Opera prima di Goro Miyazaki, figlio di Hayao. La filiazione però è solo genetica, e ben presto ci si accorge di quanto il figlio sia tematicamente e stilisticamente molto distante dal padre: non è un caso se Arren (il protagonista) assomigli molto più a Shinji (ha pure lo stesso doppiatore) e, in generale, l'opera respiri e viva di problematiche molto più vicine a quelle di Anno.
E' un opera molto intellettuale, forse troppo, andando a discapito del coinvolgimento narrativo ed emozionale. Forse ciò si può imputare anche alla completa inesperienza di Goro narratore, ancor prima che regista. Ciononostante il film presenta comunque rilievi apprezzabilissimi anche se di difficile fruizione per un pubblico medio. Si può dire che sia una pellicola che non è capace di strizzare l'occhio allo spettatore, vive dei suoi simbolismi intrinsechi e lascia davvero poco spazio alla rappresentazione degli affetti (cosa che lo disntingue molto dalle opere del padre).