Quello che si definisce un bel film che narra una bella storia.
Non c'è tutto il virtuosismo delle immagini tipico di Lynch, ma la storia scorre in un biancoenero azzeccato, con la quasi totale assenza di musiche.
Il regista ci lascia prima intravedere la mostruosità di John (Joseph) per poi schiaffarcela in faccia all'improvviso, in tutto il suo raccapriccio.
La tematica, quella dei "freaks", poggia sempre sulla dicotomia normalità/anormalità, mostruosità morale/mostruosità fisica.
Il film è tratto da una storia vera, e tramite essa, Lynch cerca di colpire emotivamente lo spettatore, e in alcuni passaggi ai più sensibili potrebbe scappare la lacrimuccia.