Per il 4-2-3-1 servono due centrocampisti di rottura, che sappiano proteggere la difesa e sostenere il peso di un attacco a quattro. Al contempo, gli esterni devono sobbarcarsi il compito di rientrare e dare man forte al centrocampo e nel primo tempo di Glasgow è accaduto solo di rado, con Coutinho e Jonathan sin troppo fuori dai giochi. Si pensi all’Inter di Mourinho, che con il sacrificio di Eto’o e Pandev non si faceva mai trovare impreparata in fase di ripiegamento. Senza questa organizzazione, i due mediani soffrono terribilmente. Ieri Guarin e Cambiasso, proposti in mezzo, hanno lasciati più di qualche dubbio sulla loro coabitazione nel modulo. Il colombiano, perché nascendo da interno di centrocampo non è proprio avvezzo ad agire da mediano. Il Cuchu, perché dall’epoca del Triplete sono trascorsi due anni e cominciano a farsi sentire, soprattutto se devi correre per 90 minuti.
Se davvero Stramaccioni volesse insistere con questo schema, avrebbe bisogno di due mediani di rottura e paradossalmente Mudingayi sarebbe una scelta più sensata di Guarin e Cambiasso. Ma l’ex Bologna non è un titolare e, tra l’altro, è l’unico in rosa (Mariga è infortunato) che può svolgere serenamente questo compito. Magari mettendogli al fianco uno tra Cambiasso e Guarin l’equilibrio potrebbe migliorare, anche se non sarebbe l’
optimum. Ma questa Inter può davvero rinunciare, oggi, a uno tra Cambiasso e Guarin, lanciando nell’undici titolare Mudingayi? La risposta è no, chiaramente, perché entrambi i centrocampisti schierati ieri a Glasgow nel primo tempo sono fondamentali nel progetto tecnico, in attesa di diventarlo in quello tattico. Ma volendo insistere sul 4-2-3-1, è ovvio che serva un altro mediano classico, di spessore, per non dipendere sempre dal belga. Oltre, ovviamente, ad almeno un altro esterno d’attacco votato al sacrificio.