attraversati solamente dal pensiero dello scontro che avrebbe dovuto affrontare.
“Devo concentrarmi, e tornare ai livelli di forza di un tempo, altrimenti non potrò mai sconfiggere Besh e Keut... mio fratello, avrà senz’altro ucciso quei terrestri... avranno quelle sfere”
Era stato costretto, nell’ultimo gesto di disperazione, a sotterrare le quattro sfere e a fuggire, ma non credeva veramente che Keut non sarebbe riuscito a raggiungerle ugualmente.
“Che sfortuna, proprio ora che sembrava tutto così vicino...”
Kupile riaprì gli occhi di scatto: <<Qualcuno si avvicina rapidamente!>>. Si alzò in piedi, e Muri gli chiese che intenzioni avesse.
Kupile non gli rispose e uscì allo scoperto da quel tetro santuario, che era tutto ciò che rimaneva di quello che era stato il villaggio più prospero del pianeta.
“Vieni avanti chiunque tu sia...”
Era Gogeta, che sfrecciava tutta velocità verso di lui. Il Sommo lo poteva vedere attraverso la sua sfera, mentre volava circondato dalla sua aura brillante di ssj3, e già cominciava a percepire il suo spirito aleggiare attorno a sè.
“Questo ragazzo è davvero portentoso, non sarà facile vincere la barriera di Mylon...”
All’improvviso avvertì come un sussulto, e perse coscienza della propria corporeità: era entrato nella mente di Gogeta. Vedeva lo spazio proiettato della sua mente di saiyan, un luogo grigio solcato da strisce luminosissime. Brillamenti di energia, scossoni violenti, scariche elettriche che gli attraversavano il corpo, il Sommo riusciva a malapena a mantenersi cosciente all’interno della mente di Gogeta. All’improvviso l’oscurità diventò tranquilla, e poggiò i piedi su qualcosa di solido: il Sommo camminò, fino a giungere in prossimità di un’altissima barriera di cristallo: al di là di essa, poteva percepire lo spirito puro di Gogeta. Anzi, più attentamente poteva udire Vegeta e Goku distintamente. Era solo la volontà di Mylon a tenerli uniti ormai.
“Il tempo della fusion è finito da un pezzo”
La parete di cristallo era la barriera mentale di Mylon. Il Sommo caricò una ki blast tre le sue mani raggrinzite e la scagliò, infrangendo la barriera.
Sulla Terra, Mylon avvertì una fitta alla testa, perse per un attimo il controllo e il salone ove si trovava insieme a Boran fu investito da scariche elettriche. Poi avvertì che la barriera di Gogeta era rotta.
<<No! Qualcuno ha infranto la mia barriera! Devo fermarlo prima che liberi Gogeta dal marchio!>>
Boran: <<Cosa? Dici sul serio?>>, tossì, <<Allora fermalo subito!>>.
Mylon chiuse gli occhi e penetrò la mente di Gogeta, prendendo forma nello spazio parallelo in cui si trovava il Sommo. Vide la barriera infranta, e si gettò sulle tracce di Kaioshin, attraverso il labirinto mentale di Gogeta, fatto di fiammate di energia e lampi fortissimi.
Il saiyan interrupe il suo viaggio. Si sentiva strano, osservato. Ebbe la sensazione di non sapere più chi essere, o da dove veniva, o cosa stava facendo. Lasciò che le sfere precipitassero al suolo, mentre nella sua mente stava per consumarsi la battaglia decisiva per la sua liberazione...
Il sommo trovò Vegeta e Goku: i loro spiriti, nella forma dei loro corpi, erano lì, immobili, sospesi in due vortici distinti di energia. Ma non riusciva ad avvicinarvisi, a causa della forza dei turbini, che li tevano intrappolati.
<<Che sorpresa, Kaioshin il Sommo!>>, disse la voce sibilante e stridula di Mylon.
Il Sommo si voltò lentamente: <<Da quale inferno sei tornato? Tu e la tua stirpe non eravate soltanto un brutto ricordo di terribile incubo?>>
<<Evidentemente no! Ho cercato a lungo, nel corso dei milleni, caro Kaioshin, ma ogni traccia del Daemon era sparita... e le sfere erano così elusive che non riuscivo a distinguerle dallo sfondo confuso dell’energia cosmica. Qualche decennio fa approdai con la mia nave su un pianeta del dominio di Boran; fu un caso fortunatissimo. Essendo gran sacerdote di Talgot, l’ultimo ancora in vita, Boran ha bisogno di me per risvegliare il Divino. Eravamo quasi riusciti ad avere le sfere, grazie a Freezer... e dopo l’esplosione di Namecc diedi tutto per disperso. Ma alla fine, non molto tempo fa, abbiamo trovato il Daemon, che ci fu sottratto. Dalla sua ricerca in questa galassia abbiamo fatto la sconvolgente scoperta dell’esistenza di un altro Namecc, e del fatto che le sfere esistono ancora. Questo è il momento della nostra vittoria, e non permetto di portarcelo via!>>
Mylon scagliò un raggio verso il Sommo, che lo schivò. Il raggio colpì Vegeta nel vortice.
Gogeta avvertì una fitta terribile alla testa, come se una parte di sè stesse bruciando ardentemente. Urlò al cielo tutto il suo dolore.