Ecco il nuovo capitolo.Data la lunghezza, torno a 1 cap al giorno.
Capitolo 12- Pendulum
...la ruota del tempo gira, inesorabilmente...
se tu desideri che giri più in fretta, allora per te lo farà...
non si sfugge dallo scorrere inesorabile del tempo...
non si sfugge dal ticchettio infinito del pendolo della vita...
a meno che tu non lo voglia fermare...
Caro diario... (lo so... è banale come inizio...)
scrivo dentro di te per raccontare...
raccontare la nostra vita, con l'orco.
Ah... sapessi quanto tempo è passato...
Quasi 10 anni, da quando io, 6 e mio fratello avevamo tentato la fuga, invano...
10 anni...
...e solo ora voglio raccontare la mia, la nostra storia.
Ora io ho 16 anni. Sono solo una ragazzina.
Ma ricordo nettamente tutto.
Tu mi fosti regalato proprio da Gero, l'orco.
Mi aveva detto...
"Questo diario è per te... almeno lì puoi scrivere tutto ciò che ti passa per la mente..."
Io ti avevo preso, ma ti avevo subito buttato via.
Ma ora, dopo anni, sto scrivendo sulle tue candide e immacolate pagine.
Il tempo è passato davvero in fretta, non credi?
Dopo quel giorno...
Dopo la morte dei miei, dei nostri genitori...
Ho continuato a desiderare che il tempo scivolasse via...
come sabbia tra le mie mani.
E in effetti...
In un certo senso... è passato eccome....
Soprattutto nei giorni in cui "lui" era vicino a noi.
Roku.
Lui è il nostro unico amico, sai?
All'inizio avevo un po' di paura, a vederlo, ma col tempo...
Lui è diventato il più grande amico che potessi avere...
Grazie, 6...
Ma torniamo a noi...
Quel giorno, l'orco aveva portato il suo amico coi capelli bianchi all'ospedale e lasciato noi tre rinchiusi nel suo covo.
Lì, mio fratello aveva avuto un'idea...
Lo voleva uccidere.
Da grande, in un tempo non definito, lo avrebbe ucciso.
Non so perché, diario...
Ma in quel momento volevo dargli ragione...
E avevo provato una stranissima sensazione...
Non so....
6 lo aveva guardato in modo strano... quasi preoccupato...
Mah... non saprei cosa dire...
Comunque, scrivo sulle tue pagine per un altro motivo.
Non so bene se è per sfogarmi, o per parlar con qualcuno...
Ma scrivo lo stesso.
Per tutto questo tempo, io e 17 abbiamo continuato ad allenarci.
Come tanto tempo fa, insomma.
Siamo molto in forma, ci ha detto Gero.
In effetti, la nostra resistenza è eccezionale.
Possiamo fare centinaia di chilometri senza tanta fatica.
Ma non è proprio questo a preoccuparmi.
Un giorno, ho provato a sentire cosa succedeva dentro la stanza dell'orco, posandoci sopra un orecchio.
Sentivo strani rumori... trapanate, colpi di martello, di saldatrice...
Roba da far venire i brividi...
Cosa vorrà mai fare quell'uomo?
Ho paura.
Vorrei tanto fuggire, come stavamo per fare anni fa.
Ma fuggire... dove?
Dove potrei mai andare, ora che i miei genitori non ci sono più?
Cosa potrei mai fare da sola?
Mi sento persa...
Sebbene io abbia con me "lui" e mio fratello, mi sento sola.
Io continuo ad aspettarlo, sai, caro diario?
Il principe.
La mamma me lo aveva detto, quindi io aspetto.
Un giorno lo troverò.
Mi salverà e mi porterà fuori di qui.
Spero sia solo questione di tempo.
Ci credo...
Il mio corpo, frattanto, si è abituato ai maltrattamenti.
Le cinghiate che prendo quando disobbedisco non fanno più male.
Altre ferite stanno sparendo...
Ma ultimamente, nell'orco, c'è qualcosa di diverso.
Le sue cinghiate sono più leggere.
Anche il suo sguardo, rivolto a me, è cambiato.
Ha un qualcosa di languido... ambiguo... negli occhi.
Una cosa davvero strana, credimi.
Mi ha perfino fatto i complimenti. Ma la cosa non mi ha fatto per nulla piacere...
Immagino che se qualcuno leggerà queste righe, si metterà a ridere.
Pensare "che stupida" magari...
Ma io scrivo ancora.
Aspetto che il tempo passi.
Nella speranza di andarmene...---------------------------------------------------------------------
"Ehi? Sei sveglia?"
Domandò una voce oltre la porta di ferro.
Una voce familiare.
Era la voce di 17.
Ora che era cresciuto, la sua voce iniziava a diventare più profonda e rauca.
Il suo tono era diventato inconfondibile.
"Sì. Ora vengo..."
Rispose la persona dentro la camera.
La sua voce era anch'essa cambiata.
Rimaneva sempre dolce e delicata, ma con un tono più deciso.
Che strano, crescere...
Stava cambiando tutto in loro.
Il corpo.
La voce.
Il modo di pensare.
Stavano lentamente crescendo... per divenire adulti.
"Allora ti aspetto, 18" concluse lui, allontanandosi.
Da dentro la stanza, 18 si alzò dal tavolo.
Posò su di esso un diario sporco, ma con le pagine ancora candide, e la penna che scriveva a malapena.
Non era più una bambina.
Il suo corpo era divenuto snello e abbastanza alto, a differenza di come era da bimba.
I fianchi erano perfetti e le mani avevano le dita lunghe, senza la minima imperfezione.
I seni erano cresciuti, raggiungendo una misura discreta, ma senza stonare minimamente su quel corpo grazioso.
I capelli erano lunghi e setosi, pettinati con cura e con la riga su un lato.
Tra le ciocche lucenti, si vedeva quello splendido viso.
Non più il viso di una bimba.
Non ancora il viso di una donna.
Ma un viso che era a metà strada tra le due vie.
Era splendido, dai lineamenti delicati e dagli occhi grandi e azzurri.
18 era divenuta una bellissima fanciulla.
Alzatasi in piedi, uscì dalla sua camera per raggiungere il fratello.
Il laboratorio di Gero era aumentato di dimensioni.
Vi erano almeno quattro stanze in più.
Vide 17, seduto sul tavolo.
Anche lui era cambiato.
Era alto come lei e aveva capelli corvini lunghi come la sorella.
Il fisico era medio, ne magro ne robusto, e non aveva nulla di imperfetto.
Il suo viso era davvero bello.
I suoi occhi splendevano di un azzurro chiaro, quasi glaciale.
I lineamenti erano delicati, ma non effeminati.
Sarebbe divenuto un bellissimo uomo, una volta adulto...
"Ciao" la salutò lui, alzandosi in piedi. "Fai colazione?"
Lei si limitò a annuire, per poi sedersi a tavola.
Era così tutte le mattine.
Prima i gemelli si svegliavano con calma, poi, dopo aver fatto colazione, l'orco entrava nella stanza e li mandava a correre.
Sarebbe accaduto anche oggi.
La porta della stanza dell'orco si spalancò e colui che era al suo interno ne uscì con calma e molto lentamente.
Il suo aspetto era cambiato, ma era sempre lui:
I suoi lunghi capelli ora andavano schiarendo, segno inconfondibile del tempo che passa;
Il suo volto, la sua espressione, erano solcati anch'essi dal tempo e sulle pieghe del viso ora c'erano alcune rughe.
Si era fatto crescere un paio di baffi che carezzava quando qualcosa gli piaceva.
Ma gli occhi rimanevano tali e quali.
Lo specchio della sua anima era rimasto inalterato: quegli occhi cerulei, quasi di vetro, non avevano mai perso un attimo la loro crudeltà.
Come suo solito fare, si avvicinò ai due, sorridendo.
Poi, posò la mano sulla spalla di 17.
"Allora, ragazzi... andate a correre!"
I fratelli non persero un minuto di tempo e fecero per uscire.
18 afferrò una fetta di pane, che aveva un sapore simile alla muffa, e seguì il gemello, dopo averla messa tra i denti.
I due uscirono dal rifugio e iniziarono la loro corsa giornaliera.
Facendo attenzione a non cadere dai massi, saltellarono da una sporgenza all'altra, ormai abili e agili come caprioli.
Si erano rimessi gli orecchini, costretti con la forza dall'orco.
Così non potevano più tentare la fuga.
Il tempo aveva trasformato quegli arnesi e ora sia 17 che 18 li indossavano con perfetta disinvoltura, come fossero comuni gioielli.