Ultima modifica di H Sakuragi; 17-12-2014 alle 20:19
Quello che ci manca davvero è la tecnica. Quando hai quella si velocizza il gioco e la partita. Per dire: quando non si fa altro che palleggiare in orizzontale è ovvio che la partita sembra molto più lenta di una dove si fanno molte triangolazioni e dribbling (riusciti).
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E poi si ritorna al problema delle nostre scuole calcio dove il tatticismo è diventato estremo con giocatori votati ai compiti a discapito della migliore decisione da fare a seconda delle situazione. Due pagine fa, proprio Red ci parlava della storia di Pellè, un italiano che ha fatto giri assurdi per poi sfondar in Premier.
Io di mio ne cito un altro che secondo me avrà una storia simile e lo ha fatto partire il Milan: Cristante.
Che poi abbiamo lasciato andare Cristante per prendere Torres e Van Ginkel. Grande mossa.
Secondo me sulla tecnica si può sempre lavorare (fermo restando che con il talento ci si nasce), ma penso che, dall'esperienza del calcio italiano, sia proprio sul punto di vista fisico che ci sono le maggiori carenze.
Io leggo di calciatori stranieri che arrivano nel campionato italiano e dicono che in Italia ci si allena di più che da loro. Ma il lavoro principale sul fisico lo si fa da adolescenti, e lì che si costruiscono le fondamentali basi per avere un fisico da atleta. E manco a dirlo, la maggior parte dei preparatori atletici italiani sono d'accordo sul fatto che nelle giovanili italiane ci si allena molto meno che all'estero (e probabilmente anche molto peggio).
Anche per un motivo più prosaico: all'estero semplicemente le squadre hanno più strutture idonee per i loro giovani calciatori, che quindi hanno anche più tempo per allenarsi. Qui invece... io a Lecce ancora vengo a conoscenza di juniores che, quando non si allenano, devono andare a lavorare in fabbrica per mantenersi e continuare a rimanere lì nel giro... e non credo che nelle grandi squadre ci sia molta più attenzione per queste cose.
Poi va beh, se anche quel poco di tempo dedicato agli allenamenti viene magari occupato da lezioni tattiche, siamo a cavallo... e per cosa, poi? Per farci dire da Mourinho "nel calcio italiano c'è molta tattica. È piuttosto divertente... per l'allenatore"?
Poi davvero c'è da chiedersi che fine abbiano fatto i quadri societari (chiamamoli così, va). Una volta avevamo forse i migliori preparatori dei portieri del mondo, tanto che persino uno come Marchegiani è riuscito a fare i mondiali... adesso? Dove diavolo sono finiti? Scomparsi insieme ai predicatori del calcio difensivo? Emigrati insieme ai nostri migliori allenatori? Possibile che sia andato perso anche quello che di meglio avevamo a disposizione?
Spero di sbagliarmi, ma rischiamo davvero di diventare una decaduta del calcio, di questo passo.