
Originariamente Scritto da
Lorenzo GOV
Sinceramente, sono rimasto un po' amareggiato: sarà che ormai da ogni pellicola dei Coen mi aspetto un'opera che rasenti la perfezione o che quantomeno assurga al rango di grande film. Questo si ferma ad essere un "buon film". E la cosa paradossale è che questo buon film ha avuto un successo commerciale che un capolavoro come "The man who wasn't here" non vedrebbe nemmeno se fosse riproposto 10 volte al cinema.
La trama non è originale (di per sè non una cosa cattiva, i Coen sono maestri nel rendere assurdo il quotidiano), l'ambientazione è la classica western, a cui peraltro non sono colpevolmente molto avvezzo, il cast di gran livello (menzione speciale all'esordiente ragazzina di 13 anni, speriamo che non si perdano le sue tracce), i personaggi calcano le orme già percorse in passato senza tuttavia scadere in stereotipi.
Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per fare bene, eppure.
Eppure il film non decolla mai, i dialoghi (uno dei punti forti della premiata ditta) non sono per niente memorabili, escluso qualcuno, le immagini, che solitamente cantano nei loro film, stavolta regalano al massimo qualche scorcio suggestivo (e comunque va detto che la fotografia rimane di alto livello), il personaggio della ragazzina nella prima mezz'ora si staglia molto più di quello di Bridges o quello di Damon nel resto del film (sarebbe stato molto più interessante approfondire il personaggio di Brolin). In generale non si avverte quell'aria ironica e pensante tipica di molti loro film: sembra, molto terra terra, un banale storia western molto ben narrata anche se decisamente troppo diluita.