I vostri commenti su Memento mi hanno fatto morire dentro.
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I vostri commenti su Memento mi hanno fatto morire dentro.
Al contrario per me invece. Memento è e resta un capolavoro. Non lo sminuirei come un semplice gioco di prospettive, lì Nolan disintegra decenni di cinema noir e thriller e manipolando la struttura a suo piacimento cambia le regole del montaggio e del cilmax del genere. E scusate se è poco
Solo se non hai capito a cosa il film punta davvero, tu perché hai citato una corrente che non c'entra praticamente niente, Marc che l'ha banalizzato definendolo un film da twist, quando il vero twist nemmeno ce l'ha.
Il dadaismo è una corrente culturale estrema, che afferma la totale negazione dei canoni estetici classici, rifiutando così qualsiasi regola ed immergendosi in un mondo alternativo dove non ci sono paletti, spesso buttandola nel parodistico/grottesco. Il dadaismo è distruzione del modus operandi, e lo puoi trovare in artisti come Tsukamoto o Lynch.
Ma cos'è che rifiuta Memento? Nolan non ha distrutto niente, ha preso lo stereotipo del classico thriller americano e lo ha totalmente dissezionato, rielaborandolo attraverso un complesso schema. Non è dadaista, è maniacale, matematico, c'è molto più rispetto del canone classico rispetto a tanti classiconi hollywoodiani che si limitano a seguire il banalissimo modus operandi collaudato. È come definire Fellini surrealista, non ci siamo proprio. Ma questa è solo la tecnica pura, e tu chiaramente nell'analisi del film ti sei fermato qua, non vedendo il vero messaggio del film.
Il concetto di base di Memento non sta nel mostrare colpi di scena random, bensì nel denunciare il disturbo della memoria a breve termine, che è sempre stata piuttosto tralasciata per fare spazio all'amnesia che invece è molto più gettonata, perché molto funzionale alla trama di un film. Ma Nolan non ha semplicemente realizzato una denuncia, non nel classico dei modi, mostrando la sofferenza dell'individuo e il disagio sociale a cui è sottoposto. No, Christopher ha trasformato il disturbo della malattia a breve termine in CINEMA. Tu lo chiamo gioco di prospettive, ma hai mai pensato che il caos di tale schema narrativo è finalizzato a qualcosa di più grande del semplice colpo di scena? Serve a fondere protagonista con spettatore, il punto di vita di Pearce diventa il nostro, e quindi di riflesso subiamo la malattia. Noi magari non comprendiamo subito la denuncia che Nolan vuole fare, ma non ha importanza, perché lo scopo del regista non è quello di farci inghiottire qualche pillola di moralità, bensì quella di immergerci nel contesto stesso, di comprendere ciò che si prova. Non è empatia del cazzo, non è morale facilona, è un esperimento che si può definire a tutti gli effetti scientifico per cura dei particolari ed effetto sul paziente. È destrutturazione del cinema classico, indagine dei meccanismi della mente senza buttarla sulla filosofia spicciola, sulla psicologia didascalica o sul flusso di coscienza già trattato da altri, tanto che perfino uno come Cronenberg invidia un film del genere. È pura arte, che mischia l'intrattenimento narrativo con il proprio messaggio in connubio perfetto dove le due cose non si distinguono più.
Sono affranto che nel 2013 ci siano ancora poche persone che abbiano davvero compreso il cuore di questo capolavoro, davvero. Hollywood ha vinto di nuovo, immagino.
Scoprire che in realtà si approfittano tutti di lui è un colpo di scena sul quale si regge il film.
Cronenberg non invidia il film, lo ha definito interessante.
Quello che voglio dire è che non è il primo film con un montaggio non lineare e questa narrazione non ha nulla a che fare con la malattia di Hawke.
Poi se c'è una cosa che insegna Molaison è che quelli come lui non hanno la più pallida idea di aver perso la memoria, la sua reazione più normale ogni mattina alla vista dei tatuaggi sarebbe pensare ad una sbronza e/o la disperazione.
Non lo vedo da molto ed è probabile mi sfugga qualcosa quindi mi sa che oggi o domani me lo rivedo.
E boh, se continui a dirmi che per te il film si sorregge su un twist vuol dire non averci capito un cazzo, e ci credo che lo poni dietro a The Prestige che invece sul colpo di scena ci costruisce giustamente la trama.
Sallie Baxendale invece definisce perfettamente plausibile la condizione di Leonard, che non rappresenta ovviamente la norma del pazienza afflitto dalla malattia, ma che presenta sintomi che si possono realizzare. Sul montaggio ti rimando alla prima frase del post, fermarsi lì vuol dire appunto non averci capito granché. Pensare che il film sia semplicemente un'opera manieristica tanto per mescolare le carte è superficiale.
Cronenberg lo invida non perché l'abbia detto, ma perché è da anni che prova a fare qualcosa del genere senza avvicinarsi minimamente.
Allora quale sarebbe la motivazione del montaggio?
La narrazione così alternata non è nulla più che uno sfoggio della propria abilità che non aggiunge nulla a quanto si fa da decenni e per questo non è un capolavoro.
Magari mi sfugge ma sul serio io questo montaggio lo vedo come un qualcosa di superfluo.
Mah, prima riguardatelo a questo punto, perché l'ho già spiegato, poi casomai se ne riparla.
Vabbeh Rob, è un po' capzioso sto ragionamento, che Memento non distrugge, ma rielabora. Opinabile, decisamente opinabile. Io lo vedo come un esercizio virtuoso, se Nolan riesce a tenere più piatti possibili in equilibro senza farne cadere uno. Ora mi metto a spaccar capelli e probabilmente è perché il termine l'hai buttato giù così, ma non c'è nulla da denunciare su amnesia e memorie a breve termine, sono accadimenti sfortunati della vita, e pure discretamente rari. Nolan ha reso benissimo il travaglio e le difficoltà cognitive che si hanno quando ti ritrovi in una condizione così sfortunata, ma è una cosa che si racconta, non che si denuncia. E come ogni storia che utilizza una accidente come focus e non come trampolino, finisci il film e dici: bellino via, e non ti rimane più niente. Questo significa che uno può fare un film sulla memoria a breve termine, per carità, ma usando il tutto per far vedere come una persona ne esce dal punto di vista esistenziale, affettivo, emotivo. Nolan invece ci costruisce un puzzle, per carità ben fatto e bello da vedere, ma per me assolutamente non classificabile come capolavoro ma come felice esperimento. Vedo sperimentazione senza riflessione, in Memento. Si capisce un problema, che è la fissità del cinema moderno, ma né si offre una soluzione, né ci si riflette particolarmente sopra. Piuttosto si dice "guardate cosa si può fare con una storia, con quegli strumenti che usate sempre nello stesso modo".
Nolan mostra certo una mente acuta, molto più acuta del 99% dei registi odierni, e sono certo che ben pochi hanno capito cosa significhi realmente il gioco di Nolan. Ma rimane quello, un gioco. Il troppo stroppia, tiri troppo la corda e diventa tutto troppo fine a se stesso, "io so farlo".
tldr
ho ragione io
eat it rob
Intanto io butto dentro il prossimo.
Vorrei sapere cosa ne pensa il foro di Nicholas Winding Refn. Di mio ho visto solo due suoi film quindi salto
Ma sperimentazione cosa? È una pratica piuttosto vecchia il montaggio non lineare.
Entro qualche giorno me lo rivedo così per vedere se mi sfugge qualcosa.
Io ho visto solo Bronson, Valhalla Rising e Drive.
Non capisco chi li definisce capolavori quando i primi due sono sul buono e Drive sull'ottimo.
Comunque che bello Drive con le sue inquadrature lunghe e la telecamera ferma.
Come sono i Pusher?
Ti risponderei pure step by step, ma se il tuo preconcetto è "Nolan manierista vuoto", allora non ne usciamo più. Il tuo post lo trovo un trionfo totale dell'imposizione dei canoni dell'industria cinematografica americana, dove è impossibile trasmettere qualcosa con il crudo realismo e che il messaggio debba essere necessariamente addobbato da una regia pomposa e retorica all'inverosimile. È il trionfo del Malick moderno, quello che riprende i temi esistenziali di Badlands e Days Of Heaven ma perdendo totalmente il contatto con la realtà e annacquando il tutto nella tecnica autoindulgente arida e priva di cuore. È il trionfo di Refn che si perde nel suo stesso labirinto onirico. È il tronfo di un Sorrentino che maschera i limiti narrativi con la sua maestria pittoresca.
Sono pedante, ma perfettamente coerente con quello che voglio dire: la necessità dello spettatore moderno intenditore - quello che va oltre i blockbuster e le commedie da decerebrati per intenderci - di avere appunto un'analisi esplicita e pomposa del cammino del protagonista, invece di riuscire da sé ad estrapolarne i contenuti e il processo.
Io non ve ne faccio una colpa se in Memento vedete solo la tecnica e non l'anima vera del racconto: è colpa di processo di degenerazione che si sta ramificando sempre di più nel cinema moderno, che predilige la copertina patinata al vero contenuto, e se una cosa è troppo vicina alla mediocre realtà che conosciamo, perde totalmente fascino. Deve essere romanzata, confezionata, riecheggiata. È questo che mi provoca tristezza. Non la vostra opinione in sé, ma cosa si richiede al regista d'autore oggigiorno, o forse quello che gli stesso vuole presentare, è difficile da capire.
Fatto sta che Memento per quanto mi riguarda rimane il più puro esempio di tecnica passionale, totalmente funzionale allo scopo del messaggio, siamo proprio distanti dal concetto di manierismo, se tu in Memento ci vedi solo un gioco e non una denuncia [e anche qua, si può denunciare qualcosa senza scadere nella retorica fine a se stessa] me ne dispiaccio, perché ti perdi un tassello fondamentale del cinema contemporaneo. Poi francamente trovo incredibilmente pretestuoso pretendere da una storia realistica, che tratta un problema del genere, una soluzione pronta all'uso, è irreale ed arrogante. Non stiamo mica parlando di "banale" alcolismo. Il cinema dovrebbe mostrare e trasmettere una cosa, riuscire ad immedesimare chi la guarda con empatia o anche con la tecnica del paradosso, se voglio necessariamente una lunga disanima sulle disfunzioni sociali a cui può portare tale status, tanto vale che prendo in mano dei libri di psicologia e medicina, che saranno sicuramente più accurati e non cercheranno di trovare un banale compromesso tra intrattenimento e realtà. E siccome sto diventando a mia volta Malickiano, la chiudo qua con Nolan, tutto quello che volevo dire c'è e non mi serve nemmeno una risposta.
Michael Fassbender.
Ah, tocca pure a Refn, che casualmente ho citato nel wallpost. Eccezionale tratto artistico, la sua abilità nel creare contrasti in penombra e dare risalto ai giochi di luce è fenomenale, purtroppo però è anche un narratore mediocre e spesso tende a perdersi nella sua simbologia, molto Lynch wannabe.
Mi ero promesso di non replicare ma ci casco di nuovo.
Premesso che il cinema non deve prendere posizione (quindi la denuncia non ha senso di esistere nel bel cinema) ma deve raccontare io non capisco cosa abbia di funzionale al racconto di uno che soffre di amnesia il raccontare una storia in questa maniera.
La narrazione non lineare ha senso quando si parte da una situazione e si cerca di capire da cosa sia generata mentre qua abbiamo in gran parte un avanti-indietro superfluo ai fini della narrazione. Nel dvd c'è la versione lineare e vedendola ci si rende perfettamente conto di come molti di questi salti (tutti?) siano assolutamente superflui.
Tu dici che è un grande film per come rifiuta i canoni di un genere ed un certo tipo di narrazione ma così lo sarebbe se fosse stato un film di sessant'anni fa. Per come la vedo io un esercizio simile nel 2000 non è ben poco funzionale.
Rimane un ottimo film ed è pure più sensazionale visto che è poco più di un'opera prima ma di certo non una pietra miliare.
Piuttosto riflettiamo su come l'ultimo batman sembri una presa in giro.
Dall'alto della mia ignoranza in campo cinematografico, di Nolan ho visto Memento, Inception e i Batman e mi sono piaciuti tutti.
Anzi direi che sono tra i miei preferiti.
Scusa ma sono davvero stanco di ripetere le cose, o non hai capito bene tu o mi spiego male io visto che mi basterebbe riprendere pezzi degli altri post per risponderti. Sulla roba della denuncia passo perché mi sembra una stronzata idealista. E poi ecco, è proprio l'arroganza di voler stabilire cosa ha senso e cosa no che mi irrita, significa castrare l'innovazione. Ma vabbeh, chiudiamola qua che il discorso è diventato sterile e m'annoio a leggere "Nolan manierista asettico" per 4-5 post di fila.
Sull'ultimo Batman a questo punto ho poco da dire. È un buon film d'azione con tante citazioni succose e che riesce a creare un pathos enorme che la maggior parte dei suoi colleghi si sognano, detto questo è pieno di errori di sceneggiatura, molti personaggi non riescono ad emergere o vengono castrati alla fine (Blake, Bane, Talia) e il direttore del montaggio era sotto l'effetto di acidi. Ah, alterna combattimenti fighi (Batman vs Bane 1) a combattimenti di merda (Batman vs Bane 2).
Innanzitutto non sono io di certo uno di quelli che pensa che Nolan sia tutta tecnica visto che ancora oggi dopo più di un decennio ha delle lacune intollerabili su quel versante.
Tu quando parli di capolavoro per giustificare il montaggio dici: "Nolan non ha distrutto niente, ha preso lo stereotipo del classico thriller americano e lo ha totalmente dissezionato, rielaborandolo attraverso un complesso schema."
Ma una cosa vecchia di decenni non basta a fare un capolavoro per lo stesso motivo per cui i piani sequenza di Godard sono più rilevanti di quelli di McQueen per quanto certe scelte estetiche della nouvelle vague (e non solo ma ci siamo capiti) abbiano avuto poco seguito e ci voglia ben più abilità che per una narrazione non lineare.
Parli di destrutturazione e tutto ma è cosa vecchia. Notevole per carità ma per essere rendere un film con queste caratteristiche un capolavoro Nolan sarebbe dovuto nascere diversi decenni prima.
La regia non sono soli "giochi di luce" (cosa per cui un ruolo maggiore ha il direttore della fotografia) ma è messa in scena, tempi, composizione dell'inquadratura, durata di questa, messa a fuoco ecc. e Nolan a quasi quindici anni dal primo film non ha raggiunto lo stato dell'arte in nessuna di queste cose e non è nemmeno innovativo, figurarsi cosa poteva fare al suo primo film serio.
Fammi qualche nome di questi registi che hanno inventato la destrutturazione nel 1923, mi hai incuriosito.
Stato dell'arte poi me la dovrai spiegare. LOL
E poi non capisco la tua debole provocazione. Mi costringi a farti notare che anche la messa a fuoco e la composizione dell'inquadratura sono mansioni del direttore della fotografia, mentre i tempi e il montaggio sono appunto compiti del montatore. Il regista è colui che coordina lo staff, stabilisce come devono lavorare e infine dà l'ok, in pratica un lavoro di responsabilità visto che ci mette per primo il nome.
Blackout di qualche anno prima fa uso abbondante di analessi ma non si limita a prendere una storia e scompigliarne l'ordine (e Ferrara è molto più abile di Nolan e lo basta vedere i registri dei due film) ma volendo andare più indietro per trovare una narrazione non lineare si può andare tranquillamente nel muto con Griffith od Eisenstein che è tra quelli che prende il cinema dell'epoca e lo rivoluziona.
Quarto potere (imho, e non solo, uno dei più grandi film di sempre) oltre a prendere numerose convenzioni dell'epoca e stravolgerle si serve di diverse analessi per raccontare, non in ordine cronologico, la vita Kane più di mezzo secolo prima di Memento e non lo fa semplicemente stravolgendo le sequenze di una storia.
Qualche tempo fa Eco scriveva di un romanzo di inizio secolo, di cui mi sfugge il nome, dove per un errore di stampa certi capitoli erano stati invertiti ed all'epoca era sembrata una scelta coraggiosa per un libro di quella tiratura.
Memento mi ricorda quel libro.
Non era una provocazione, mi limitavo a specificare.
La messa a fuoco può essere curata dal direttore della fotografia ma la sceglie il regista (ho citato quarto potere anche per quello) ed è una scelta estremamente importante.
Quando Nolan gira una scena di Inception dove è a fuoco solo il primo piano nonostante l'attenzione debba essere sia su Di Caprio che su Gordon Lewis che gli parla (e Di Caprio ascolta) il quale, poi, nonostante si avvicini, rimane solo parzialmente a fuoco la colpa dell'errore è di Nolan.
EDIT:http://www.filminstreaming.co/stuff/...tion/1-1-0-356
1:08:40
La composizione dell'inquadratura invece è esclusiva responsabilità de regista che deve scegliere cosa deve esserci e come e non capisco cosa centri il direttore della fotografia.
Ah beh, ma se tu per "destrutturazione" intendi un qualsiasi tipo di narrazione non cronologicamente lineare temo proprio che non ci siamo capiti. L'analessi e la prolessi sono l'abc del bagaglio di uno sceneggiatore/scrittore/quello che ti pare, ancor più della narrazione ad incrocio, ce ne sono a centinaia di film così e ci mancherebbe.
No, la destrutturazione è un fenomeno nato circa negli anni '90 e comporta proprio l'annullamento di queste tecniche statiche e collaudate per creare un flusso continuo, dissezionando il normale montaggio del film e quindi rielaborando quelli che consideriamo proprio i normali schemi narrativi. E sì, è innovazione, altroché se lo è, parliamo del fenomeno cinematografico più importante degli ultimi 20 anni. Ognuno poi ha il suo modo di destrutturare un film, c'è Lynch che ti crea loop e distrugge totalmente la narrativa a due piani, Fincher che ti stratifica il film unendo due chiavi narrative in una, Nolan appunto che gioca con la prospettiva in prima persona dello spettatore. È anche difficile da spiegare perché sono tecniche molto personali, ma fidati, stiamo parlando di tutt'altro. I flashback sono proprio il materiale classico che viene preso in analisi da questi registi. Memento fa parte di questo movimento, piaccia o no. Poi che non ti interessi, che sia troppo radicale, che tu preferisca la solidità dei canoni che sorreggono l'industria cinematografica da almeno 80 anni è un altro discorso.
Mi hanno ingannato le virgolette.
COmunque no, stai commettendo un errore concettuale: il regista non è necessariamente l'addetto alla cinepresa. Il director, che in inglese rende sicuramente meglio, è colui che ha l'ultima parola su ogni aspetto del set, quindi la messa in fuoco, le luci, la scenografia, l'interpretazione degli attori, la colonna sonora, il montaggio ecc. Non è che esistano errori parziali e altri totali, il director deve coordinare tutti i suoi collaboratori, deve verificare appunto la messa a fuoco e l'illuminazione che il direttore della fotografia stabilisce in primo luogo, deve dare direttive ai costumisti, agli attori, deve verificare che la colonna sonora corrisponda alle sue esigenze, deve lavorare a fianco del montatore per stabilire il ritmo, deve anche fare da tramite per i produttori, insomma deve prendersi la responsabilità su TUTTO ciò che accade dietro le quinte. Capirai quindi che diventa difficile capire dove stia l'errore diretto del regista e dove invece quello di un suo sottoposto, per questo ci si limita generalmente a parlare vagamente di "regia", perché se non stai dentro il set non puoi comprendere i disagi, le scelte, l'imposizione del direttore ecc. E sì, la composizione dell'inquadratura rientra sempre nel campo della fotografia, quindi è sempre quello il campo d'esame.
Il regista non è che sceglie alcune cose e altre no, deve dare l'autorizzazione su tutto, poi ci sono registi che si limitano a dirigere lo staff in modo un po' esterno, chi invece preferisce arrangiarsi su molti aspetti, tipo Kubrick che a volte ha fatto anche il direttore della fotografia se non sbaglio. È una spartizione dei compiti spesso arbitraria, l'unica cosa che c'è da sapere è che il risultato finale porta il suo nome, e puoi criticarlo quindi per tutto, dalla valorizzazione degli attori ai tanto amati giochi di luce.
Poi chiaro che se i produttori fanno pressioni e non hai un nome di rilievo ti devi adeguare alle loro richieste, gli investitori hanno il coltello dalla parte del manico.
Faccio questa pappardella perché appunto troppo spesso si pensa al regista come quello che lavora sulla cinepresa, ma è un discorso molto più complicato.
Comunque vediamo di non divagare troppo.
Fassbender penso abbia un talento recitativo mostruoso e Hunger è uno dei miei film preferiti negli ultimi anni, tuttavia ora si sta chiudendo troppo in una dimensione manieristica, ci vedo davvero tanto mestiere e poco cuore. Spero che riesca a trovare qualche regista in grado di scioglierlo un po' come fece Tarantino, di sicuro Cronenberg e Scott non sono le persone adatte.