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Speciale Deathspank: Thongs of Virtue

Donatore di Giustizia, Dissipatore del Male, Eroe dei sottomessi... e portatore di un Tanga molto chic!
Davide OttagonoDi Davide Ottagono (2 novembre 2010)
Donatore di Giustizia, Dissipatore del Male, Eroe dei Sottomessi. È con questi tre appellativi che DeathSpank, classico-ma-non-troppo guerriero nato dalla mente di Ron Gilbert, ama auto-appellarsi. Gilbert, conosciuto principalmente per essere stato uno dei capisaldi dietro la creazione dell'intramontabile Monkey Island, non è nuovo ai protagonisti “piatti” ma divertenti, simpatici tanto per la semplicità quanto per i loro discutibili “modus operandi”. Forte, stimato e - perché no - anche piuttosto ingenuo, DeathSpank è lo stereotipo dell'idolo mondiale sicuro di sé che combatte draghi e salva principesse solo per rendere il mondo un posto migliore, richiedendo come unica ricompensa l'amore del popolo. Se pensate che stiamo per raccontarvi la solita leggenda del cavaliere senza macchia o paura, però, state sbagliando di grosso.
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 1
All'inizio, dovremo uscire da un campo di prigionia nemico. Fa davvero molto Rambo...
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 2
Dopo aver intascato il Medioevo, a Deathspank toccherà vedersela con il mondo odierno. Non mancheranno stralci fantasy, comunque
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 3
Potremo anche decidere di evitare le battaglie, soprattutto se il livello nemico è più alto del nostro. Ma torneremo... oh si, se torneremo!
Nel primo capitolo, sempre scaricabile ad una decina d'Euro, la brama di notorietà aveva portato DeathSpank sulle tracce di un potente artefatto, chiamato “Artefatto” (giustamente...), capace di fargli raggiungere definitivamente l'apice di potenza e fama. La sua carriera da paladino stava per vedere il picco massimo, così come gli aveva promesso “la Donna dai Capelli Rossi”, ignaro della vera minaccia che incombeva sulle teste di tutti: quella dei Tanga. L'estro visionario di Gilbert è questo ed altro: richiamare i capolavori del cinema e rivoltarli in salsa parodistica. Nove furono i Tanga magici forgiati dagli dei e donati agli uomini. Nove Tanga per unirli tutti, divisi tra i più saggi al mondo, assicurando prosperità e pace duratura alla Terra. Nati dalle fiamme di un vulcano, hanno però corrotto i portatori con il loro mistico potere. Questa temibile biancheria va ora riportata al luogo d'origine per essere distrutta definitivamente. La nuova avventura porterà DeathSpank, portatore del Tanga della Giustizia (e fresco della vittoria su Von Prong), ad incrociare le spade con gli altri eletti, tra cui anche Babbo Natale.

La storia (di chiara ispirazione “Tolkyeniana”) ripartirà dall'incarcerazione del protagonista, ora più simile ad un Rambo dei giorni nostri che al cavaliere medievale che noi tutti ricordavamo. Il gameplay è rimasto praticamente invariato. Per chi non avesse giocato il prequel, DeathSpank è un hack/slash misto a GdR con visuale isometrica, una combinazione piuttosto usuale nella cultura americana. Si segue la trama principale, ci si tuffa saltuariamente nelle quest di contorno per guadagnare nuovi oggetti e Punti Esperienza, e si viaggia per mondi affascinanti, anche solo per il gusto di abbandonare il percorso e di scoprire cosa si nasconde lontano dal sentiero battuto. Esplorando rustiche cittadine e falciando bestie assassine di ogni tipo, sbloccheremo pian piano la quarantina di ambientazioni disponibili, allargando sempre più la nostra conoscenza di un mondo che definire “variegato” è dir poco.

Si passa da campi di battaglia a lugubri foreste, da villaggi francesi innevati alle isole dei pirati, da fabbriche contemporanee al soleggiato Far West, dalla conquista del Polo Nord a dungeon stracolmi di formiche giganti, orchi assassini, giganti mangia-ossa e tanto altro ancora. Il punto forte di DeathSpank è proprio il rapporto qualità-prezzo. Per poco più di 10 Euro, è possibile portarsi a casa decine di ore di gioco, con circa 150 missioni secondarie che non aspettano altro che essere trovate. L'offerta generale, senza esagerare, può essere quasi paragonata a quella di un prodotto inscatolato, ed è sicuramente apprezzabile in un'epoca in cui molti sviluppatori sembrano mettere da parte la nostra convenienza per il guadagno personale.
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 4
Combattendo e completando missioni saliremo anche di livello. Peccato che il personaggio si potenzierà praticamente da solo, relegando a noi la sola scelta di un paio di abilità diverse
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 5
Per essere coerente con il racconto, sono state inserite anche armi più futuristiche quali pistole, mitra, lanciarazzi e così via. Tranquilli, le care vecchie armi bianche saranno ancora le protagoniste
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 6
Per quanti possano essere i nemici, potremo sempre tornare, anche se sconfitti. Le "Camere della Vita" rendono le cose un po' troppo comode
Quello che sicuramente non ci è piaciuto, invece, è l'eccessivo attaccamento al primo capitolo. Non c'è un “numerino” di fianco al titolo, ma Thongs of Virtue è di fatto il seguito ufficiale dell'originale DeathSpank. Le novità però sono state inserite con il contagocce, l'impressione generale è che si stia rigiocando al capostipite con scenari e trama differenti. Lo definiremo più un'espansione, visto che è rimasto praticamente invariato, dalla grafica allo stile dei menù, dalle abilità al sistema di crescita del personaggio (sempre piuttosto limitato). L'altro lato della medaglia vuole, però, che tutto quello che ha reso DeathSpank uno dei migliori downloadable di sempre faccia la sua comparsa anche qui: persone in difficoltà da aiutare, nuove terre da scoprire, forzieri segreti da depredare ed un equipaggiamento da rifare praticamente da zero.   

Ovviamente, si riesce lo stesso ad intravedere qualche miglioramento. Salta subito all'occhio una mappa di gioco meno dispersiva, oltre che Personaggi Non Giocanti un pelo più caratterizzati. In passato, infatti, si incappava spesso in decine di comparse-fotocopia che ci affibbiavano compiti diversi nell'aspetto, ma sostanzialmente identici: trovare un certo numero di oggetti in una zona, uccidere un tot di nemici in un'altra e così via. Questa volta è palese un piccolo incremento della varietà, sia per quanto riguarda le missioni che per i personaggi veri e propri, maggiormente amalgamati al contesto e non sempre semplici “abitanti” di questa o quella cittadina.

Simpatica la chicca di poter navigare, verso il finale, su un galeone pirata. Peccato che la zona di mare esplorabile sia sì estesa, ma principalmente vuota, fatta eccezione per qualche fazzoletto di terra sparso qua e là. Anche la difficoltà, sempre piuttosto bassa, non è stata rivista. Giocato al settaggio più alto, non abbiamo mai sentito il bisogno di spendere una lira in negozio. Anche perché morire, nonostante capiti spesso, non punisce chissà quanto. Le varie “stazioni” di teletrasporto, infatti, ci permetteranno anche di rinascere un numero infinito di volte oltre che a farci spostare velocemente da una parte all'altra del globo. Un po' come le Camere della Vita in Bioshock, insomma, dove i pezzi più difficili sono risolvibili più con la pazienza che con una vera e propria abilità. Ultima pecca, sempre trascinata dai tempi del predecessore, è la mancanza di una co-op seria. Un secondo giocatore potrà entrare e uscire a piacimento dalla partita ancora in corso, ma con un personaggio predefinito ed impossibile da potenziare. La coppia, tra l'altro, condividerà così la barra della vita, portando entrambi alla sconfitta anche se uno solo dei due viene ferito a morte.

Lo stile grafico a cartone animato si adatta perfettamente a quello che Gilbert ha voluto raccontare: una fiaba affascinante, seppur volutamente sfacciata ed esagerata. Tutto è in due dimensioni, piatto, quasi come il mondo fosse di cartone, un libro per bambini. Colorato, ispirato e dall'atmosfera a volte fiabesca, a volte da film di serie B, Deathspank muove un microcosmo intero con l'aiuto di pochissimi caricamenti, incappando in cali di frame-rate solo nelle situazioni più affollate. Vanno ad unirsi un doppiaggio sublime e delle colonne sonore altrettanto azzeccate a concludere un quadro tecnico assolutamente soddisfacente.
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 7
Il mondo è ancora più vario che nel predecessore. C'è il Far West, la Francia, le isole dei pirati, il Polo Nord, i santuari sacri nella Foresta Nera e tanto altro ancora. Centinaia di missioni, segreti e ore di gioco vi aspettano!
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 8
La ricerca dei Tanga del Potere costringerà Deathspank a vedersela con i più pericolosi (e famosi) esponenti mondiali. Non si salveranno suore, cuochi e persino Babbo Natale
Deathspank: Thongs of Virtue - Immagine 9
La sconfitta di Von Prong era solo l'inizio della carneficina. Ora i boss saranno molti di più...
Deathspank: Thongs of Virtue ripropone tutto quello che il predecessore, già capolavoro al suo tempo, faceva meglio. Dialoghi sempre sopra le righe, una giocabilità da ruolistico classica ma accattivante, centinaia di missioni secondarie in cui perdersi, altrettanti pezzi di equipaggiamento da vincere ed utilizzare, un mondo vastissimo in cui catapultarsi. Se davvero dovessimo trovargli dei difetti, torneremmo indietro a quelli del primo capitolo, alcuni pesanti, altri un po' meno, come la povertà della cooperativa, l'impossibilità di arrivare al Game Over ed una certa facilità di fondo. Oltre che alla mancanza di originalità, certo, ma questo è un caso comune a molti seguiti. Alla luce di tutto questo, Thongs of Virtue grida al mondo “squadra che vince non si cambia”, e lo mette in pratica alla lettera. Chiunque abbia giocato il primo, troverà in questo un prodotto rifinito e altamente conveniente, oltre che familiare. Chi si avvicinasse alla saga per la prima volta, invece, potrebbe addirittura incappare nel gioco della propria vita. A patto che capiate l'inglese (elementare) di doppiaggio e testi, ovviamente.

Voto: 8.5