Sono contento che troviate la storia interessante. Avete capito uno dei motivi per cui ho voluto inventare due allieve gemelle! Ne ha fatto le spese il povero Yamcha... ma andiamo avanti con la storia.

Cap. 22: Odi et Amo.

Nei giorni che seguirono, Bulma decise che non voleva sapere più nulla di Yamcha, delle gemelle e di qualsiasi altra cosa collegata a quegli orribili soggetti. Crilin aveva deciso di assumere le classiche vesti dell'amico che si trovava a fare da mediatore di pace tra i due, e Soya gli si era affiancata nel tentativo di scusarsi per comportamento vergognoso delle sue sorelle minori. Bulma, però, non volle sentire ragioni: era stanca, stufa, delusa da Yamcha; dopo tutte le ansie e i dispiaceri che lei aveva dovuto patire per mesi e mesi, senza parlare degli anni ed anni di litigi che li avevano preceduti, era bastato così poco per farlo cedere alla tentazione, era bastato qualche bicchiere e un leggero barlume di allegria. Se doveva riporre la sua fiducia in un dongiovanni simile... a questo punto chi può dirlo se c'erano stati dei precedenti che lui in malafede le aveva sempre taciuto, in passato?! «Anzi... se c'è una cosa che mi dispiace, è di aver perso tutto questo tempo... avrei dovuto decidermi prima a mollarlo!»
D'altro canto, Yamcha sosteneva testardamente che un momento di debolezza è una cosa perfettamente umana e, dal momento che lei dopo anni avrebbe dovuto sapere con che tipo di uomo aveva a che fare, doveva sapere anche che lui poteva guardare tutti i culi del mondo senza mai realmente tradirla (cosa che intanto aveva fatto!); che il litigio tra i due era colpa della sua ex fidanzata e del suo “carattere di merda”. «Quella stupida avrebbe dovuto solo ringraziare di avere un fidanzato con le mie capacità! Le ho dimostrato che sono un buon lavoratore, che non sono solo un ammasso di muscoli senza cervello... e questa è la stima che ha di me! Sono solo un dongiovanni, per lei!» Siamo alle solite: in circostanze del genere, entrambe le parti interessate sono convinte di avere ragione, ed in parte è così; d'altronde, hanno anche una parte di torto, ma nessuno dei due è disposto ad accettarlo nei confronti dell'altro. Morale della favola: i due ex fidanzati accompagnarono la rottura col grido “Che liberazione!”. Da speranzoso ambasciatore Crilin si rassegnò ad essere lo sconfitto di turno: sconfitto dall'idea che la coppia storica composta dai suoi due amici era scoppiata, che quei due non si sarebbero mai più rimessi assieme e che quella benedetta telenovela era ormai giunta al termine. Anzi, sulla testa pelata del nostro amico piombò una conseguenza negativa: visto come erano andate le cose in una coppia più che consolidata, la sua baldanza nei confronti di Soya subì una leggera battuta d'arresto: “Devo andarci piano... devo andarci piano, cavolo!” si ripeteva. Poveretto, gli altri si lasciavano e lui era quello che se ne creava maggiori problemi! Lo atterriva l'idea che tra lui e Soya prima o poi potesse esplodere una pesante litigata e che si verificasse una rottura tale da lasciare in entrambi un pessimo ricordo reciproco: questo perché lo terrorizzava in modo letale l'idea che Soya potesse soffrire per colpa sua. Conoscersi bene, frequentandosi con calma e a poco a poco: questa doveva essere la strategia vincente da seguire.
Dopo alcuni giorni, la situazione si fece pesante anche per Bulma. Quest'ultima, nonostante la sua testardaggine iniziale, nonostante si fosse imposta di essere forte e di non dare più importanza a “quello stronzo”, in breve tempo accusò il colpo ed ebbe un crollo psicologico: e infatti risale proprio a quei giorni il commento che Goku aveva fatto con re Kaioh vedendo l'amica scontenta ed infelice. Quando ancora stava con Yamcha e lui passava sempre meno tempo con lei, era agitata dal timore di rimanere sola; questo timore alla fine era diventato l'inconsolabile certezza di essere rimasta sola. Pual ormai da un bel pezzo aveva abbandonato quella casa, andandosene con Yamcha, naturalmente; Olong, dacché la casa si era svuotata di colpo, visto l'umore perennemente nervoso e intrattabile di Bulma, aveva deciso di trasferirsi alla Kame House, con il caro vecchio Muten. Di conseguenza, Bulma visse alcune settimane in solitudine, a riflettere, a ragionare, a lasciar sbollire la rabbia.

Una sera, Bulma stava trascorrendo sul divano il suo ormai consueto dopocena casalingo, guardando un film in TV. Si trattava di una scialba e banale commedia romantica, di quelle in cui il protagonista maschile cerca di conquistare la ragazza conosciuta nei primi cinque minuti del film: ci sarebbe riuscito solo alla fine, dopo un'ora e quaranta minuti di alterne vicende, dopo una corsa pazzesca contro il tempo e un gesto eclatante e clamoroso. Dopo qualche minuto le fu chiaro dove voleva andare a parare la trama, e l'idea di passare così quella serata non la elettrizzava, ma non avendo di meglio da fare si rassegnò... Il film era da poco iniziato, quando sentì nella cucina, adiacente al salotto, un rumore di passi e di qualcuno che armeggiava tra gli sportelli. Sollevò la testa e lanciò uno sguardo: era Vegeta che, dopo gli allenamenti e la solita doccia serale, si era vestito in comodi pantaloni di tuta e maglietta, e si era avventurato in cucina a caccia della cena.
«Ah, sei tu... avevo sentito dei rumori...» A queste parole lui la guardò, senza reale interesse, giusto per farle capire che non l'aveva ignorata, ma non aveva risposto perché era di poche parole... come al solito.
Avrebbe voluto incalzare dicendo “Guarda che puoi anche rispondermi a parole, eh?!”, ma evitò: un'istintiva ispirazione momentanea le suggerì di tentare un approccio amichevole con lui, dunque doveva evitare che lui scappasse via scocciato. Quindi gli chiese: «Che fai?»
«Mi procuro qualcosa per cena.» rispose lui, con la freddezza di chi non tiene presente che quella cena, anzi che ogni singola cena da due anni a questa parte, gli veniva generosamente offerta da quella sua interlocutrice.
«Che programmi hai per stasera?»
«Quelli di tutte le sere... mangiare e addormentarmi.»
«Perché non resti qui e guardi questo film con me? Vorrei sapere che ne pensi... puoi anche mangiare qua, seduto davanti alla TV...» propose la ragazza, dando qualche pacca al divano in segno di invito. La sua intenzione era quella di scovare un pretesto per conoscere meglio quello che passava per la testa del suo misterioso inquilino.
Il Principe la fissò con uno sguardo diffidente, che a Bulma ricordò con improvvisa nostalgia i suoi primi giorni con il piccolo Goku, quando il ragazzino guardava ogni innovazione tecnologica, o meglio ogni manifestazione della “civiltà umana”, come se fosse una stregoneria. «Guarda che non succede nulla di male, se mi fai compagnia per una volta...»
«Basta che mi lasci mangiare in pace, però...» borbottò il Saiyan, che non aveva voglia di discutere o di sentirla alterarsi per una sciocchezza del genere; quindi si accomodò sul divano, poggiò il cibo sul tavolinetto davanti a lui e cominciò a lavorare di mascelle, mentre seguiva il susseguirsi delle vicende sullo schermo. Sorprendentemente, rimase a seguire la trasmissione fino alla fine, pur avendo terminato da un pezzo la cena. Alla fine Vegeta si alzò e fece per andarsene, mentre Bulma era ancora adagiata sul divano: «Buonanotte» disse lui, con un passo avanti diretto fuori dalla stanza.
«Beh, aspetta...» lo fermò lei, per poi chiedergli: «…che te ne sembrava?». Così lo costrinse a fermarsi e a prestarle orecchio. «Era carino, no? Personalmente temevo peggio...»
«Bah... noioso, più che altro...» rispose lui, con la noia che gli si leggeva in volto. «Si faceva fatica a seguirlo...»
«Forse non ti era chiaro qualche passaggio della trama?»
«Guarda che non sono scemo...» ribatté lui con annoiata irritazione. «Sono solo extraterrestre! Forse ti aspetti che adesso io faccia l'alienato che vive fuori dal mondo e non capisce la mentalità terrestre, e ti chieda “che senso avevano questo e quello”, però capisco bene tutto del vostro modo di ragionare, anche se non condivido un bel niente!» E con questo concluse il suo giudizio sul film romantico, abbandonando la stanza e strappando inevitabilmente a Bulma un sorriso smorzato e soffocato.