Mi è difficile credere in un anima umana, figuriamoci al pensare in un anima in un carciofo.
La prossima volta ci penserò due volte prima di mangiare una fetta di carne. :sisi:
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Il punto è che solo l' uomo ha un cervello direttamente proporzionale al corpo in grado di sostenere locomozioni di entità superiore a quelle animali.
Quindi solo l' uomo ha le qualità necessarie per poter usare la mente come tramite all' anima con il cervello, e sempre solo l' uomo possiede un etica morale personale in grado di scindere bene e male, mentre gli animali agiscono d' istinto senza avere concetti come ''bene'' e ''male''...si presume che questi valori siano stati dettati dagli dei o da dio, e che risiedano nell' anima, e che solo l' uomo possa concepirle...
Quindi mi risulta difficile pensare che gli animali possano avere un anima...considerando che moltissimi animali(escludo i vegetali che non rientrano minimamente nel concetto)sono sprovvisti del bagaglio necessario a sostenere un ''peso'' simile.
Questo ammettendo che esista l' anima.
Le piante poi sono sprovviste di cervello: hanno cellule che simulano i nostri neuroni, ma non sono mica neuroni.
La carne non ha anima, è l' animale da cui proviene ad avercela. :lol:
Al massimo la nutella.
Io sinceramente vedo la reincarnazione come uno degli aspetti più interessanti delle religioni orientali. Così come l'uomo cristiano crede che dopo la morte ci sia la vita eterna nell'aldià, l'uomo buddista e induista crede che l'anima resti nel nostro mondo sotto forma di una nuova creatura vivente. E mi incuriosisce sapere perchè in due parti diverse del mondo siano nate queste concezioni così diverse. Insomma, da qui si può partire per capire i diversi desideri dell'uomo. Se un essere umano crede nella reincarnazione significa che sì, vuole avere una vita lunga e duratura, ma non aspira a risiedere in un paradiso: gli va bene il nostro mondo, perchè crede che possa cambiare in meglio. D'altronde nelle religioni orientali ogni reincarnazione dovrebbe essere ad un livello superiore e questo ciclo si interrompe con il raggiungimento del Nirvana.
Ok, se c'è qualcuno più esperto di me in materia non si faccia problemi a correggermi.
Sono neutrale. Per quanto intelligenti siamo, per quanti sforzi facciamo per comprendere certe cose della vita, non riusciremo, almeno oggi, a comprenderle.
Vi siete chiesti perché le creature che, secondo l'uomo, sono senza coscienza si chiamerebbero "anima-li" (escludendo categorizzazioni di tipo biologico, chiaramente)? Non capisco perché dite che l'anima non esista/dovrebbe esistere. Almeno dovreste chiarire a cosa voi alludiate parlandone a riguardo, dato che sono millenni che questo concetto è reputato tutt'altro che univoco.
Stando all'etimologia della parola, l'ànemos greca indica il "soffio vitale", tutto ciò che è in grado di generare qualcos'altro (attivamente o passivamente) secondo un'energia motrice interna alla materia, e pertanto è direttamente contrapposta a quella su cui mi pare voi stiate dibattendo, che in un certo senso equivale alla psyché socratica e all'anima intellettiva aristotelica ("coscienza"). Il concetto di anima che io prendo in considerazione in questo frangente è quella legata all'etimologia della parola, dunque essa oggettivamente esiste, o l'intero flusso del divenire (scorrere degli eventi) starebbe bene nel museo di Dio come progetto fallito (o magari è il divenire stesso ad essere stato un fallimento; se tutto fosse rimasto "in potenza" sarebbe stato ottimisticamente meglio), e si rimarrebbe fossilizzati in un mondo "in-anima-to" (appunto senza anima).
Sulla questione della reincarnazione sinceramente non ho molto da dire, e se solo si considera la teoria di IISNT secondo cui un'anima reincarnata equivarrebbe di fatto ad "tabula rasa", ci si accorgerebbe facilmente come né l'uomo {in generale}(dal suo punto di vista) non potrà mai reincarnarsi, né tantomeno l'uomo {nel particolare} non avrà mai la possibilità di sapere di averlo fatto, il che corrisponde proprio al "non averlo fatto"; pertanto razionalmente non condivido il discorso di Kabu, perché è un vicolo cieco: se ti dicessi che ti sei già reincarnata, dovresti credermi e dovresti farlo senza chiedermi prove, perché queste non sono minimamente contemplate dalla tua teoria.
In fin dei conti mi piacerebbe reincarnarmi.
Beh sarebbe sicuramente un vicolo cieco per la conoscienza, ma non per l'esistenza direi.
Il fatto che io non possa sapere di poter esistere indipendentemente dalle sinapsi assegnate allla mia coscienza non modifica in niente il fatto che esisterei. Ogni volta mi porrei la stessa domanda senza risposta, ma di fatto continuerei ad esistere, ed è l'unica cosa che veramente m'interessa, se fosse possibile.
Purtroppo ci credo poco anche mentre lo dico.
Ribadisco che mi piacerebbe molto.
Non esiste.
Se dopo che ti sei reincarnato perdi tutto quello che avevi nella vita precedente, che reincarnazione è? Senza considerare che le anime non sono mai tutte uguali nella Terra col passare del tempo. E poi è assurdo pensare che uno si reincarni in una pianta, un animale... Dovrò pensarci 2 volte prima di uccidere un ragno, potrebbe essere mio nonno.
No.
E' sempre lo stesso spirito, lo stesso essere cosciente, che però trovandosi a vivere in un diverso involucro crescerà in maniera differente, certamente con diversi tratti della personalità rispetto a quelli che aveva nella vita precedente. Tuttavia sarà sempre lui (parlo a livello di coscienza). Un po' come uno che sbatte la testa e perde la memoria: non avrà ricordi del suo passato, tuttavia nessuno dei suoi conoscenti lo considererà un nuovo essere vivente, separato da ciò che era pre-botta in testa. Non valuto l'ipotesi che uno possa reincarnarsi in un carciofo, per il motivo spiegato da ghonnen. Valuto solamente l'ipotesi della reincarnazione in un altro corpo umano.
Sì, intendo questo.
si è sempre lo stesso secondo me però con un altro corpo