Goku si posizionò a gambe divaricate; stringendo i pugni, lanciò un urlo che accompagnava la crescita verti-ginosa del suo potere interiore. Vegeta percepì l’abnorme cambiamento che si stava verificando nella forza del suo avversario, mentre anche il suo aspetto esteriore mutava: i muscoli, pulsando, gli si gonfiarono, l’aura che lo avvolgeva si tinse di un inedito color arancione fiammeggiante. «KAAA-IOOO-KEEEEN!!» scandì Goku con un tono di voce tanto possente da incutere timore.
«M-ma… questa tecnica…» commentò Vegeta sgranando gli occhi, sbigottito.
«Non parlare, Vegeta!» gridò Goku. «Attaccami alla massima potenza! È quello che volevi, no??»
Senza esitazione, Vegeta si accigliò digrignando i denti ed iniziò a bombardare il rivale allungando in avanti entrambe le mani, in modo alternato, e rilasciando una miriade di raggi energetici molto potenti; l’attacco durò per diversi secondi, sollevando polvere e detriti attorno a Goku, che si lasciò colpire senza batter ci-glio. Terminata l’offensiva, Goku schizzò in avanti esibendo una velocità impetuosa che Vegeta non riuscì a percepire. Con una luce furiosa negli occhi, il Saiyan più giovane colpì il Principe con un pugno alla faccia, poi una ginocchiata allo stomaco, infine lo afferrò per il braccio e lo scagliò al suolo con una forza micidiale. E in un secondo Vegeta giaceva al suolo, sconfitto.
Goku cessò di usare il Kaiohken: sospirò, sbuffando per la fatica; mentre Vegeta, inerme, dolorante, sfini-to in una manciata di colpi, ancora stentava ad accettare quell’improvvisa superiorità mostrata dall’avversario. Eppure egli conosceva bene la forza di un Super Saiyan, e ricordava ancora di quanto – ai tempi del loro primo incontro - Goku fosse capace di incrementare la propria forza in un istante con l’uso del Kaioken; combinando questi due fattori, era palese che ne sarebbe uscito un potenziamento a dir poco inverosimile.
«Ihih… Ti è piaciuto??» ridacchiò Goku con un largo sorriso sereno, posandosi al suolo vicino a lui e porgendogli la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Vegeta, che era pur sempre Vegeta, ignorò l’amichevole gesto dell’amico e si rimise in piedi senza aiuto. «Che potenza… che potenza incredibile! Mi hai messo KO in pochissimi colpi! Con questa forza potresti addirittura battere i due cyborg…» commentò Vegeta, scuro in viso, ma non senza una certa ammirazione.
«Eheh… non è così semplice. Il Super Saiyan è di per sé uno stadio abbastanza stressante, ed unito alla mia tecnica Kaioken comporta un dispendio di energie che riesco a reggere solo qua all’Altro Mondo, senza risentirne eccessivamente, visto che nel regno dei morti ci si affatica di meno… infatti, anche tu - che sei così malridotto - adesso inizierai senz’altro a recuperare le tue energie! Questo giochetto regge solo qua…»
In effetti, Vegeta constatò che recuperare le energie era operazione più rapida da morti che da vivi: lo avvertiva sul proprio corpo da defunto. «In definitiva, senza questa tecnica, come Super Saiyan sono più forte di te…» osservò compiaciuto il Principe.
«Già… E calcola che avrei potuto spingermi ancora più in là, con il Kaioken, incrementando ancora la mia forza; naturalmente mi sono trattenuto, perché era negli accordi che non ci saremmo uccisi a vicenda, e comunque io non voglio ucciderti. Non solo: oltre ad essere una tecnica estenuante, è anche pericolosa se non la si padroneggia come si deve, specialmente quando il corpo si trova a gestire un livello di energia così alto…»

Fu così che si concluse la tradizionale rivalità tra Goku e Vegeta. Goku aveva mostrato, come di consueto, di essere in grado di sfruttare tecniche e risorse pur partendo da una condizione di inferiorità. Vegeta, però, si considerava il trionfatore morale: anni di impegno e di severi allenamenti lo avevano condotto a recuperare l’abisso che le vicende di Namecc avevano scavato tra lui e il Saiyan di rango inferiore. Non solo, lo aveva persino surclassato!
E così, era giunto il momento dei saluti. Saluti definitivi, stavolta e per sempre. Prima di congedarsi dall’ex-rivale, Vegeta pensò bene di rivolgergli un’ultima raccomandazione. «L’hai capito anche tu, non è vero, Kakaroth..? Il segreto di noi Saiyan è quello di poter crescere illimitatamente… se solo ne avessi avuto l’opportunità, credo che avrei potuto superare il limite del Super Saiyan… non è possibile che noi Saiyan veniamo sconfitti così facilmente!»
«Sì… è per questo che non ho mai smesso di allenarmi…» precisò Goku.
«Kakaroth… allenati anche per me, mi raccomando.» concluse Vegeta con uno dei suoi sorrisi accigliati, proprio mentre, inviati da Re Enma, due diavoli impiegati di rango inferiore si presentarono a prelevare i due Saiyan.
«Addio, Vegeta... non ci vedremo mai più.»
«Addio, Kakaroth.» replicò il Principe dei Saiyan.
«Forza, maschio, diamoci una mossa.» disse a Vegeta una specie di scorbutico secondino con una terrificante mazza di ferro dalla quale sporgevano chiodi arrugginiti. «La pacchia è finita!»
«Sì, sì, ho capito…» ghignò Vegeta seccato. Il Principe si incamminò scortato dal diavolo, borbottando: «Ma dimmi tu se un Saiyan aristocratico come me deve essere condotto in questo modo alla stregua di un volgare galeotto…»
Rimasero sul posto Goku e l’altro diavolo, un impiegato in camicia e cravatta con gli occhietti tondi alla Mr. Popo. I due stavano dritti in piedi, uno di fronte all’altro, con le braccia distese lungo il corpo, e si fissavano negli occhi. Stettero così a guardarsi negli occhi, sorridendosi a vicenda per un paio di minuti; dopo Goku domandò: «E-ehm… qualcosa non va?»
«Devi andare nella reggia dorata degli Elisei, a scontare la tua reclusione secolare…» rispose il dipendente di Re Enma. «… è il prezzo che ti sei impegnato a pagare pur di concedere al tuo amico un’ultima battaglia.»
«Ah già. Me l’ero già dimenticato.» rispose il Saiyan, e ciò era segno di quanta poca importanza avesse dato a quell’impegno. Così, senza farsi pregare, Goku si incamminò, a sua volta accompagnato dal diavolo sorridente.
«Ma di preciso…» domandò allora Goku. «…in cosa consiste questa cosiddetta reclusione?»
«Semplice! Si sta rinchiusi in un posto, senza poterne assolutamente uscire per anni interi.»
«Ma praticamente vuol dire finire in carcere!» si lagnò Goku. Effettivamente, si rendeva conto solo ora di aver accettato la prigionia altruistica a scatola chiusa, senza sapere in cosa consistesse.
«Già.» continuò il diavolo con il suo sorriso cortese. «Non lo sapevi? In realtà il posto dove verrai imprigio-nato è un carcere meraviglioso e molto lussuoso, nel quale il defunto gode di una suite imperiale comoda e spaziosa. Per certi versi è come un carcere, ma è diverso da quelli a cui siete abituati voi mortali, perché NON troverai stanzini sporchi e stretti, promiscuità con numerosi altri carcerati, sorveglianti violenti e rissosi che pestano a sangue i galeotti con i manganelli, e sodomia.»
Goku fu condotto nella reggia; il posto coincideva appieno con la descrizione che gli era stata fatta dall’impiegato di Re Enma, che lo condusse alla sua stupenda suite: un appartamento, ampio, luminoso, confortevole e ben arredato senza sfarzi tecnologici, fornito anche di attrezzi ginnici del peso di diverse tonnellate. «Così è qui che dovrò trascorrere i prossimi secoli? Sembra noioso…»
«Non deve essere divertente… altrimenti, che prigionia è?» replicò il diavolo.
«In effetti… e per i pasti come ci organizziamo?» domandò Goku, toccando uno dei tasti che più gli interessavano.
«Naturalmente, ti verranno portate modeste quantità di cibo…» rispose l’impiegato. «… altrimenti, che prigionia è?»
«“Modeste”? Ma così morirò di fame…» si imbronciò Goku.
«Tu sei già morto…»
«Ah, già…» concluse Goku, sempre più avvilito. «Se non altro, potrò allenarmi… »
“Certo che Re Kaioh poteva anche avvertirmi…” pensò Goku, rimasto da solo.
Re Kaioh lo contattò telepaticamente: «Scusa, figliolo, mi spiace! Mi sembrava di avertene già parlato…! Ad ogni modo, non rattristarti… cosa vuoi che sia qualche secolo di prigionia davanti all’eternità? Prendila come una piccola siesta…»
«Una siesta?» si lamentò Goku. «Sarà così lunga che diventerà una siettima, altroché!»
«Aaaahhahhahah!» scoppiò a ridere Re Kaioh. «Hai fatto una bellissima battuta, complimenti! Senti, Goku, ci sentiamo… ogni tanto ti contatterò e ti farò qualche battuta comica, oppure manderò a trovarti qualcuno dei tuoi amici! A risentirci!»
Condannato a quella sorta di pena paradisiaca, Goku cominciò ad interrogarsi su come avrebbe potuto allenarsi. Come potenziare ulteriormente lo stadio di Super Saiyan? Ripensò alle ultime parole scambiate con Vegeta… E se davvero ci fosse stato ancora qualcosa di ulteriormente potente rispetto al super guerriero dorato? «Beh… ho secoli di allenamento a disposizione, per rispondere a queste domande… Al lavoro!» si disse Goku con solerte e zelante determinazione.