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Re-build

L'avevo promessa (?), ed eccola, anche se con un (bel) po' di ritardo.
Un assunto fondamentale: tecnicamente ineccepibile. Musiche azzeccate, fotografia stupenda, girato e montato da Dio. E vabbeh, poco di nuovo direte.
Però di nuovo c'è che è (come molti hanno detto ma una volta tanto è vero quello che tutti dicono) molto meno tarantiniano del solito, non solo dal punto di vista formale, ma proprio sostanziale. Se da una parte abbiamo dialoghi molto meno serrati e fini a se stesso, meno originalità di inquadrature e meno irriverenza nel proporre schemi narrativi alternativi, dall'altro abbiamo anche un film tarantiniano che finalmente abbia un "senso".
Un senso quanto più topicizzato si posa dire, ma pur sempre un senso. Redenzione, amore, vendetta. Un film che già si può capire come andrà a finire, un film decisamente più hollywoodiano. Non dico altro per non rovinare la visione.
Se questo può deludere i più inveterati fan di vecchia data, non c'è da preoccuparsi, perchè l'impronta è comunque presente: miriadi di citazioni, una pur consistente dose di ironia (anche se molto più attutita da quella che si potrebbe osare chiamare "morale"), dialoghi divertenti, personaggi già entrati nell'immaginario (oh, monsieur Candìe! *__*), spargimenti di sangue a gogò.
C'è tutto, per un grande film.
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