Anche io, quando mi capitò, vedevo la copertina.
Comunque non l'ho ancora visto (il film) ed è già il secondo parere positivo in pochi giorni che vedo. Cercherò di recuperarmelo.
Anche io, quando mi capitò, vedevo la copertina.
Comunque non l'ho ancora visto (il film) ed è già il secondo parere positivo in pochi giorni che vedo. Cercherò di recuperarmelo.
Ti dirò, io non sono un patito di questo genere di film, difatti questo qua mi ha costretto un amico a vederlo, e quindi se è piaciuto a me vai sul sicuro.
Troppi "fuckin" però![]()
Se ci son tanti fuckin' corro a noleggiarlo.![]()
Quel film è più geniale di Pulp Fiction.
Sinceramente, sono rimasto un po' amareggiato: sarà che ormai da ogni pellicola dei Coen mi aspetto un'opera che rasenti la perfezione o che quantomeno assurga al rango di grande film. Questo si ferma ad essere un "buon film". E la cosa paradossale è che questo buon film ha avuto un successo commerciale che un capolavoro come "The man who wasn't here" non vedrebbe nemmeno se fosse riproposto 10 volte al cinema.
La trama non è originale (di per sè non una cosa cattiva, i Coen sono maestri nel rendere assurdo il quotidiano), l'ambientazione è la classica western, a cui peraltro non sono colpevolmente molto avvezzo, il cast di gran livello (menzione speciale all'esordiente ragazzina di 13 anni, speriamo che non si perdano le sue tracce), i personaggi calcano le orme già percorse in passato senza tuttavia scadere in stereotipi. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per fare bene, eppure.
Eppure il film non decolla mai, i dialoghi (uno dei punti forti della premiata ditta) non sono per niente memorabili, escluso qualcuno, le immagini, che solitamente cantano nei loro film, stavolta regalano al massimo qualche scorcio suggestivo (e comunque va detto che la fotografia rimane di alto livello), il personaggio della ragazzina nella prima mezz'ora si staglia molto più di quello di Bridges o quello di Damon nel resto del film (sarebbe stato molto più interessante approfondire il personaggio di Brolin). In generale non si avverte quell'aria ironica e pensante tipica di molti loro film: sembra, molto terra terra, un banale storia western molto ben narrata anche se decisamente troppo diluita.
E' un remake, c'era da aspettarselo, personalmente la dozzina di candidature oscar non me la sono spiegata
Ecco, piuttosto se ti vuoi fare della cultura sul Western puoi recuperarti tutti i capolavori di Leone, o partire dagli Spietati diretto da Eastwood, se vuoi qualcosa di più particolare c'è El Topo di Jodorowky, un Western surreale capolavoro
Il problema è che, Lorenz, sei abituato a vedere i Coen su una tela beige e decisamente anonima: cioé l'ambientazione è banale e non emozionante, e da lì fanno le loro magie. Questo è un western, non è un drama: non conta l'arguto dialogo, o le scelte di regia ardita, o le acute osservazioni lasciate sottobanco. Conta l'atmosfera, la forza del personaggio (e non l'originalità) e il ritmo incalzante. Seguendo le tue aspettative, sarebbe venuto fuori un ottimo film dei Coen, ma un pessimo western: inutilmente complesso ed elaborato dove in realtà ci dovrebbe essere semplicità. E comunque il loro apporto i Coen l'hanno dato. I personaggi nel remake sono COMPLETAMENTE diversi, in maniera positiva, rispetto all'originale.
Dovresti davvero guardarti un po' di altra roba davvero bella: tutti quelli di Leone (se non li hai già visti), Ombre Rosse, Django, Gli Spietati e I magnifici Sette (un mio personale feticcio, visto che è I sette samurai di Kurosawa trasporto nel Far West), Quel treno per Yuma.
Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.