La notte era scesa presto: Choji era stato costretto a preparare in precedenza i giacigli per sè e per i suoi compagni. Ino non era tranquilla, il vento sussurrava strani ed ambigui presagi, eppure non c'era nulla da temere: i suoi due compagni avrebbero dato la vita per proteggerla, e in più le sue capacità di lotta erano molto migliorate.
Shikamaru fumava una delle sigarette di Asuma: era sereno, tranquillo come sempre, sicuro di aver organizzato tutto alla perfezione, senza tralasciare il minimo dettaglio.
Una coppia di pangolini si muoveva lentamente sui rami di un'acacia, quasi in una lenta danza. Dagli alberi intorno alla radura dove si era accampato il gruppo volavano delicati dei semi di soffione, mentre le falene volteggiavano accompagnandoli.
I tre ragazzi si addormentarono velocemente, cullati dalla brezza notturna, ma la fanciulla bionda continuava ad essere inqueta.
La notte proseguì tranquilla, silenziosa, come ogni altra, poi all'improvviso Ino spalancò gli occhi, e sobbalzò "Ma che diav..." Non era lei a controllare i suoi movimenti, stava camminando a passi svelti via dalla radura, e percorse parecchio prima di comprendere quello che stava succedendo: nella macchia ai lati vedeva un'ombra nera, veloce, quasi invisibile, che si congiungeva con un sottile tentacolo alla sua: Shikamaru... Ma cosa stava facendo? Ino avrebbe voluto urlargli contro, per capire cosa stesse combinando, ma preferì aspettare in silenzio...
Ad un tratto il tentacolo si ruppe, e il ragazzo dai capelli neri apparve di fronte ad Ino, impassibile, immobile, poi frugò in tasca, mentre la ragazza lo scrutava attentamente, come se stesse per estrarre una minaccia, ma Shikamaru estrasse una sigaretta, e la portò molto lentamente alla bocca, poi la accese, e inspirò profondamente.
Ino voleva spiegazioni per quel comportamento: "Mi fai capire cosa diavolo stai facendo?"
Il compagno di gruppo sorrise impercettibilmente, poi mise le mani nella tipica posa della sua mossa preferita e la sua ombra cominciò ad aullungarsi, ma Ino esclamò: "No... non ce n'è bisogno,vengo..." Shikamaru sparì velocemente, con dei movimenti impercettibili per un occhio non allenato, mentre la ragazza cominciava a corrergli dietro, dietro a quel ragazzo agile come un cervo, dietro al giovane che non aveva mai capito, con quell'indole oscura...
Giunsero ad una piccola radura, circondata da abeti secolari, con un torrente che rompeva il silenzio con il suo scorrere e precipitava in una spumeggiante cascatella. Ino si guardava intorno, incantata, quando alle spalle sentì un fievole rumore: Shikamaru era atterrato col massimo silenzio da un albero dal quale la stava osservando. La ragazza allargò le braccia, ancora incredula per quello che stava accadendo e il giovane rispose con uno dei suoi rari sorrisi, facendo qualche passo verso la bella fanciulla, per poi sparire velocemente.
Ancora una volta Ino rimase spiazzata, poi sentì sul suo collo un respiro regolare e profondo: si voltò, non sapeva perchè, ma quella notte il compagno, per la prima volta, la stava attirando da morire, con il suo gioco evanescente. "Non mi ero mai accorto di quanto fossi bella, Ino... Ho fatto il più grande errore della mia vita a trattarti sempre con indifferenza..." Ino non sapeva che dire, si sentiva morire in quel momento, percorsa da brividi di eccitazione: in fondo era quello che aveva sempre inconsciamente voluto... "Shikamaru... Perchè non me l'hai mai detto?" Il ragazzo abbassò lo sguardo, evidentemente a disagio, come mai nella sua vita: "Temevo la tua reazione... Tutti dicono che non funziona mai con le persone del tuo stesso gruppo..." Ino sorrise: "Da quando tu ascolti ciò che dicono gli altri? A me sei sempre piaciuto proprio per questo: sei diverso, stai sempre in disparte... io..." Non fece in tempo a finire la frase: Shikamaru la baciò teneramente, mentre le accarezzava i capelli con una mano e le stringeva dolcemente la mano con l'altra. Dei sottili tentacoli d'ombra strisciarono sotto i vestiti della ragazza, facendola sussultare leggermente, poi cominciarono a sbottonare la tuta di Ino, lentamente, soppesando ogni piccolo movimento...
Caddero leggiadramente sul prato, facendo volare centinaia di soffioni, mentre dei lupi ululavano alla luna, mentre il vento spargeva profumi e suoni soffusi di una notte nella quale qualcosa era cambiata nell'animo di due ragazzi...
La mattina successiva il sole illuminò il gruppo, svegliandolo dolcemente. Choji sbadigliò rumorosamente, alzandosi dal giaciglio e rivolgendo uno sguardo assonnato ed impastato di sonno ai compagni. Ino aprì le palpebre delicatamente e sorrise all'amico, poi si girò verso il letto provvisorio di Shikamaru, ma notò che era vuoto...
In un altro posto, a fumare sigarette intrise dell'anima di un vecchio maestro, un ragazzo dai capelli neri legati in una coda, si stagliava con la sua sagoma atletica contro l'alba, sull'alto di un albero, con lo sguardo rivolto verso un punto indistinto nell'orizzonte. Dal basso sentì qualcuno che lo chiamava: "Shikamaru, scendi... ti devo parlare"
Colui che controllava l'ombra si calò silenziosamente dal fusto, atterrando di fronte alla ragazza che aveva amato con tanta passione durante la notte. Ino sembrava in tensione: "Quello che è successo stanotte..." Poi vide lo sguardo del ragazzo che si rabbuiava, ma sapeva cosa dire: "Da uno come te non mi aspetto un seguito, so che non sei un romantico, però... promettimi che non lo dimenticherai, perchè io non lo farò..." Una lacrima scese veloce dai bellissimi occhi della fanciulla, mentre un tentacolo d'ombra l'asciugava con delicatezza impalpabile: "Sbagli a dare giudizi affrettati..." Ino alzò gli occhi, mentre Shikamaru continuava: "Con te mi sono comportato come non avrei fatto con nessuna... Non credere che possa dimenticarlo, e tantomento che possa finire così... Io..." Ino sorrise: "Sì?" Ma rimase di stucco quando si trovò sola, senza risposta, Shikamaru era sparito un'altra volta, mentre la luce mattutina avvolgeva la ragazza, che pianse di gioia, per un lungo, indimenticabile momento...