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Speciale Luna Nera

Streghe e cacciatori in un (mediocre) fantasy tutto italiano
Valentina BarrancoDi Valentina Barranco (5 febbraio 2020)

Dal 31 Gennaio è disponibile Luna Nera, la nuova serie tv Netflix tutta made in Italy di genere fantasy. Ebbene sì, il fantasy italiano ha tentato una nuova ribalta grazie al colosso streaming americano, vantando un cast - tecnico e non - praticamente tutto al femminile. Insieme a Francesca Manieri e Laura Paolucci, Tiziana Triana ha adattato il proprio romanzo per il piccolo schermo, regalandoci una sceneggiatura ricca di ottimi spunti di riflessione ma che purtroppo non riesce a trasformarsi in una perla del suo genere. Di seguito cercheremo di spiegarvi il perché, trattando i pregi e i difetti della serie. 

Donne che non fanno un passo indietro

Aspettavamo Luna Nera con non poca trepidazione per svariati motivi. Primo fra tutti, l'argomento trattato: streghe in Italia. Proprio per la presenza di Chiesa e Inquisizione in seno al nostro paese, tantissime donne in Italia sono state spesso vittime di roghi e torture e che se ne parlasse in una serie tv nostrana era un po' anche l'ora; altro motivo era certamente lo stampo femminile e femminista che speravamo avesse lo show, visto il clima medioevale che si respira qui da noi. Purtroppo però, siamo costretti ad ammettere che - visionati tutti e sei gli episodi della serie diretta da Francesca ComenciniSusanna Nicchiarelli e Paola Randi - siamo rimasti piuttosto delusi. Cosa è andato storto dall'idea di partenza alla sua realizzazione? Partiamo dall'inizio.

Italia, XVII secolo ca. Siamo in un piccolo paesino della campagna laziale, Torre Rossa. Qui vive la nostra protagonista, Ade (Antonia Fotaras, Il Nome della Rosa), una levatrice di 16 anni che, a seguito della misteriosa morte di un neonato sotto le sue cure, è accusata di stregoneria e condannata al rogo. Costretta a fuggire insieme al suo fratellino Valente per evitare di bruciare viva, Ade trova rifugio all'interno di una comunità composta esclusivamente da donne messe al bando per lo stesso motivo. Ed effettivamente qui Ade e Valente vengono iniziati a una serie di rituali segreti e magie atte ad accogliere il compimento di una grande profezia, mentre i Benandanti, una congrega di uomini sostenuti dalla chiesa, danno loro la caccia. Tutti tranne uno, Pietro (Giorgio Belli), figlio del capo dei Benandanti, che non crede alle superstizioni ed è follemente innamorato di Ade. Mascherati quasi come dei Mamuthones sardi, questi cacciatori di streghe perseguitano e puniscono qualsiasi donna ritenuta sospetta, ristabilendo - a detta loro - l'ordine all'interno della comunità. Tra di essi, fanatica sostenitrice, troviamo anche Cesaria (Gloria Carovana), amica d'infanzia di Pietro e di lui segretamente innamorata. Avete letto bene, una donna che da' la caccia ad altre donne. Un controsenso? Eppure è ciò che accade anche ai giorni nostri, ed è per questo che inseriamo il personaggio di Cesaria tra i più riusciti della serie.

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Le streghe smetteranno di esistere quando voi smetterete di bruciarle

Tutta la serie è ovviamente votata a rispecchiare il mondo moderno, in chiave fantasy misteriosa certo, ma decisa a far riflettere lo spettatore sul ruolo della donna nella società e delle dinamiche che portano - oggi come allora - alla cosiddetta "caccia alle streghe". Della serie quindi abbiamo apprezzato moltissimo questo aspetto, sottolineato da alcuni dialoghi veramente ben scritti, i bellissimi costumi di ispirazione medioevale, le ambientazioni e gli effetti speciali, davvero ben fatti per una produzione così "piccola". Sarebbe stato perfetto se si fossero incentrate di più sullo sviluppo dei personaggi e dei loro poteri, invece che perdere tanto - troppo! - tempo dietro alla storia d'amore tra Ade e Pietro. Questa romance ha rubato spazio a tutto il resto, penalizzando anche lo sviluppo naturale dei rapporti tra gli altri personaggi, accelerandoli e rendendoli perciò forzati ai nostri occhi, come l'amicizia tra Ade e Persepolis. C'è molta confusione nella trama in certi momenti e alcuni passaggi sono difficili da "accettare e basta" perché in pieno disaccordo con la natura dei personaggi (no spoiler!). Da migliorare anche i duelli con la spada: da donne guerriere e cacciatori ci aspettavamo davvero di più. Ultimo ma non ultimo, la recitazione, spesso troppo teatrale, troppo "soppesata" e poco incisiva. Quello stile tutto all'italiana che però stona un po' con il genere fantasy/d'azione che la serie cerca di incarnare.

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Quando i roghi non sono solo di legno e fiamme...

Luna Nera è una serie ambiziosa, determinata ad accaparrarsi un posto di rilievo nel panorama televisivo italiano e che, nonostante i suoi molti difetti, stabilisce un dialogo importantissimo con il suo pubblico parlando di femminilità, di potere, di riscatto e libertà mostrando anche l'altra faccia della medaglia, un mondo dove le donne non vengono più messe al rogo per il semplice fatto di esistere, ma si prendono ciò che spetta loro di diritto, anche usando la forza (o la magia!) se necessario. Ci troviamo in bilico tra realtà e finzione, tra scienza e religione, tra misticismo e natura... la serie è scivolata molte volte, ma ha continuato a rialzarsi più temeraria ed incurante. Chissà che in una futura seconda stagione non possano imparare dai propri errori e diventare davvero una serie tv con la S maiuscola. Nel frattempo, apprezziamo molto il tentativo e speriamo che serva a destare qualche mente ottenebrata da maschilismo e perbenismo, perché sappiamo benissimo come oggigiorno le donne vengano ancora perseguite e messe al rogo, anche se non è fatto di legno e fiamme. A questo proposito, vi invitiamo a visitare l'installazione posta da Netflix in Piazza XXV Aprile, a Milano.

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Ambiziosa e coraggiosa, di Luna Nera salviamo i costumi e le ambientazioni, i dialoghi pungenti e Cesaria. Speriamo che riescano ad imparare dai propri errori per risollevare una possibile seconda stagione o, per lo meno, sia servita a dare il la ad altri succosi progetti dalla voce tutta femminile, che in Italia non si sente mai abbastanza. Se volete avventurarvi nella versione cartacea originale, il romanzo di Tiziana Triana è scorrevole e ovviamente molto più dettagliato, una piacevole lettura adatta a tutti.