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  1. #211
    Senior Member L'avatar di Ssj 3
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    Ten vs Dore: conclusione giusta, l'unico modo per vincere quando puoi minacciare l'incolumità del tuo avversario unicamente con l'insostenibile kaiohken è tramite un attacco improvviso da "o la va o la spacca".

    Ora però rimangono soltanto un Crilin non al meglio e Jaozi: contro un avversario superiore a Ginew mi chiedo come faranno a restare in vita fino ai soccorsi. (Kodinya? ricordo che avrebbe preso volentieri a calci Sauzer e squadra in più occasioni credo proprio che il momento sia arrivato)

    Gohan vs Kreezer: troppe ripetizioni nella prima parte, a mio avviso usare braccio/avambraccio per 3 volte e mano per due nell'arco di una manciata di righe ha reso la lettura pesante.
    Il resto del confronto invece è scorrevole e interessante, non sono mancati momenti autenticamente epici/toccanti (la kamehameha con dedica di Gohan e, finalmente, l'arrivo del maestro *_* ) nè divertenti, mi riferisco ovviamente al flashback di padre e figlio (accadimento incredibilmente verosimile e molto in stile DB, bella pensata).
    Kreezer mi sà moltissimo di bamboccio viziato e non particolarmente intelligente, lo stai giustamente rendendo mooolto poco simpatico.

    Non avevo idea che Gohan avesse perfino raggiunto il livello del padre, allora Kreezer deve possedere un potere nell'ordine di decine di milioni, sarà troppo anche per Piccolo? Sinceramente non vedo l'ora di scoprirlo

  2. #212
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    Grazie per i complimenti, presto leggerai il seguito!

    Citazione Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
    Gohan vs Kreezer: troppe ripetizioni nella prima parte, a mio avviso usare braccio/avambraccio per 3 volte e mano per due nell'arco di una manciata di righe ha reso la lettura pesante.
    Ho accettato la tua critica (azzeccata) e ne ho approfittato per modificare un po' quella parte. Non me ne ero reso conto neanche in fase di rilettura, e in effetti - focalizzandomi su quelle poche righe - suonava un po' ripetitivo, anche se di solito mi sforzo di evitare le ripetizioni.

  3. #213
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    Come promesso, ecco subito il nuovo capitolo! Buona lettura.

    Cap. 33: Noblesse oblige.

    Piccolo, dotato di fine sensibilità percettiva, aveva adocchiato con il proprio intuito tutta la serie di movi-menti sospetti ed inconsueti che quella mattina erano stati compiuti sul pianeta Terra. Aveva infine deciso di avere un ruolo attivo nella vicenda; si era mobilitato per raggiungere la depressione di Zambookah su appello di Goku, dopo che quest’ultimo aveva fallito, tentando di dissuadere Cooler dai suoi propositi. Approdato sul posto, aveva poi seguito tutte le battute del duello tra Gohan e Kreezer, attendendo il momento giusto per gettarsi nella mischia: così, si era frapposto quando l’inferiorità del suo allievo era ormai palese, ed ora stava bloccando l’attacco col quale il figlio di Freezer avrebbe voluto giustiziare il mezzosangue. Gli torse il braccio, facendogli provare una fitta lancinante all’altezza della spalla. Poi lo sollevò e, dopo avergli fatto fare una serie di giravolte per aria, lo scagliò a qualche decina di metri di distanza, trattandolo come il pivellino che effettivamente Kreezer dava l’impressione di essere, nonostante l’abnorme potenza. Infine prese in braccio Gohan con un certo affetto, mostrando il sorriso severo di un genitore che salva il figlio da un pericolo mortale: «È tempo di riposare, Gohan… Sei esausto…»
    «Mi dispiace che anche contro questo nemico non sono stato in grado di cavarmela da solo…» confessò Gohan a bassa voce, quasi sospirando.
    «Sei stato abile, comunque. Ho seguito il tuo combattimento per un bel po’, e aspettavo da tempo l’attimo propizio per intervenire… Non ti avrei mai lasciato perire, ma volevo vedere fino a che punto poteva spingersi la tua potenza, quando eri sottoposto ad un forte stress emotivo contro un nemico serio. Hai fatto grossi passi avanti, da quando abbiamo iniziato ad allenarci insieme, anche se non hai potuto dedicare molto tempo ai tuoi esercizi…» Ma il vero orgoglio fu per Piccolo constatare il coraggio e, perché no?, la sfacciataggine che aveva mostrato, rifiutandosi di soffrire per il dolore davanti al nemico e continuando imperterrito a sorridere, nonostante il dolore. Gohan aveva mostrato una crescita sia nella sfera combattiva che in quella psicologica, e sotto ambo gli aspetti il namecciano andava fiero del proprio allievo. Portò Gohan in disparte, e gli fece appoggiare la schiena ad una roccia, che per la sua posizione risultava in ombra, al riparo dal sole dato l’orario. Piccolo era venuto a sapere che i senzu erano in arrivo, ma non si era voluto allontanare per andare a recuperarli, per non perdere d’occhio lo sviluppo degli eventi.
    «Adesso riposati: so per certo che arriveranno presto i soccorsi, e ti rimetterai entro breve. Nel frattempo misurerò la vera forza di quel dannato marmocchio e, se mi riesce, cercherò di sconfiggerlo.»
    «… e se non ti riesce?» domandò, dubbioso, il figlio di Goku.
    «… Qualcosa inventeremo.» tagliò corto Piccolo. «Ce la faremo… se c’è una cosa che ho imparato in questi anni, è che ce la facciamo sempre.» Se fosse convinto di quello che diceva o mentisse, lo sapeva solo lui; era certo che non voleva preoccupare Gohan più del dovuto. “Prima di tutto devo tenere impegnato questo mostriciattolo per più tempo possibile, e nel frattempo studiare le sue capacità, poiché con Gohan finora ha solo scherzato. Quando avrò le idee più chiare, elaborerò una strategia… e spero che per allora i senzu saranno arrivati, in modo che al limite anche Gohan possa darmi una mano.” Questi erano i pensieri che, pressappoco, si agitavano nella mente della parte malvagia di Dio.
    «Uff… Vedete, soldatesse?» sbuffò Cooler che, seduto sul suo trono, poggiava sulle nocche un broncio visibilmente seccato e scontento, interpellando le due subordinate, non essendosi ancora accorto che una delle due si era allontanata. «In questo genere di situazioni c’è sempre uno sciocco in agguato. Il copione della rappresentazione drammatica è sempre lo stesso: ogni volta che uno sciocco si ritrova con le spalle al muro, arriva un altro sciocco desideroso di fare l’eroe. Tanto lo spettacolo finisce sempre in tragedia: muoiono tutti. Che tristezza, vero?»
    «Avete perfettamente ragione, Maestà! Parole sagge!» rispose lesta Kodinya, per coprire l’assenza della sua collega. «Mi è capitato diverse volte di verificarle personalmente coi miei occhi.»
    Nel frattempo, Kreezer si era rialzato senza troppa difficoltà ed aveva raggiunto Piccolo e Gohan. «Ehi tu, stangone!» esclamò rivolgendosi a Piccolo. «Come ti permetti di interrompere l’uccisione di Gohan?»
    «Adesso sono io il tuo nuovo avversario, ragazzino! Andiamo a metterci di là e, se mi batterai, Gohan sarà tutto tuo.» lo invitò Piccolo, parlandogli col tono che si usa per i bambini piccoli e indicandogli col pollice un punto abbastanza lontano dal mezzosangue.
    «Ma se nemmeno ti conosco!» esclamò Kreezer. «Lasciami fare e fammi concludere!»
    Piccolo si oppose, sollevò Kreezer di peso e lo tenne per la coda, tendendo il braccio in avanti. Nonostante l’alieno scalciasse e si dibattesse come una piccola furia, riuscì a portarselo via, ad una discreta distanza di sicurezza, preoccupato all’idea che potesse mettere in atto i suoi propositi assassini. Lo gettò a terra, poi si tolse di dosso mantello e turbante - come al solito appesantiti per garantire un allenamento fisico costante - e dichiarò: «Ascoltami bene, moccioso! Io sono più forte di Gohan… quindi, se ti senti tanto forte ed in gamba, prima sconfiggimi… e poi sarai libero di fare quello che vuoi!» Aveva deciso di essere brusco e non ammettere repliche; una volta iniziato il confronto, avrebbe messo a punto una qualche strategia che lo avrebbe condotto alla vittoria.
    «Frena, amico mio!» lo richiamò Cooler, interessato dalla svolta che i fatti avevano preso. «Che maniere sono queste? Presentati: tu chi saresti? E che diritto pensi di avere di intrometterti in questo combattimento?»
    «Mi chiamo Piccolo e sono il maestro di Gohan! E anche se non ho il dispiacere di conoscervi personalmente, ho una vaga idea della vostra potenza.»
    «Quale affronto, rivolgersi a me dandomi del tu, e usandomi parole di insolenza! Che pianeta di riottosi!» si indignò Re Cooler. «È chiaro che non sei un terrestre. A quale razza dell’universo appartieni?»
    «Sono un namecciano.» Anche quel fastidioso interrogatorio era un buon sistema per prendere tempo, aspettando che qualcuno soccorresse Gohan.
    «Un alieno di Namecc… ecco spiegato come mai conosci la nostra forza! Sarai anche tu una vecchia cono-scenza di mio fratello! Ad ogni modo, bando alle ciance. Tieniti fuori da questa battaglia, amico dalla pelle verde: questa è una questione di famiglia… il figlio di Freezer contro il figlio di Son Goku, il riscatto della nostra famiglia contro l’abietta genia dei Saiyan.»
    Piccolo osservò in tono derisorio: «Sembra che siamo destinati a fare conoscenza con tutto il vostro albero genealogico, allora! Ad ogni modo, se non posso sostituire completamente Gohan perché è lui il vostro obiettivo finale, posso affiancarlo provvisoriamente e rendervi la vita difficile…»
    «Sei stato sciocco. Se non fossi comparso qui dal nulla, saresti potuto restare in vita. Sei un perfetto estra-neo e nessuno aveva interesse a che ti presentassi qui fra noi…»
    «Non è esatto… se questa è una questione di famiglia, mi riguarda, come mi riguarda ogni aspetto della vita di Gohan.» replicò Piccolo ghignando. «Diciamo che… sono il suo secondo padre.»
    Cooler ribatté infine, stufo: «Vuoi aggregarti al ragazzino? E sia: te lo concedo. Tanto non avete speranze contro mio nipote, ora che si è scatenato… non sarà forte come me, ma può disintegrarvi entrambi in pochi minuti.» Poi, volgendosi verso Kreezer, lo esortò a dare di nuovo inizio alle danze. «Sentito, Kreezer? Un po’ di esercizio in più non ti farà male.»
    Il bambino alieno non fu molto contento di questa decisione, ma dovette ubbidire, a pena di serie punizioni da parte dello zio; così, i due nuovi contendenti si trovarono a fronteggiarsi.

  4. #214
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    «Quindi sei di Namecc… quello stupido pianeta che ha portato sfortuna a mio padre! Anche se l’idea di affrontare te non mi rende felice, potrò vendicarmi almeno un po’!» Sul momento, Kreezer non ritenne opportuno aumentare la forza necessaria ad affrontare il nemico; puntò gli indici delle due mani in avanti e iniziò a giocare a freccette con il namecciano, bersagliandolo con una moltitudine di sottili raggi energetici color amaranto. Piccolo stette al gioco, evitandoli tutti con facilità e senza dover attingere ad una porzione notevole della propria aura. Kreezer volle allora alzare il tiro, attingendo ad una forza superiore, e scagliando dei raggi ancora più micidiali, veloci e per questo numerosi. “Ha aumentato l’energia utilizzata…!” pensava Piccolo, mentre continuava a schivare i colpi, adesso con maggiore sforzo. “Conosco bene questa tecnica: finché non supera la mia velocità, posso schivare quei raggi… per quanto potrà ancora alzare il tiro??” Urgeva un espediente per impedire al figlio di Freezer di aumentare la propria forza fino a un livello che sarebbe stato insostenibile per il namecciano. Sfuggendo a quel bombardamento di raggi grazie alla super velocità, Piccolo si portò dietro il nemico, per colpirlo con una ginocchiata all’altezza delle spalle, un colpo che scagliò Kreezer al suolo costringendolo a strisciare per diversi metri, sollevando un paio di codazzi laterali di polvere. Subito il bambino alieno si risollevò in posizione eretta e si mise in posizione di guardia. «Lo sai o no che alle spalle non è valido?? Accidenti a te! Tutti imbroglioni, voi plebei!»
    «Non è colpa mia se non sei abbastanza sveglio da seguire il mio movimento!» lo sbeffeggiò Piccolo.
    Kreezer cominciò ad irritarsi, complici l’attacco subito e le frasi di Piccolo, che suonavano alle sue orecchie come provocatorie. «Ora mi stai facendo incavolare… stai attento, gigante verde, che non ti conviene!»
    Istintivamente Piccolo sogghignò; ragionandoci su, si rese conto che provocarlo era un gioco pericoloso: “Se si infuria, potrebbe sfoderare una forza al di sopra delle mie possibilità! Se anche valesse solo un terzo della massima potenza di suo padre, non riuscirei a salvarmi! Non devo tirare troppo la corda, o si spezzerà…” Ancora in posizione di guardia, il nipote di Cooler lanciò un urlo stridulo: avvolto da una fiammata rossiccia, potenziò la quantità di energia di cui aveva intenzione di disporre. Piccolo si regolò di conseguenza e, avvolto da una nuova onda bollente di calore, aumentò la propria aura.
    «Eheh…» osservò Gohan ridacchiando. «Piccolo è sempre stato su un altro livello, rispetto a me… per fortuna…»
    «Questo pianeta riserva molte sorprese…» commentò Cooler, a metà strada tra l’interesse compiaciuto e la meraviglia. «Quel namecciano non deve essere un tipo comune… qua siamo su livelli assolutamente fuori scala. A proposito… chissà come se la sta cavando la Squadra Speciale dall’altra parte?» si chiese, premendo l’interruttore dello scouter che portava sull’occhio.

    Già… come stavano andando le cose “dall’altra parte”, ossia sul fronte dei terrestri e della Squadra Sauzer? Crilin e Jiaozi, i soli che fossero ancora in grado di combattere, constatavano che, seppur con qualche errore ed intoppo, il gruppo terrestre era riuscito a togliere di mezzo ben due guerrieri d’élite su tre; il tutto però al prezzo dell’incolumità fisica di Yamcha e Tenshinhan, che versavano l’uno in condizioni più critiche dell’altro. Il terzo guerriero della Squadra Speciale, il superstite, era sicuramente il più forte, non fosse altro che per il fatto di essere il Capitano; il fatto inoltre che sapesse sopprimere la propria aura lo rendeva di fatto anche il combattente più capace e pericoloso del trio. Con i suoi compagni più valenti fuori gioco, Crilin si sentiva allo stesso tempo atterrito ma anche pervaso dal senso di responsabilità: “Stavolta non arriverà Goku a salvarci, come al solito! Che dobbiamo fare? Quasi sicuramente non sarò all’altezza del nemico, ma… ho scelta? L’alternativa sarebbe consegnare il pianeta direttamente nelle mani di quel Cooler…” Non era quello il momento di esitare: c’era da combattere? Benissimo… si sarebbe combattuto, senza esitazioni. Il capitano Sauzer si era già posizionato lì, a mezz’aria, e aspettava che il prossimo avversario gli si presentasse davanti. “Sarà sicuramente il nano pelato… non c’è nessun altro valido combattente che sia in grado di combattere…”
    «Jiaozi, tocca di nuovo a me…» annunciò il giovane maestro della Tartaruga.
    «Vuoi che mi tenga pronto ad aiutarti?» chiese dubbioso ed esitante il piccolo amico di Tenshinhan.
    «Lascia stare… se ti succedesse qualcosa, Tenshinhan non me lo perdonerebbe mai!» sorrise Crilin con una punta di sconforto. Jiaozi abbassò il capo, dispiaciuto per la propria inutilità. «Non fare così, Jiaozi… facciamo così: se avrò difficoltà, ti chiamerò… potresti essere utile, alla fin fine.» Sapevano entrambi che l’evenienza che Jiaozi fosse utile con un nemico a quei livelli era altamente improbabile. Crilin si innalzò in aria… «Crilin… fermati!» Era Soya; aveva visto che Crilin stava partendo a combattere. «Sei sicuro… di essere in grado di affrontarlo?»
    «Non lo so… non posso saperlo, finché non lo affronto…»
    «Scusa per prima.» disse semplicemente Soya, con umile dolcezza, spinta dal rimorso per quel gancio al mento e per quella sfuriata, e da oscuri presagi circa l’esito del prossimo combattimento.
    «No… scusa tu. Per certi versi avevi ragione…» Perché doveva essere così facile capirsi al volo, e così difficile spiegarsi con le parole? Era un mistero che Crilin non era in grado di risolvere.
    «Facciamo che avevamo ragione entrambi.» sorrise Soya. Come si fa ad essere così soavi, ogni singola volta? Ecco un altro mistero che Crilin non era capace di risolvere.
    «Soya, quando tornerò… dovremo parlare.» Ecco – pensò Crilin – era più o meno questo il concetto che voleva esprimere; almeno in questa impresa aveva avuto successo!
    «Certo! Fatti coraggio, Crilin… in bocca al lupo.»
    Subito dopo, erano faccia a faccia, il basso uomo pelato senza naso contro l’uomo dalla carnagione azzurra e dalla raffinata acconciatura. Sauzer gli rivolse la parola, salutandolo con un fosco: «Bonjour.». Non era decisamente un buon giorno, nemmeno per lui.
    «E-ehm… buongiorno.» L’espressione di Crilin era al contempo imbarazzata e tesa.
    «E così siete riusciti ad isolarmi, a lasciarmi solo… Non hai idea di quanto sia difficile costituire una squadra di guerrieri d’élite, e ora dovrò cercare altri compagni.» Eh, bel problema… in qualità di Leader delle forze speciali di Cooler, Sauzer avrebbe dovuto farsi carico di tutti gli oneri legati alla ricostruzione di un élite di combattenti. E dire che era stato così difficile trovare, in giro per le galassie, due esseri dotati di poteri così speciali, utili nelle invasioni più massicce e nelle operazioni più complesse! Cosa non meno importante, su di lui ricadeva la responsabilità di riferire a Cooler l’ignominioso accaduto. «… ma in guerra vale il detto “Mors tua, vita mea”… per quanto sia arrabbiato, dovrò evitare di rimpiangere i miei amici, adesso.»
    «…» Crilin ascoltava senza replicare.
    «Bando alla timidezza, terrestre! Il treocchi mi era sembrato più loquace di te…» Ogni parola, anche la più gentile, in bocca a Sauzer aveva il suono di uno sberleffo, di una provocazione… e probabilmente lo era davvero, dato che colui che rivestiva il ruolo dell’anima nera di Cooler sapeva che il divario tra lui e i suoi avversari era abissale. «Per rompere il ghiaccio, permettimi di porre una domanda, mon chér: come fate ad essere così forti su questo pianeta?? Ce ne sono altri come voi??»
    «No… purtroppo no…» rispose Crilin, a bassa voce e con sguardo torvo.
    «Quindi siete dei casi eccezionali… come mai? Che addestramento avete seguito?»
    «Ci hanno addestrato gli dei…» sorrise il pelato: il che non era una menzogna, ripensando agli allenamenti di Karin, Dio, re Kaioh e, in un certo senso, l’anziano saggio di Namecc. Tuttavia quel sorriso comunicò a Sauzer un’impressione di sfrontatezza.
    «Tutte sciocchezze.» smentì Sauzer scuotendo lentamente il capo, con uno sguardo che aveva un che di sinistro. «Sono tutte sciocchezze. Non esiste altro dio all’infuori di sua maestà Re Cooler, il genio dell’universo! E io sarò l’unico, il solo più forte, dopo di lui!» Mentre pronunciava queste parole, il suo tono assumeva preoccupanti accenti da fanatico invasato, e i suoi occhi si illuminavano di conseguenza. «Ricomponiamoci… Questo stolto capirà a tempo e luogo il significato delle mie parole.» si disse il braccio destro del Re, per poi rilanciare: «Sarò un cavaliere. Ti faccio una proposta…»
    «Eh…? Sarebbe a dire?» fece Crilin di rimando, a metà tra lo stupito e il diffidente.

  5. #215
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    «Avendo seguito i vostri incontri, conosco i vostri livelli di combattimento, e conosco ancor meglio il mio… Ammettiamolo, finora vi siete salvati solo per il rotto della cuffia. Sarebbe molto poco decoroso da parte mia combattervi individualmente, non credi? Visto che in questa competizione gli scontri non terminano per knock out, ma solo per morte di un contendente o per resa, ho deciso di permettervi di lottare in due… scegli il tuo compagno!» Sauzer non si rendeva conto, o meglio non voleva abbassarsi a riconoscere, che proprio la leggerezza, la sicurezza dei propri mezzi e la superbia avevano condotto i suoi subalterni alla morte; e avevano permesso ai terrestri di avere la meglio attenuando la differenza di forza grazie all’astuzia e a buone strategie combattive.
    “Accidenti a lui!” imprecò Crilin mentalmente, stringendo i denti. “Come se non lo sapesse che due su quattro non sono in grado di combattere, e guarda caso i due più forti!”
    «Quanto alla regola dei dieci minuti… beh, potrete metterla in atto comunque, e allora combatterete in tre contro uno! Sarà come una battle royal... solo che invece di essere un tutti contro tutti, sarà un tutti contro di me!»
    «E se non saranno in grado di combattere?»
    «Dimentichi forse che questo è un survival game: in questo torneo non è ammessa la sconfitta se non per resa o morte. La loro impossibilità di combattere sarà equiparata ad un rifiuto, e quindi ad una tacita resa! E appena il re saprà cosa avete fatto dei suoi devoti dipendenti, sarete uccisi comunque per punizione! » concluse; pregustava la vittoria a tal punto, che proruppe in una risata di trionfo. «Che ne dici…? Hai solo da guadagnarci, mi pare! Generoso, da parte mia…» No, non è come il lettore potrebbe pensare: Sauzer non voleva affrontarli insieme perché riteneva dilettevole la loro sofferenza, o perché volesse rendere più movimentato lo scontro. Il suo intento era mosso da sentimenti genuinamente cavallereschi, tanto è vero che sancì la propria offerta concludendo: «Non per nulla, sono anche conosciuto come “il Cavaliere dello Spazio”!»
    Poteva rivelarsi un privilegio utile – ragionò Crilin: non essendo al corrente della forza del nemico, non poteva sapeva quanto quella proposta potesse effettivamente rivelarsi vantaggiosa… però non si poteva mai sapere. Perché rifiutare a priori? «Mi riservo la facoltà di usare più tardi questo privilegio… Monsieur.» rispose Crilin, accompagnando ad un sorrisetto ironico un tono sarcastico della voce che a Sauzer piacque molto poco. La replica del capitano fu un secco mugugno: «Fai come credi. Se stai pianificando come approfittare del mio buon cuore, sappi che ti illudi. Sai a quanto ammonta il mio livello di combattimento? Te lo dico subito: 180.000. Sai cosa significa ciò?»
    «Eh-» stava iniziando a balbettare Crilin, perplesso e stupefatto.
    «Intuisco che non afferri il messaggio. Significa che quella tua onda di energia che hai lanciato contro Neiz, e che aveva una potenza di meno di 40.000, non mi farebbe nemmeno il solletico! Fatti i tuoi conti…» Il volto di Crilin divenne una maschera di terrore: la carta più potente di cui i quattro terrestri, globalmente considerati, potevano usufruire era il Super Kikoho di Tenshinhan… e anche questo attacco, che effetto avrebbe potuto sortire su un guerriero della portata di Sauzer?
    «Forza, sfidante… Diamo inizio ai giochi! A te la prima mossa!» lo incitò Sauzer: si sentiva soddisfatto, ora che aveva riaffermato la propria netta superiorità. Crilin, che durante il combattimento di Tenshinhan aveva avuto modo di recuperare parte delle proprie energie, si risolse a favore di un attacco energetico: «Kakusan… dan!» urlò Crilin, allungando le braccia in avanti e lasciando fuoriuscire dalle palme delle mani un fascio energetico di un bagliore dorato. Sauzer alzò la sua difesa, sprigionando parte della sua energia, e aprì le mani guantate, intenzionato a parare il colpo: “È un’energia lenta! Non sarà molto potente!” Subito prima di andare a segno, il raggio si ramificò in quattro o cinque onde, che Crilin manovrava con le braccia. Sauzer, sorpreso, seguì con gli occhi i raggi che gli girarono attorno in varie arzigogolate giravolte, per poi giungere a collidere sul suo volto, sulle sue gambe, sul torace. «Trés bien, davvero grazioso!» lo derise Sauzer, dal cui colpo si levavano alcuni soffi di fumo grigi dai punti in cui il Kakusandan aveva inscurito l’undersuit viola. «Non sai fare di meglio??»
    «Sì! Prendi questo!» urlò Crilin, portandosi istintivamente le mani ai lati degli occhi e gridando: «Colpo del Sole!» L’usuale luce bianca, abbacinante come il bagliore solare, colpì ferocemente le retine degli occhi l’anima nera di Re Cooler che, in preda all’indignazione, strepitò: «Ma… che diamine! I miei occhi! Non ci vedo più! Mi hai abbagliato, brutto vigliacco!». Cercando di trarre profitto da quella circostanza ottimale, Crilin lanciò una raffica di Kienzan contro il nemico: “Se questo colpo va a segno…” Le lame energetiche ronzarono verso il nemico, lo raggiunsero; si udì però un sinistro stridio: il capitano Sauzer si era fatto avvolgere da un’intensa emissione di energia verde acqua attorno al suo corpo, che aveva assunto l’aspetto di un guscio o di una barriera, dentro cui i cerchi rotanti sembrarono inizialmente penetrare, per poi finire deviati verso l’alto dalla spinta dell’aura di Sauzer. “Accidenti… li ha deviati!”
    Soya, che seguiva il combattimento insieme a Ramen e a Jiaozi, commentò: «Non pensavo che Crilin fosse capace di tanto, non me lo ha mai lasciato sospettare… ma l’extraterrestre è ancora più terribile di lui!»
    «Una buona tecnica! E una messa in atto degna dell’indecorosa marmaglia di cui fai parte!» commentò sarcastico l’alieno, ghignante. «Non riprovarci subito, perché i miei occhi stanno tornando alla normalità! Lascia passare un po’ di tempo, prima…» Fu allora che lo scouter di Sauzer trillò: era Cooler che si stava mettendo in contatto con il suo subordinato. «Maestà, al momento sono impegnato nella lotta… perdonatemi, vi prego, ma non posso parlare in questo momento.»
    «Va bene…» rispose il sovrano. «Buon divertimento, capitano Sauzer!» augurò, ma subito dopo si assorse in un pensiero fugace: «È inconsueto che Sauzer combatta personalmente. In casi come questi, avrebbe dovuto delegare ai suoi due subalterni l’ignobile compito dei duelli contro la feccia.» Fece girare il trono levitante di 180°, per impartire un nuovo ordine alle due subordinate… trovandovi però la sola Kodinya. «Mh? Dove s’è cacciata quella piccola idiota della tua collega??» domandò il Re alla guerriera.
    «Signore, si è dovuta allontanare un attimo, signore!» rispose pronta Kodinya, ritta sull’attenti.
    «Non si usa più chiedere il permesso al proprio Re?? Comincio a credere di star diventando troppo buono e mansueto…! Ad ogni modo, voglio essere ben informato sul confronto tra la Squadra Sauzer e i terrestri: ti recherai sul posto per verificare, e poi mi riferirai l’esatto andamento dei fatti.» Il messaggio sottinteso era chiaro: se si vuole essere un re forte e temuto, “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”… e questo valeva non solo nei confronti dei nemici, ma soprattutto nei confronti degli amici, soci ed alleati, ai quali si è concessa per definizione una certa porzione di fiducia. Non che dubitasse della dedizione di Sauzer, però la sua voce aveva un che di… indefinibile.
    «Signorsì, Signore!» rispose Kodinya.
    «Ah, mentre ti trovi in giro, vedi anche di recuperare quella piccola scellerata. Data la sua forza non indifferente le risparmierò la vita: però merita una bella punizione vecchio stile, per essere sgattaiolata via sperando che non mi accorgessi di nulla.»
    Kodinya si mise in movimento dando l’impressione di ubbidire di buon grado, ma i suoi pensieri reali erano ben altri. «Minchia oh… i soliti compiti di infimo ordine… ora mi tocca fare la reporter! Ma che cazzo!» bor-bottò fra sé l’alta guerriera. «Poi si lamentano perché dicono che le femmine sono sempre isteriche… e per forza, cazzo! Uff…» concluse sbuffando. Che fiore di ragazza!

    *****************************
    L’ANGOLO DELL’AUTORE.
    Stavolta non mi pare che ci sia nulla di importante da spiegare. Il titolo è un modo di dire francese (=la no-biltà obbliga, impone degli obblighi “di stile” e “di classe”): nel caso particolare di questo capitolo si riferisce in minima parte (ed ironicamente) all’atteggiamento presuntuoso di Cooler, ma soprattutto al modo di agire di Sauzer.
    Si potrebbe pensare che per la caratterizzazione di Sauzer modello "cavaliere francese" abbia scopiazzato la versione "abridged" del movie di Cooler; invece la verità era che, quando ho scritto il capitolo, ero fresco della lettura dei Tre moschettieri di Dumas. (dopo qualche tempo ho scoperto l'esistenza del movie abridged di Cooler, cosa che ignoravo, e con mio gran divertimento ho visto che anche lì Sauzer è stato rivisitato come un abitante della Francia spaziale... che è come la Francia, ma... in space. )

  6. #216
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    Scusa se la mia presenza è saltuaria... Troppi impegni per ora non mi concedono tempo, comunque ora che ho un po' di tempo mi leggo 1-2 capitoli, promesso xD

  7. #217
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    Letto il 30° capitolo! Finalmente Crilin viene varolizzato! Sta sempre lì a morire senza sconfiggere mai nessuno, poveretto..

  8. #218
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    Citazione Originariamente Scritto da calogero99 Visualizza Messaggio
    Letto il 30° capitolo! Finalmente Crilin viene varolizzato!
    VA-LO-RIZ-ZA-TO!

    Comunque ci voleva che Goku morisse per dare un po' di spazio a tutti gli altri, Crilin per primo... che protagonista ingombrante, 'sto Goku!

  9. #219
    Senior Member L'avatar di calogero99
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    Scusa, ero con il cellulare oggi, errore mio...

  10. #220
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    Letto il capitolo 31!
    Bellissimo il combattimento tra Ten e Dore, me lo aspettavo meno equilibrato, ma con il Kaiohken...
    Che bello, amo il nonsense, ho ADORATO la parte sulle bibite gassate ed il Megacombo! xD
    Oddio, bomba radioattiva e Chernobyl... Ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale.
    Ultima modifica di calogero99; 03-11-2013 alle 22:09

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