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Speciale Destiny

Roberto VicarioDi Roberto Vicario (12 settembre 2014)
Di Destiny se ne è parlato, si è giocato (attraverso un'alpha ed una beta), si è sperato e alla fine siamo arrivati al punto in cui bisogna dare un giudizio. Prima della nostra recensione completa, che arriverà all'inizio della prossima settimana, abbiamo deciso di fare il punto della situazione su quanto Destiny ha saputodimostrarci in questi primi giorni di avventura. Una serie di riflessioni che ci servono per capire cosa, esattamente, Bungie ha cercato di offrire ai giocatori. Domanda semplice e risposta altrettanto banale? Secondo noi, la risposta non è così scontata...

Rivoluzione?

Prima di parlare di storia, di gameplay, di grafica e di sviscerare insieme a voi la nostra esperienza di gioco è bene spiegare cosa sia Destiny. Il gioco nato dalla mente dei creatori di Halo è sempre stato accostato ai classici MMO. Un'accostamento in buona parte sbagliato, e che gli stessi sviluppatori hanno in più riprese smentito, a favore invece di un'acronimo forse più consono al progetto: “Shared World Shooter”.

Un mondo unico, vasto (ma neanche così tanto scopriremo più avanti) in cui gruppi di giocatori si muovo all'interno dei vari pianeti collaborando per portare a termine svariate tipologie di missioni. Ovviamente non è tutto qui; grazie al "Crogiolo" (l'Arena che ospita l'universo multiplayer) avremo la possibilità di scontrarsi nei classici PvP, mentre durante la nostra avventura potremo imbatterci all'interno di eventi più di massa che ci porteranno a collaborare con un numero di giocatori decisamente più cospicuo.
Destiny - Immagine 1
Tolto questo elemento però, e guardando nel dettaglio le dinamiche di questo Destiny, non si può nemmeno negare che molti degli elementi tipici degli RPG e dei giochi online, non siano stati utilizzati dagli sviluppatori. La crescita del personaggio, ad esempio, sblocca abilità che renderanno il nostro Guardiano sempre più potente, così come la personalizzazione dell'armatura e delle armi ricorda le dinamiche di giochi blasonatissimi come World of Warcraft o il più recente Borderlands.

A rendere ancora più incisiva questa sensazione, vi è una trama debole, quasi secondaria, che ha l'unico scopo di collegare tra loro le diverse tipologie di missioni e farci viaggiare su pianeti estremamente affascinanti come una terra ormai alla deriva e completamente abbandonata dal genere umano, una superficie lunare dai tratti mistici e uno “sporco”, il famoso pianeta rosso o il graffiante pianeta Venere.

Nel corso della nostra prova (siamo attualmente al livello 16 utilizzando una strega) abbiamo avuto qualche passaggio interessante, in grado di dare una parvenza di contesto e credibilità alla storia che gli sviluppatori hanno voluto raccontare, ma chi si aspetta una “trama alla Halo” rimarrà fortemente deluso dalla direzione che i ragazzi di Bungie hanno deciso di intraprendere.

Le missioni, di fatto, non sono dei veri e propri livelli, ma si svolgono all'interno di aree predefinite in cui si consumeranno diversi scontri prima di arrivare al nostro obiettivo. Tutto quindi, arrivando all'osso della questione, si traduce in costante loot, che spinge chi sta giocando alla ricerca di armi ed equipaggiamento sempre più potente (ci sono diversi gradi di rarità, determinati dal colore dell'oggetto trovato), al grinding del personaggio e alla scoperta di casse contenenti materiale utile a potenziare il nostro set up o a farci guadagnare soldi.
Una filosofia di gioco sicuramente non alla portata di tutti, e che necessita di un lasso temporale alquanto consistente per essere pienamente assimilata, soprattutto per un mercato come quello console, poco avvezzo a questi ibridi videoludici. Tutto questo, per quanto funzioni, lascia un po l'amaro in bocca sotto l'aspetto della gestione narrativa, perché bisogna dare atto agli sviluppatori che il lavoro svolto in fase di level design -indipendentemente dal pianeta su cui ci troviamo - è davvero ottimo. Le zone di gioco sono ampie, ben disegnate e ricche di strade secondarie, segreti, e luoghi nascosti in cui è possibile scoprire oggetti leggendari oppure nemici estremamente pericolosi. Come se non bastasse, a questo bisogna aggiungere una cura nei dettagli davvero maniacale che rende gli ambienti ancora più intriganti. Capirete quindi, che è un peccato quasi imperdonabile vedere tutta questa linearità e ripetitività di fondo che man mano si fa strada con l'aumentare delle ore di gioco.

Entrando più nel dettaglio del gameplay dobbiamo ammettere che le fasi di shooting e di combattimento sino ad ora ci hanno soddisfatto. L'esperienza maturata in questo genere dagli ex sviluppatori di Halo è stata utilizzata per proporre un FPS solido ed appagante. Partendo dall'utilizzo delle armi, passando per le abilità di ogni singola classe sino ad arrivare agli immancabili scontri corpo a corpo, tutto funziona alla perfezione. Uccidere i nemici diventa quindi una vera e propria soddisfazione, così come lo è il saper padroneggiare appieno una delle diverse tipologie di armi presenti nell'arsenale che viene messo a disposizione.

Anche qui, però, guardando con un minimo di occhio critico dobbiamo ammettere che l'intelligenza artificiale dei nemici non ci è sembrata particolarmente evoluta. Giocando in solitaria e a livello normale le diverse missioni, non ci siamo mai trovati davanti a scontri davvero impossibili e l'unico eventuale limite era dato dalla diversità del livello di esperienza, costringendoci a fare grinding in livelli precedentemente completati, portando a compimento gli obiettivi delle taglie prese alla torre oppure dedicandoci a banali e ripetitive missioni secondarie.
  • Destiny - Immagine 2
  • Destiny - Immagine 3
  • Destiny - Immagine 4

Discorso diverso se si scala verso l'alto il tasso di sfida, dato che la difficoltà e l''abilità dei nemici (oltre all'esperienza accumulata) aumenta in maniera consistente e tangibile, trasformando automaticamente questa scelta in quella ideale per gli scontri in cooperativa.

Destiny non è però soltanto esplorazione e avventure, ma anche player vs. player. All'interno di una zona esclusiva denominata crogiolo, i giocatori si possono cimentare in violenti scontri sei contro sei, sfruttando diverse stipulazioni. Nonostante la nostra esperienza di gioco si sia concentrata momentaneamente sulla parte narrativa e collaborativa, le partite giocate all'interno di questa variante ci hanno piacevolmente sorpreso.

Il matchmaking sembra funzionare in maniera abbastanza solida e il fatto che il personaggio acquista esperienza che serve sia per farci crescere di livello sia per sbloccare particolari oggetti da poter equipaggiare successivamente sul nostro guardiano, rende l'esperienza stuzzicante anche per chi ha sempre denigrato il multiplayer competitivo.

Ovviamente il tempo speso all'interno del crogiolo è ancora troppo poco, e aspettiamo di aver passato un monte ore decisamente più cospicuo prima di poter pronunciare il nostro verdetto definitivo.

Prima di parlare quindi di verdetti - anche se non definitivi - dobbiamo spendere qualche parola sul comparto tecnico del titolo. Sotto questo aspetto il lavoro svolto da Bungie è davvero ineccepibile. I 1080p associati ai 60fps costanti, sono la ciliegina sulla torta di un comparto visivo di assoluto livello e in grado di essere definito “next gen”. Al di là del level design citato poco sopra, la qualità dei dettagli, la palette cromatica dei colori, i modelli poligonali dei nemici sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a rendere solido ed intrigante l'universo di Destiny.
Lo stesso comparto audio riesce a catturare l'atmosfera epica e fantascientifica che gli sviluppatori hanno cercato di imprime al progetto. Per quanto riguarda la nostra versione, dobbiamo anche sottolineare un doppiaggio in lingua italiana tutt'altro che banale.

Insomma come avrete potuto leggere il titolo ci ha divertito, anche se qualche perplessità è comunque nata. Iniziamo subito col dire che vista la tipologia di gioco, ci servono ancora svariate ore di gioco prima di poter dare un giudizio chiaro, sincero e quanto più oggettivo possibile.

Tuttavia bisogna ammettere che fino ad ora, per quanto ci abbia fatto divertire, non reputiamo Destiny quella rivoluzione che forse l'hype dietro questo progetto ci ha voluto far credere. Molti elementi come quelli citati all'interno di questo speciale, dimostrano che non tutto funziona come dovrebbe e che il rischio che molto giocatori non capisco o non apprezzi la filosofia dietro a questo gioco, è davvero alto.

La colpa però, non è certamente dei giocatori, ma probabilmente di Bungie che in primis non è stata in grado di dimostrare realmente agli occhi della gente cosa vuol essere questo progetto, lasciando crescere in maniera incontrollata un hype e delle speranze che i giocatori difficilmente troveranno all'interno del codice di gioco.

Ovviamente queste sono sensazioni dettate dai nostri primi giorni in compagnia di del gioco, e prima di dare un giudizio definitivo, ci aspettando ancora tantissimi salti di livello, raccolta di armi e oggetti, raid e partite all'interno del crogiolo.

Ma di una cosa siamo certi, Destiny non è una rivoluzione. E' un gioco solido, concreto, divertente, immersivo, ma privo di quella carica innovativa in grado di aggiungere qualcosa di nuovo a questo settore.

Appuntamento alla prossima settimana per il nostro verdetto definitivo.
Destiny - Immagine 6
Soffermarci a parlare in maniera definitiva di Destiny è ancora prematuro. L'importanza e la profondità del progetto, legate a doppia mandata alla scelta fatta dagli sviluppatori di attivare i server di gioco poco prima del lancio ufficiale del prodotto, ci chiedono ancora qualche ora di provato prima di poterci esprime in maniera esaustiva. Quel che lasciano tuttavia intendere queste prime ore di gioco, sono sentimenti contrastanti che da una parte ci rendono felici di aver tra le mani un prodotto del genere, ma dall'altra ci lasciano anche diverse perplessità, che cercheremo di sviscerare nella nostra recensione tra qualche giorno.