Proprio ora!
Dato che questi episodi sono anche abbastanza lunghetti, per oggi dovete accontentarvi di uno solo, sono spiacente...

Capitolo 9- Deceive (parte seconda)

[...]...e così i fratelli fuggirono, aiutati dal servo dell'orco...
ma...[...]


Se ne stavano andando.
6 li aveva presi in spalla e stavano correndo via.
Un'emozione unica.
Per la prima volta si stava per abbracciare la vera libertà.
Libertà.
Solo un uomo prigioniero può conoscere, capire, gustare il suo vero significato.
Solo chi provava sofferenza voleva conoscere la libertà.
Il laboratorio, quel buco scavato nel monte, si allontanava sempre di più.
La visione di questo faceva sorridere i bambini.
"Torniamo a casa!!!" esultò 17, mentre abbracciava la sorellina.
18 sorrideva, mentre carezzava i morbidi capelli di 6.
"Potrò rivedere la mamma..." mormorò a voce bassa.
Ma il volume di questa frase era alto abbastanza da venir udito dall'androide Numero 6.
Ogni singola parola gli bruciava come degli spilloni nella carne.
Gero aveva ucciso i suoi genitori.
Gli aveva anche mentito, rovinato la vita, trasformandolo in un automa.
E ora anche questi bimbi avevano innanzi un futuro difficile.
A soli 6 anni non avevano più la mamma e papà.
Lui stesso li aveva uccisi.
Ma la cosa più dura era proprio il fatto che loro non lo sapevano.
Per tutto quel tempo avevano desiderato rivedere i genitori.
Ignari della loro morte.
E 6 non aveva mai trovato il coraggio di dirlo.
E se ora glielo avessero chiesto?
Dove erano i loro genitori?
Non ci voleva nemmeno pensare.
Eppure sarebbe presto giunto il momento.
Il momento di rivelare tutto.
Perché sarebbe stato peggio farglielo scoprire tutto da soli.
Molto peggio...
Ormai, come 6, loro non avevano nessuno al mondo.
A parte lui.
"Che farò?" si domandava l'androide, mentre correva tra i boschi.
"Come potrò prendermi cura di loro, io che sono un mostro?"
La tristezza ormai la conosceva bene.
Ogni giorno.
E lui tra una settimana avrebbe compiuto 16 anni...
...Un ennesimo compleanno senza regali, feste... genitori... parenti...
Ora solo i piccoli gemelli stavano vicino a lui.
Ma questo era una consolazione dopotutto.
Perché non c'è cuore più triste di un cuore solo...
L'androide si fermò di colpo.
Erano giunti in uno spiazzo in mezzo al bosco: d avanti a loro scorreva un ruscello dall'acqua limpida, che luccicava
come fosse di cristallo.
Il verde dei pini e delle querce li circondava.
Ovunque odore d'aria fresca.
Quell'odore che ti entra nei polmoni e che ti purifica...
Odore di libertà...
I gemelli ne approfittarono per abbeverarsi, mentre 6 si guardava attorno.
18 lo guardò perplessa.
"Che ti prende, 6?Qualcosa non va?"
6 era fermo a pensare.
"Sai, 18..." iniziò poi, con tono triste.
"Un altro passo... e io sarò più lontano dall'orco di quanto non lo sia mai stato in tutta la mia vita..."
Ma non pensava solo a questo.
Nella sua mente stava lentamente apparendo l'immagine dei suoi genitori.
Di lui, bambino, legato a tubi e macchine.

E anche l'immagine dei genitori dei bambini...
---....se solo io non fossi mai esistito... sia i miei che i loro genitori... sarebbero felici... se io non fossi mai nato... mamma e papà non sarebbero morti...---
Senza accorgersene, le lacrime iniziarono a scendere.
Scosse la testa per togliersele di dosso.
Piangere è da deboli?
Non sapeva... ma di certo non gli faceva un bell'effetto...
"Avanti, bambini... dobbiamo proseguire..."
17 e 18 obbedirono ciecamente e montarono di nuovo sulle sue spalle.
Di nuovo a correre.
Andare ancora più lontano...

* * * * * * * * *

Nello stesso momento, l'orco cattivo faceva capolino nel laboratorio.
Lo trovò ovviamente deserto...
"Bambini? 6? Dove siete andati?"
La sua domanda non ebbe risposta.
Notò poi la porta sfondata, crivellata dai colpi di proiettile.
Sul volto di Gero apparve una maschera di rabbia.
Corse veloce dentro la stanza e vide il suo PC distrutto.
Stizzito, afferrò la tastiera e distrusse definitivamente il monitor che iniziò a far scintille.
Solo un grido pieno di rabbia uscì dalla sua bocca...
"FOTTUTO BASTARDO!!!!"
Lo avevano fregato.
6 lo aveva tradito, era fuggito con i gemelli.
I suoi preziosi gemelli...
I suoi giocattoli...
Tirò fuori il telecomando dalla sua tasca e lo premette.
Senza alcun risultato.
"...'Fan****!!! Il raggio d'azione è troppo corto!!! Non posso far saltare in aria quel figlio di pu****a... merda!!!"
Lo aveva fregato un'altra volta.
Il suo sfogo di rabbia venne all'improvviso interrotto dalla presenza di Ghiller: si era seduto con comodo sul letto, mentre Gero, preso dalla rabbia, non si era accorto di lui...
"E così sono scappati, vero, dottore?"
La voce del ragazzo fece prendere un colpo a Gero, che sussultò per lo spavento.
"Ghiller... quando sei arrivato qua??!"
Il ragazzo albino non rispose. Sul suo volto vi era ancora il suo classico sorrisino sornione. Un sorriso sfacciato e provocatorio.
"Così... sono scappati..." continuò poi, alzandosi dal letto.
"Bene... vedo che 6 ha usato il mio chip... non è poi così vigliacco..."
La parte "Il mio chip" ebbe un effetto immediato su Gero che, senza esitare, sfoderò una pistola dalla tasca e la puntò alla fronte del ragazzo.
"Brutto bastardo! Mi stai dicendo che li hai aiutati a fuggire??!"
Ghiller, nonostante avesse la pistola puntata contro, non sembrava preoccupato per nulla.
"Sa, Dottor Gero... prima di sparare, dovrebbe togliere la sicura!"
L'orco cattivo, constatando la verità del suo consiglio e, gelato da quella freddezza micidiale, abbassò l'arma per poi buttarla a terra.
Ma continuò il suo dialogo rabbioso.
"Tu... amico mio... come hai potuto tradire me? Ora come potrò andare avanti?"
All'inizio, il ragazzo non accennò nulla, ma poi, sul suo volto, apparve un sorriso maligno.
"Chi le ha detto che l'ho tradita, dottore? Anche se li ho fatti fuggire... non significa che li lascerò andare via da qui... lo sa, vero??!"

* * * * * * * * *