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Preview Jak and Daxter: The Precursor Legacy

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (20 maggio 2001)
Crash Bandicoot è un buon gioco, perlomeno è possibile dire che i primi due episodi hanno effettivamente presentato un persoanggio divertente coinvolto in situazioni al limite del ridicolo e gettato in ambientazioni tanto colorate e giocose quanto bastò, ai tempi, per renderlo un titolo di discreto successo e uno dei franchise più importanti dell'ormai pensionata Psone. Jak and Daxter: The Precursor Legacy è diverso, molto diverso. Jak and Daxter è un'avventura, un lungo cammino fantasy e, incidentalmente, sembra ricoprire quel ruolo di killer application che proprio all'E3 sembra fare gola a molti giochi presentati per il 128 bit Sony. Insomma, Jak and Daxter si prefigge obiettivi ben più imponenti del simpatico e poco più Crash. In questo senso, ci ha già impressionato ben di più di tutti i lavori precedenti di Naughty Dog
Jak and Daxter: The Precursor Legacy - Immagine 1
Jak si prende una pausa sulla spiaggia del suo villaggio
PRIORITA' DI UN CRONISTA
Potremmo iniziare a trattare della struttura di gioco di Jak and Daxter, piuttosto che disquisire sulla caratterizzazione del duo protagonista o ancora soffermarci sull'interazione con... ma semplicemente non possiamo che iniziare i discorsi relativi al titolo Naughty Dog se non partendo da quello che maggiormente riesce a colpire l'attenzione durante i primi minuti (ore) di gioco: il livello grafico
In sviluppo da circa un anno e mezzo (sui due dichiarati da Sony nelle press release) negli studi di Naughty, Jak and Daxter offre uno spettacolo cosmetcio forse impareggiabile nell'attuale panorama PS2. O meglio, attualmente impareggiabile per quel che concerne i titoli che rientrano nel genere degli action-adventure, dato che a tutti gli effetti in questo E3 di giochi tecnicamente impressionanti per PS2 se ne stanno vedendo anche troppi
Jak and Daxter offre in primis uno stile grafico superbo, caratterizzato da un tema fantasy assolutamente azzeccato e arricchito da una serie pressoché sterminata di piccoli dettagli, segno di un'attenzione maniacale posta nella realizzazione tecnica (e non solo, vogliamo sperare) del gioco
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