Ecco a voi il nuovo capitolo, come vedete non vi ho abbandonato XD
Spero che voi non vi siate stufati della fanfiction e continuiate a leggerla ^^
Prima di tutto volevo ripondere a ssebi:
Punto numero uno: La terza superiore è difficile, nuovi professori (e devi capire cosa vogliono da te per andargli a genio) e nuove materie (ossia più studio e più possibilità di debiti)
Punto numero due: Con la nuova legge di Fioroni mi devo fare il doppio del culo, perchè, anche se non ho mai avuto debiti, stavolta è ancora più importante non averne, in quanto si rischia la bocciatura anche con un solo debito.
Punto numero tre: Dopo le mie cinque (a volte sei) ore di scuola devo mangiare e farmi il culo con i compiti e con lo studio, alias: non ho molto tempo da dedicare al resto.
Punto numero quattro: Chuiedo perdono, ma non essenod io un robot e non avendo pensato il Dtt Gero di regalarmi lo stesso congegno che hanno C17 e C18, io dopo aver studiato e fatto i compiti per tutto il pomeriggio mi stanco, ragion per cui dopo vorrei rilassarmi un pochino, e non sforzare la mia testolina per scrivere. Perchè tra l'avere le idee e metterle su carta in un bel modo c'è di mezzo una fatica psicologica non indifferente, se uno vuol fare le cose a modino.
Punto numero cinque: Non è MAI, e sottolineo l'uso della parola "mai" successo che io non avessi idee. Può essere suiccesso che non ne avessi su un determinato pg o su una determinata coppia, ci mancherebbe. Ma che io non avessi ideee in generale non è mai successo. E non lo dico per presunzione, ma perchè è così. Provate a chiedere a GT se non è vero che ho un idea nuova al giorno, di cui il 60% (ma anche più) perfettamente adattabili a questa fanfiction e le restanti perfettamente adattabili ad altre mie fanfiction. Eppure,causa i punti 1-2-3 e 4, non ne ho continuata nessuna.
Detto questo.
Eccovi il nuovo capitolo:
Capitolo Ventisette: Forse…
Vegeta raggiunse Bulma a casa sua, suonò ripetutamente il campanello, in attesa che la sua fidanzata si decidesse ad aprire. Aveva deciso…deciso di lasciarla, ma sarebbe tornato, avrebbe fatto chiarezza in lui, capito se era veramente una persona così…nemmeno lui sapeva definire come!
La ragazza dai capelli blu lo fece accomodare.
“Vegeta! Che ci fai qui?”
“…Me ne vado…”
Bulma emise un gemito soffocato…il suo Vegeta.
“No, perché?!”
“Senti…è difficile spiegarlo!”
Vegeta era tornato il vecchio ragazzo di una volta, burbero e scontroso
“E’ colpa mia? Ho fatto qualcosa che non va?”
“No, non hai fatto niente…devo andare e basta!”
Il suo tono era freddo e duro.
C17 era seduto sul divano di casa sua, sua sorella era uscita con Crilin, andata a cena.
Lui si sentiva solo…veramente solo…
Sentì suonare il campanello e si alzò di scatto.
Alla porta trovò C18 e Crilin, sorridenti ed innamorati. Quella scena lo disgustò.
Probabilmente proprio in quel momento prese quella decisione…
“Sorellina…me ne vado!”
C18 lasciò cadere l’ombrello, era ancora fuori casa e la pioggia le lambiva il volto ed i vestiti, ma lei era incapace di reagire…
Crilin si chinò e raccolse l’ombrello, per riparare la sua fidanzata.
Bulma era in casa, da sola…
La notizia datale da Vegeta l’aveva scossa…allora lui non l’amava, tutto quello che gli aveva detto...erano solo cavolate! Accese lo stereo, sperando di tirarsi su. Alla radio trasmettevano “Giudizi Universali” un successo di Samuele Bersani.
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane,
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone,
togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace
Liberi com'eravamo ieri, dei centimetri di libri sotto i piedi
per tirare la maniglia della porta e andare fuori,
come Mastroianni anni fa, come la voce guida la pubblicità
ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già.
Colpì il cuscino del letto con un pugno.
Lui l’aveva illusa, l’aveva fatta sentire al settimo cielo, ed ora la stava facendo cadere in un baratro vuoto formato di solitudine.
L’aveva fatta sentire parte di un sogno bellissimo ed ora le stava facendo scoprire la dura realtà.
Lui non l’amava.
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore
ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio
Un dolore forte le pervase il petto a quella rivelazione, lui le aveva spezzato il cuore…non sarebbe più stata capace di amare qualcuno, mai più!
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più...
Bugiardo! Un vile bugiardo, ecco cos’era!
Un vigliacco che non aveva avuto il coraggio di dirle in faccia che non l’aveva mai amata!
Vuoti di memoria, non c'è posto per tenere insieme tutte le puntate di una storia
piccolissimo particolare, ti ho perduto senza cattiveria
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone
togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace
Libero com'ero stato ieri ho dei centimetri di cielo sotto ai piedi
adesso tiro la maniglia della porta e vado fuori
come Mastroianni anni fa, sono una nuvola, fra poco pioverà
e non c'è niente che mi sposta o vento che mi sposterà
Chiuse gli occhi per reprimere il dolore.
Si sentiva una nullità, non era riuscita a conquistare l’uomo che amava…forse una piccola parte di lui era rimasta legata a 18, chissà…
Comunque non era mai appartenuto a lei, il fatto che l’avesse lasciata senza una spiegazione ne era la prova.
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c'è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più, non ci sei più, non ci sei...
Si sdraiò sul letto, piangendo, stringendo il cuscino.
Vegeta si trovava all’aereoporto.
Un grido lo fece girare, era C17.
“17?”
“Vengo anch’io…ho salutato mia sorella ed ho deciso di venire con te…”
“Va bene” Vegeta alzò le spalle, ma dentro di sé un dolore acuto gli sfondava il petto
“Hai salutato Nazos?”
“No…non ho avuto il coraggio di affrontarla…la avvertirà mia sorella della mia decisione…”
Vegeta annuì.
L’aereo arrivò in quel momento ed i due ragazzi salirono.
“Hey, Vegeta! Yuhuuuu!!!”
Il moro si girò…Gabriella!
“Gabriella? Che ci fai qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa! Vado in vacanza con un gruppo di amici, ti unisci a noi?”
Vegeta scosse la testa. In fondo un posto valeva l’altro. Annuì e lui e 17 si sedettero insieme agli amici di Gabriella..
Bulma aveva passato l’ultima mezzora a piangere, disperarsi.
Ma adesso aveva preso una decisione.
Voleva che Vegeta chiarisse, che le dicesse se realmente non l’amava, oppure se c’era un qualche motivo particolare per lasciarla così.
Preparò in fretta la valigia ed uscì di casa, ma si rese conto di non avere la più pallida idea di dove Vegeta fosse andato.
Non troppo lontano, intanto, Kirano stava provando la sua nuova moto, i salti, le acrobazie.
Vide Goku e Chichi poco lontano, intenti a passeggiare mentre mangiavano un gelato.
“Hey, ciao Chichi! Ti piace la mia nuova moto?”
“Bè, carina…”
Kirano sorrise, scuotendo i folti capelli biondi
“Hey, Goku, sai guidare la moto?”
“Certo!”
“Prova!”
Goku si girò, sprezzante, trascinando via Chichi, ma il biondino gli urlò contro. Se non era un codardo, doveva provare.
Prima di urlarlo, però, aveva velocemente fatto un piccolo “lavoretto” sui freni.
La prova per Goku era guidare la moto ad alta velocità.
Lungo la strada.
Che prevedeva una discesa a pochi metri di distanza.
Una discesa ripida.
Alla cui base si trovava una svolta.
E quindi un muro.
Se Goku non fosse riuscito a svoltare in tempo…
Bulma arrivò all’aeroporto.
Nella mano di Vegeta aveva scorto un biglietto aereo, quindi doveva iniziare la sua ricerca da lì!
Si avviò verso la biglietteria.
“Scusate, per caso avete visto un ragazzo di circa sedici anni, con dei capelli dritti, a punta?”
“Uhm…un moro?”
“Sì!”
“Sì, credo di sì…Ha preso il volo per Roma”
Bulma sospirò.
Forse stava sbagliando, forse doveva lasciare tutto com’era, forse…
Forse la vita era tremendamente complicata.
Forse l’adolescenza più del resto.
Forse…
Vegeta e C17 erano seduti vicino a Gabriella, ridevano e scherzavano, mentre la ragazza si avvicinava sempre di più al moro con i capelli a carciofo.
“Senti, Vegeta…stai ancora con Bulma?”
“No…non più…”
Sentì uno strappo al cuore, un dolore profondo che gli opprimeva il petto, un pugnale conficcato nel profondo del suo animo. Perché si sentiva così? Non aveva forse fatto bene a lasciare Bulma? Non era forse più felice lei, ora?
Forse…
Tanti, troppi “forse”…
L’azzurra scosse la testa.
“Bene, prendo anche io un biglietto per Roma!”
La bigliettaia annuì e gliene porse uno.
Doveva sbrigarsi, l’aereo partiva tra pochi minuti.
Iniziò a correre, sembrava che i suoi piedi avessero messo le ali.
Doveva raggiungerlo.
Fare chiarezza.
Come andava, andava.
Ma lei doveva provare.
L’avrebbe raggiunto, ci avrebbe parlato, e tutto sarebbe tornato come prima?